Facciamo che non diventi il mercato degli affari sfumati

CENTROCAMPO: AD OGGI QUALE TRIO SCHIERERESTE COME TITOLARE?

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L’EDITORIALE

Fabrizio Tomasello, giornalista, ideatore e conduttore di “Passione Rossonera” su Radio Radio, l’unico programma radiofonico esclusivamente dedicato al Milan

In principio era Mandzukic. Nulla di blasfemo, per carità, si tratta solo del primo nome accostato al Milan – e sfumato – durante questo ennesimo mercato di sofferenza. Il croato si è affacciato prepotentemente nei sogni dei tifosi rossoneri, desiderato prima di tutto da Filippo Inzaghi, ansioso di mettere al centro del suo tridente offensivo un uomo di peso e spessore atletico, oltre che tecnico. Sappiamo tutti com’è andata a finire: qualche piccola scaramuccia verbale tra la dirigenza rossonera e quella del Bayern Monaco, poi è arrivato l’Atletico Madrid, forte del cash incassato dal Chelsea per la cessione di Diego Costa, e il croato si è trasferito in riva al Manzanarre, sponda Colchoneros.
 
Poco tempo per smaltire la delusione perché intanto prendeva corpo la trattativa Iturbe. Anche sul fronte argentino numerosi ammiccamenti da parte di Galliani, presunte offerte, addirittura rilanci in grande stile a base di cifre mai neppure immaginate dai tifosi rossoneri in questi ultimi anni di carestia, la sensazione che qualcosa stesse finalmente per cambiare, e invece no. Juan Manuel Iturbe ha imboccato l’autostrada Verona-Torino e l’anno prossimo allieterà gli spettatori dello Juventus Stadium con le sue giocate brillanti.
Ci sarebbe spazio anche per un capitolo Vrsaljko, l’esterno croato del Genoa che sembrava ad un passo dal Milan, salvo poi assistere ad un nuovo rimescolamento di carte e all’ennesimo  dietrofront di quelli tanto cari al nostro amministratore delegato.
 
Attenzione però. Non è che al Milan si stia sonnecchiando, anzi. Nelle ultime ore Adriano Galliani sembra attivissimo su più fronti, innanzitutto quello relativo al granata Cerci, in cima all’attuale top ten dei desideri del mister. Ma una rilevanza significativa stanno prendendo anche le ultime fascinazioni rossonere, Mimmo Criscito, terzino dello Zenit San Pietroburgo, ed il brasiliano-azzurro del Verona Romulo. E chissà che nei prossimi giorni non venga fuori qualche altro nome a sorpresa (tipo il centrocampista francese Grenier) che possa rigenerare la credibilità della dirigenza di via Aldo Rossi.
Il problema è che dopo tante trattative iniziate, sarebbe il caso di chiuderne qualcuna. C’è soddisfazione per il ritorno di Rami e per l’arrivo di Menez e Alex, ma una squadra che ha chiuso l’ultima stagione all’ottavo posto ha indiscutibilmente bisogno di qualcosa in più e il contagioso entusiasmo del nuovo mister Inzaghi non potrà certo supplire in toto alle deficienze qualitative della rosa.
 
Ed allora urge il colpo che possa risollevare l’umore degli incupiti tifosi milanisti. Ma soprattutto serve riuscire a sbolognare qualcun altro dei tanti esuberi in rosa. Senza però continuare a colpevolizzare i giocatori che, dovendo scegliere tra il Milan e qualche società di medio/basso/bassissimo calibro, preferiscono restare in rossonero. È ovvio che di fronte ad un Balikesispor qualsiasi, analizzati i pro e i contro, assaporata la qualità della vita a Milanello e il succulento stipendio elargito da via Aldo Rossi, Zaccardo rinunci a cambiare aria. Voi che fareste al suo posto?
Adesso la pietra dello scandalo è Robinho, accusato di bloccare il mercato rossonero. Ma quando mai? Il mercato rossonero è bloccato di suo, e da parecchio. Fino a qualche settimana fa era Kakà che, con i suoi dubbi amletici, impediva l’assalto decisivo a Iturbe. Poi Ricky ha accettato la corte di Orlando, via San Paolo, ma dell’argentino al Milan nessuna traccia.
 
A parte Binho, restano da piazzare ancora Essien, Mexes, Constant, Abate, forse Niang, Zapata e magari anche Balotelli, vero punto interrogativo del nuovo Milan di Pippo Inzaghi. Però forse sarebbe opportuno iniziare a monetizzare da qualche cessione, o comunque almeno risparmiare sull’ingaggio dei giocatori ceduti in prestito. Perché in questo momento il Milan, non solo presta gratuitamente i propri giocatori, ma paga anche una congrua fetta del loro lauto ingaggio (vedi Matri e Nocerino). Di questo passo non ne verremo mai fuori.
 
Tornando a Balotelli, è evidente che il nuovo allenatore rossonero preferirebbe un centravanti vecchio stampo, uno alla Pazzini per intenderci. Eppure io credo che l’ultima chance di redenzione per SuperMario sia incarnata proprio da Pippo Inzaghi. Il suo esempio, la sua dedizione, la sua costanza, la sua martellante presenza sul campo d’allenamento (e anche fuori), potrebbero rappresentare gli ingredienti giusti per consentire al n.45 rossonero il definitivo salto di qualità, da progetto di campione a fuoriclasse.
 
E per concludere, visto che continuo ad avere particolarmente a cuore l’annosa questione-portiere, e dopo aver diffusamente parlato di Perin nelle scorse settimane, provo a sollevare un’altra questione. È notizia degli ultimi giorni che l’Udinese avrebbe trovato un accordo con l’Atletico Madrid per cedere il gioiellino Scuffet a una cifra ridicola (stiamo parlando di un ragazzo del ’96), circa 5 milioni più bonus. Sono arrivate anche le relative smentite da parte della dirigenza bianconera, ma della trattativa si continua a parlare, quindi è lecito immaginare che qualcosa di concreto sotto ci sia. Il ragazzo non sembra intenzionato a lasciare l’Italia così giovane e la famiglia lo appoggia, quindi un’irruzione di Galliani al tavolo delle negoziazioni non sarebbe poi così sgradita. Siamo proprio sicuri che al Milan un affare del genere non possa interessare?

 
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Parola d’ordine: entusiasmo. Quello di Pippo Inzaghi svetta su tutto e tutti. Il giorno del raduno a Casa Milan Pippo non è riuscito a nascondere l’emozione. Parlavano per lui i suoi occhi, attenti, vispi, puntati a 360 gradi su ciò che lo ha circondato…

Amichevole Milan

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