Biasin: "Milan e il parametro che non torna (ma Pippo ha una strategia risveglia-Diavolo)"

© foto di Federico De Luca

Entro il 2015 avremo certamente scoperto di che pasta è fatto mister Filippo Inzaghi. SuperPippo ha conquistato tutti in conferenza stampa, meno a tavola: sembra che la dieta a base di bresaola e pasta in bianco faccia venire le allucinazioni a El Shaarawy, sorpreso a Milanello mentre parlava egiziano antico. Più strategico Menez, smascherato solo da un controllo a sorpresa di Tassotti: ispirato da Paolone di “Sette chili in sette giorni” nascondeva Kinder Bueno e tocchi di grana nel vano dello sciacquone del cesso. Per punizione dovrà fare Milanello-Piazza Duomo in Panda con Niang, bendato per l’occasione.

Boiate a parte, la verità è che al momento il mercato consegna a Pippo una squadra troppo simile a quella di Allegri e Seedorf. Parte Taarabt e arriva Menez, si parla di Iturbe e Cerci mentre si strappa Rami per 4 milioni di euro pagabili in 36 comode rate.

La verità è che il Diavolo non ha palanche da spendere e ormai si è abituato a pensare “a zero”. Questi i colpi “zero spesa, forse resa” dal 1996 (alcuni ottimi, altri meno, altri inguardabili): Davids, Reiziger, Vukotic, Vierchowod, Bogarde, Kluivert, Moriero, Donadoni, Beloufa, Fiori, Tomasson, Rivaldo, Leonardo, Cafu, Pancaro, Esajas, Dhorasoo, Kalac, Vogel, Vieri, Amoroso, Favalli, Coppola, Ba, Flamini, Roma, Onyewu, Yepes, Van Bommel, Legrottaglie, Taiwo, Mexes, Montolivo, Traoré, Muntari, Pazzagli, Honda, Essien, Kakà, Menez e Alex. L’elenco (chiediamo scusa se ci siamo persi per strada qualcuno) è la prova che certamente Galliani opera per il bene del club (in fondo con questo materiale ha vinto tre scudetti e due Champions), ma deve fare i conti col temibile “rischio parametro zero”. E cioè: una volta ti va bene, quell’altra invece te la prendi in saccoccia.

Il vero problema, tra l’altro, è l’ultimo “parametro zero” di Casa Milan: Mario Balotelli. Chiariamo una volta per tutte: la non piazzabilità sul mercato di Mario non dipende dalla scarsa resa in terra brasiliana, semmai da tutto quello che è successo dopo il triplice fischio di Italia-Uruguay. Sotto con l’elenco (in ordine sparso): sputtanamento dei compagni (e qui Mario non c’entra), zazzera bionda a dodici ore dall’eliminazione, post contro gli italiani definiti “razzisti”, sopracciglia zigrinate tipo X-Men, sputtanamento di Prandelli (poteva risparmiarselo), Marlborino in terrazza (vabbé, quello non è nemmeno troppo grave, altrimenti bomber Hubner finiva sulla sedia elettrica), fucile spianato tipo “Rambo IV, la vendetta dei cloni” (clamoroso mix tra Rambo e Star Trek), delicatissima faccenda “il pitone mi va su per il cu..” (ma quella è colpa di donna Fanny, discolaccia), varie ed eventuali. Diciamo la verità: sarà anche colpa di noialtri giornalisti rompimaroni e impiccioni, ma Mario in due settimane ne ha fatte più di Alvaro Vitali in “Pierino torna a scuola”.

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