Dopo Diego Lopez e Armero non deve finire così. Cerci è il primo della lista, ma il sogno a centrocampo è un altro…

DUE ESTERNI ANCORA IN LIZZA, CHI PREFERITE?

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L’EDITORIALE

Soddisfatto a metà. Da una parte c’è il sollievo per lo scampato pericolo di non dover affrontare una stagione intera senza un portiere affidabile, un titolare a tutti gli effetti; dall’altra il rimpianto di aver sciupato l’occasione di mettere finalmente a posto la porta del Milan per i prossimi 15 anni.
Un merito a Diego Lopez, nuovo baluardo della porta rossonera, dobbiamo riconoscerlo subito: con il suo ingaggio ha risvegliato le coscienze dei tifosi rossoneri, ormai quasi assopiti, narcotizzati dalla deprimente mancanza di azione di Galliani sul mercato. Durante l’ultimo weekend sui vari social network si è scatenato un dibattito focoso, appassionato, tra gli entusiasti per l’ingaggio dello spagnolo e i dubbiosi per il mancato acquisto di un portiere giovane e italiano.
 
Personalmente, nelle ultime settimane mi sono esposto a più riprese a favore di due giovanissimi estremi difensori nostrani, Simone Scuffet e Mattia Perin. Oltre ad apprezzarne le evidenti qualità tecniche e gli indiscutibili margini di miglioramento, mi affascinava l’idea di poter finalmente blindare la porta rossonera a lunga scadenza con un giocatore di talento, magari protagonista anche in Nazionale, e mai come quest’anno pensavo che la cosa fosse fattibile. Invece Galliani ha preferito rivolgersi all’amico di sempre, Florentino Perez, per andare sull’usato sicuro Diego Lopez, sponsorizzato caldamente anche da un grande ex milanista quale Villiam Vecchi, già allenatore dei portieri del Milan e attuale collaboratore di Carlo Ancelotti al Real Madrid.
 
Ci tengo a chiarire che non ho nulla contro Diego Lopez dal punto di vista tecnico, anzi, credo che lo spagnolo, oltre ad essere un buon portiere (non il migliore d’Europa, come dice Galliani, altrimenti tra un po’ sentiremo osannare Armero come il più forte terzino del mondo), possa garantire ad una squadra come il Milan, in evidente difetto di personalità, quel pizzico di arroganza in più che in certe partite può diventare determinante.
Le mie perplessità sono rivolte semmai all’opportunità di un’operazione del genere: un quadriennale ad un giocatore prossimo ai 33 anni, peraltro a cifre decisamente importanti, non mi pare una mossa lungimirante, ed il timore è quello di ritrovarci da qui ai prossimi due o tre anni in una situazione simile a quella già vissuta durante l’ultimo periodo rossonero dell’ingombrante Dida.
Ma tant’è, adesso Diego Lopez è un giocatore del Milan. Nell’immediato sarà senza dubbio utile, per non dire indispensabile, quindi bravo Diego Lopez, viva Diego Lopez.
 
Ora però viene il difficile. Perché la squadra sta lentamente prendendo forma, ma per restituire entusiasmo alla gente rossonera e soprattutto riportare i tifosi a riempire San Siro, come si augura un sempre più autorevole Filippo Inzaghi, serve ben altro che un paio di acquisti a parametro 0. Non potrà bastare l’ingaggio dello svincolato camerunense M’Bia, fresco vincitore di Europa League con il Siviglia, ma drasticamente abbandonato dagli spagnoli che hanno preferito non offrirgli alcun contratto; non potrà bastare il ritorno di Adel Taarabt, acclamato a gran voce da una parte dei tifosi, ma di certo non l’uomo in grado di spostare da solo gli equilibri della squadra; e non potrà bastare lo svizzero Dzemaili, buon rincalzo di centrocampo, ma sicuramente non il calciatore di fosforo e qualità di cui il Milan avrebbe bisogno come il pane.
 
E allora serve davvero uno sforzo economico da parte del presidente Berlusconi, se non altro per dimostrare che tutto il ritrovato entusiasmo di qualche settimana fa era vero, autentico, sentito. Alessio Cerci è sempre il primo della lista sul foglietto preparato con cura da Filippo Inzaghi, da consegnare personalmente al Cavaliere, ma l’oggetto del desiderio si chiama Adrien Rabiot, centrocampista giovanissimo del Paris Saint Germain (classe ’95), affascinato dall’idea di una nuova esperienza lontano da Parigi. Sul talento transalpino, dopo gli abboccamenti di Juventus, Roma e Inter, ha allungato le sue mani ingorde anche Arsene Wenger, pronto ad offrire ai campioni di Francia una cifra importante (quasi 10 milioni, tanto per un giocatore in scadenza 2015). Ma l’affare è ancora ben lontano dal considerarsi chiuso, anche perché il manager dell’Arsenal è distratto da almeno un paio di altri calciatori da portare all’Emirates Stadium: il brasiliano Douglas Costa e soprattutto il tedesco del Real Madrid, Sami Khedira.

E allora forse per Galliani ci sono ancora i margini per tentare una scorribanda sotto la Tour Eiffel, armato di contanti e buone intenzioni, innanzitutto per fare uno sgarbo all’alsaziano di Londra, sempre così poco carino nei confronti del Milan (vedi dichiarazioni su Balotelli), e poi per dare un segnale importante al calcio europeo: il Milan c’è ancora e il vecchio cuore rossonero ha tanta voglia di tornare a vincere. Presto.

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