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Averne, di azionisti così.
«Zlatan Ibrahimovic è semplicemente
il centravanti più forte
del mondo, non lo cambierei
con nessuno. E’ un mostro e si
vede. Avevamo smesso di vincere
e con lui abbiamo ricominciato,
perché questo è il secondo
titolo», dice Adriano Galliani.
«Non voglio fare l’elogio di
Ibrahimovic perché non vince
Ibrahimovic, a vincere è il Milan.
Ma è chiaro che il nostro
attaccante ha una grande partecipazione
nei nostri successi».
Sicurezza L’amministratore delegato
parla di quote, i compagni
e l’allenatore parlano di sensazioni,
e di sicurezza. Giocare
con Ibrahimovic ti fa sentire meglio.
«E in forma splendida», dice
Allegri. «Ha segnato un grandissimo
gol, ma per noi non è
importante soltanto per quello
». «Uno come Ibra in Italia dovrebbe
segnare 30 gol a stagione
», esagera Rino Gattuso. «Per
la qualità che ha segna troppo
poco». Ibrahimovic è una polizza,
in campionato è sempre stato
così, in Europa un po’ meno e
in generale nelle partite secche
lo svedese non determinava
quanto determina nelle corse a
tappe. Fino a ieri aveva giocato
10 finali e vinte 5, più una ai
rigori, segnando un solo gol (e
un rigore nella sequenza finale
della Supercoppa 2008 Inter-
Roma). A Pechino ha determinato
la partita non solo segnando,
ma guidando la rivolta:
il Milan aveva fatto la rivoluzione
in campionato, l’Inter stava
tentando la restaurazione
dopo due derby persi. Ibra ha
portato i suoi in pareggio e poi
ancora avanti entrando nell’azione
del gol decisivo di Boateng.
Ora tutti si aspettano qualche
sigillo europeo in più, che
lui non vede l’ora di mettere sulla
Champions League. «Ho voglia
di vincere tutto e non sono
mai stato così bene, ma devo
ammettere che senza i miei
compagni di squadra sarei morto.
Anche stavolta ho segnato
grazie a Seedorf, i compagni si
sono mossi bene durante l’azione
e io cosa dovevo fare se non
segnare?».
Fatica «Però è stata una settimana
dura», dice lo svedese. «Faticosissima,
perché non si riusciva
a dormire. Per fortuna abbiamo
portato a casa il primo trofeo
della stagione». Ma Ibrahimovic
non è mai contento, forse
per questo è diventato Ibra.
«Non abbiamo giocato al massimo della
nostra qualità, non abbiamo
giocato al cento per cento
e più. Noi possiamo crescere
ancora tanto dal punto di vista
tecnico. Possiamo migliorare
molto». Che lui possa migliorare
tecnicamente, è difficile immaginarlo:
Zlatan, pensano al
Milan, è tecnicamente perfetto.
«Ha una velocità di piede e di
testa incredibile per un uomo
con il suo fisico», ha detto Allegri
qualche giorno fa.
Sogni Ibrahimovic è un mondo
a parte, ma se lo merita: vive
senza essere sfiorato dai fastidi
del turnover o dagli altri piccoli
dubbi che assillano i calciatori
normali. Perché lui è un marziano,
e viene da Marte, e fra l’altro
sa lottare oltre ad accarezzare
il pallone. E’ stato l’unico a
giocare bene il primo tempo e
bene anche il secondo, mentre
la maggior parte dei suoi compagni
compagni
si è svegliata sull’1 a 0
per l’Inter. «I giocatori, gli attaccanti
non si giudicano dal primo
o dal secondo tempo», dice
Galliani. «Si giudicano nell’insieme
». L’insieme di ieri dà una
coppa in più al Milan, e spinge
Ibrahimovic in avanti nella classifica
dei giocatori decisivi anche
quando si gioca tutto in
una notte. «Ma è solo un altro
passo, il primo di questa stagione.
Voglio fare tanto di più. La
mentalità vincente del club mi
ha conquistato subito, per questo
mi trovo così bene a Milano
». Per questo Galliani lo trova
il più bello del mondo. Un
mostro, ma per modo di dire.
Fonte: Gazzetta dello Sport
Il Milanista
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Post Originale:
RASSEGNA STAMPA/ Milan, Ibrahimovic: E adesso voglio vincere tutto