Milan fuori dal mercato che conta, Berlusconi rende tutto più difficile. Quel retroscena su Bernat: osservato e poi mollato. Mercato: Cerci-Dzemaili i due obiettivi rimasti e che, forse, arriveranno

CON QUESTO MERCATO DOVE PUÒ ARRIVARE IL MILAN?

Invio richiesta in corso

Sei Bellissima - Carletto

‘);

Daily Network
© 2014

L’EDITORIALE

Giornalista pubblicista, a MilanNews.it dal 2009, prima firma del sito. Corrispondente e radiocronista per Radio Sportiva. Collaboratore di Tuttosport. Inviato al seguito della squadra. Ha collaborato con Sportitalia e Milan Channel

Mancano meno di due settimane alla chiusura del mercato e il Milan, come ormai d’abitudine, si riduce agli ultimi giorni per completare la rosa. Una tendenza figlia della povertà effettiva delle casse milaniste che da tempo hanno visto stringersi, sempre più, i rubinetti dalla proprietà in nome della spending review e dell’auto sostentamento. Un’operazione che, come effetti immediati, ha quelli di tagliare fuori il club rossonero dalle trattative di primo grido (ma anche di secondo, terzo e quarto) e non c’è più da sorprendersi se il mercato milanista viene fatto con occasioni, prestiti, favori personali e dagli immancabili parametri zero. Il Milan dei grandi investimenti, dei grandi campioni e delle grandi vittorie in serie non c’è più, sepolto definitivamente nell’estate 2011 dal Lodo Mondadori ma, anche, da alcune scelte di mercato sbagliate che gravano tutt’ora sulla rosa.

Che il presidente Berlusconi voglia andare a trovare la squadra è, di per se, una notizia ma non è quella che i tifosi vorrebbero leggere e sentirsi dire. Non potrà bastare un discorso motivazionale da parte del numero uno milanista a trasformare, per esempio, Balotelli in Shevchenko, Abate in Tassotti, Essien in Gattuso e Rami in Baresi. Potrà servire solo a motivare la squadra e nulla più. Il suo tanto sbandierato entusiasmo ritrovato non si è proprio visto e non sarà di certo Cerci il giocatore che cambierà le sorti della stagione che si appresta ad iniziare.

Il pubblico milanista, che era abituato a ben altro, non riesce a rassegnarsi all’idea che il grande Milan, quello che faceva tremare tutti fin dalla vigilia delle partite, non c’è più. È una sensazione devastante che si sta pian piano allargando a macchia d’olio e che ha, come primo risultato, quello dei mancati abbonamenti. Ad oggi, dato ufficioso, sono circa 15.000 le tessere staccate, una miseria ed il dato, rispetto all’anno scorso, è addirittura in fase calante visto che un anno fa, al 20 agosto, erano circa 21 mila gli abbonamenti sottoscritti. Tutto questo perché? Perché la squadra non ha, come dice il mio amico Carlo Pellegatti, non più di un paio di giocatori che ti fanno entusiasmare. La mancanza di un progetto vero, fatto con una programmazione a medio-lungo termine, è un altro fattore che va evidenziato. Se al posto di dire che si cercherà di tornare subito in Champions si fosse detto, anche negli anni passati, che c’era bisogno di 4-5 anni per rifondare la squadra su un blocco medio-giovane, il tifoso avrebbe accettato e non avrebbe lasciato quasi da sola la squadra.

Ricollegandomi alle secche delle casse societarie vi voglio raccontare un retroscena di mercato. Nel corso della scorsa stagione, per più di una volta, il Milan era andato a visionare il terzino sinistro Juan Bernat, accasatosi in questa estate al Bayern Monaco. I contatti con il Valencia, che erano già avviati per il discorso relativo a Rami, erano caldi ma l’impossibilità di poter trattare un terzino a 8-10 milioni ha fatto saltare tutto prima che si potesse iniziare ogni discussione.

In una situazione così difficile, l’eventuale arrivo di Alessio Cerci dovrà essere quasi considerata come una manna dal cielo ma sono sicuro che l’acquisto del granata non farà di certo lievitare i tifosi che andranno a vedere le partite allo stadio. Alla fine la trattativa con Cairo si farà, con qualche formula particolare, ma si farà. Così come si farà Dzemaili con il Napoli per completare (?) la rosa di Pippo Inzaghi che sabato troverà come avversario, per la prima volta, quel Massimiliano Allegri che lo ha trattato a pesci in faccia senza alcun rispetto e che, in fin dei conti e in maniera paradossale, ha fatto gli ha fatto anche un favore permettendogli di arrivare sulla panchina della prima squadra del Milan dopo soli due anni di carriera. Sarebbe stato meglio che ci fosse arrivato prima, magari ci saremmo evitati un ottavo posto e un Milan depredato dalla qualità. Sabato il primo round, inutile e superfluo dire con chi stiamo.

Altre notizie – L’editoriale

Altre notizie

Mancano meno di due settimane alla chiusura del mercato e il Milan, come ormai d’abitudine, si riduce agli ultimi giorni per completare la rosa. Una tendenza figlia della povertà effettiva delle casse milaniste che da tempo hanno visto stringersi, sempre più, …

Per poter vedere questo video hai bisogno di Flash, se devi installarlo segui il link: Installa Flash.

Insomma, siamo punto e a capo. Abbiamo lasciato un Milan che vacillava nel difendere i pali e lo ritroviamo, nonostante gli innesti, allo stesso punto. Bisogna correre ai ripari. La difesa contro il Valencia ha mostrato limiti imbarazzanti.  Zapata regala l’assist ad…

Arrivo a Milano di Diego Lopez

One di Dario Paolillo
CrozzoPizzo.it

This entry passed through the Full-Text RSS service — if this is your content and you’re reading it on someone else’s site, please read the FAQ at fivefilters.org/content-only/faq.php#publishers.

Recommend0 recommendationsPublished in Milan News