Tanti auguri allo Zar dell’Est

Milan news

29.09.2011 10:45 di Nicolò Schira   articolo letto 20 volte

© foto di Federico De Luca

Trentacinque anni e non sentirli: è il caso di Andriy Shevchenko, indimenticata bandiera milanista e secondo top scorer rossonero di tutti i tempi con 175 gol in maglia milanista. Uno Sheva che sbarcò nell’estate del ’99 a Milanello per 41 mld del vecchio conio dalla Dinamo Kiev che era riuscito a trascinare sino alla semifinale di Champions League. Una storia d’amore durata otto lunghi anni e densa di soddisfazioni uniche quella fra l‘”Usignolo di Kiev” e la prima squadra di Milano: titolo di capocannonniere con 24 centri al primo anno in Italia. Caterve di reti che però sino allo sbarco in panchina di Carlo Ancelotti risultavano effifere gioie personali. Dal 2003 le doppiette alla Juve e gli acuti nei derby si tramutarono da festeggiamenti parziali in trionfi da consegnare alla storia: è la sera del 13 maggio 2003 quando lo Zar dell’Est si inventa un dribbling ubriacante per Cordoba prima di freddare Toldo in uscita. Sarà la rete che regalerà al Milan la finale di Champions a Manchester contro la Juve, eliminando l’Inter in semifinale nel più fratricida dei derby. Due settimane dopo lo sguardo implacabile di Sheva fulmina tutti: è il numero sette infatti a siglare il rigore decisivo che riporta la coppa dalla grandi orecchie dopo nove lunghi anni in via Turati. L’anno dopo Shevchenko si laureerà nuovamente capocannonniere, trascinando gli Ancelotti boys al tricolore numero 17. Trofeo che lo sopingerà addirittura sul trono continentale di miglior calciatore grazie alla giuria di France Football che gli asssegna il Pallone d’Oro. Solo la spettrale notte di Istambul a causa delle parate prodigiose di Dudek rimane indelebile negativamente sul curriculum milanista dell’attuale capitano della Dinamo. Infatti dagli undici metri la Dudek dance irretì il nostro eroe che si lasciò ipnotizzare dall’estremo difensore polacco. La primavera 2006 e lo scoppiare di calciopoli conginuto al pressing della moglie desiderosa di trasferirsi oltremanica convincono Sheva a lasciare il Milan per approdare al Chelsea dell’amico Roman Abramovich. Una scelta che si rivelerà disastrosa sia per i blues che soprattutto per l’ucraino incapace di replicare a Londra le gesta vissute a Milano. “Il flgliol prodigo” tornerà sulla sponda rossonera del Naviglio nel 2008/09 per una fugace annata vissuta ai margini della rosa con appena due reti in coppa Uefa. Troppo poco come banchetto per chi era stato un cannibale delle reti avversarie. Centosettantacinque volte auguri campione!

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