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MILANO.
IL TOP: ABBIATI. In una serata allucinante come quella vissuta allo Juventus Stadium di Torino è davvero difficile salvare qualcuno e considerarlo top di una partita in cui tutta la squadra si è comportata in modo pessimo (il peggior Milan della gestione Allegri); fatta questa doverosa premessa, di qualcuno devo pure parlare e so perfettamente che la scelta farà storcere il naso a qualcuno, perchè negli occhi di tutti sarà rimasto solo l’ultimo episodio, ovvero l’incredibile papera sul tiro di Marchisio, ma in quel momento la partita era già finita (minuti di recupero con il Milan sotto di un gol e in dieci per l’espulsione di Boateng) e se i rossoneri sono arrivati miracolosamente fino all’88′ sullo 0-0, il merito è anche e soprattutto di Christian Abbiati, autore di ottime parate: una impercettibile ma, forse decisiva, sul missile di Vucinic che si è schiantato sulla traversa; una d’istinto e miracolosa sulla deviazione di coscia di Bonucci da pochi passi che aveva già fatto gridare al gol tutto lo Juventus Stadium; una respinta con i pugni sulla punizione di Pirlo, che evidentemente Christian conosceva benissimo e, infatti, ha atteso il suo tiro immobile sapendo che sarebbe finito in quella zona della porta; buone parate a terra sulle conclusioni velenose degli attaccanti juventini; tempestive uscite sia alte che a terra sulle incursioni bianconere; inoltre Abbiati sembrava baciato dalla fortuna (cosa che non guasta mai), visto che non solo è stato salvato dalla traversa, ma due velenosi rasoterra di Vidal prima e Vucinic poi sono finiti fuori di pochissimo, sfilando a fil di palo.
Incolpevole sul primo gol, nato da una deviazione fortuita di Marchisio su tentativo di rinvio di Bonera a pochi passi da lui, molto colpevole, come già detto, sul secondo gol, ma tutto sommato la sua prova è da considerare positiva, perchè se il Milan ha “rischiato” di tornare a Milano con un punto totalmente immeritato lo deve quasi esclusivamente a lui, vista l’inguardabile prestazione di quasi tutti i giocatori “di movimento”. Il fatto che il portiere sia il migliore in campo in una partita persa nettamente 2-0 la dice lunga sulla qualità del gioco del Milan in questo big-match e, in effetti, Abbiati se l’è vista davvero brutta, con tiri che arrivavano da tutte le parti, avversari che bucavano centralmente la difesa di burro che in teoria doveva proteggerlo e tanti brividi che gli avranno percorso la schiena, perchè il Milan sembrava un tenero sparring-partner contro un pugile scatenato; l’ultimo baluardo a crollare è stato proprio il portiere e, sicuramente, Abbiati avrà rimpianto le tante occasioni in cui, nella scorsa stagione, aveva fatto lo spettatore non pagante, difeso perfettamente da una retroguardia ermetica e da un centrocampo roccioso e avrà invidiato il suo dirimpettaio Buffon, che si è goduto la bella serata senza quasi nemmeno sporcarsi i guantoni (se non sulla velenosa volèe di Boateng).
IL FLOP: IBRAHIMOVIC. In una partita come quella di Torino è fin troppo facile trovare un flop in una rosa molto ampia, ma la scelta ricade su Zlatan Ibrahimovic, perchè insolitamente nella cronaca della partita il suo nome non compare mai, al punto che sembra non sia nemmeno sceso in campo: nessun tiro in porta, nessun assist, nessuna giocata degna di nota; lo si è visto solo sbracciarsi nei confronti dei compagni cercando di dirigere un gioco che non c’era, lo si è visto commettere qualche fallo “di frustrazione” con entrate in ritardo, perchè nemmeno lui riusciva a competere sul piano del fisico con gli indemoniati bianconeri (e questa è davvero una brutta notizia), ma almeno ha provato a dare una mano con qualche ripiegamento difensivo, visto che la squadra stava soffrendo moltissimo l’aggressività della Juventus. Adesso si ricomincerà a parlare di un Ibra che scompare nelle partite decisive e non riesce mai a lasciare il segno quando davvero conta, ma la prestazione collettiva del Milan allo Juventus Stadium è stata talmente brutta e negativa, che nemmeno Superman in persona sarebbe riuscito a cambiare le sorti di una serata da incubo e, quindi, non si può gettare la croce addosso al campione svedese (o, comunque, non solo a lui) per una delle rare prestazioni da peggiore in campo, anche perchè le attenuanti e gli alibi non mancano: prima di tutto un attaccante può mettersi in evidenza se la squadra lo assiste e lo supporta, mentre a Torino il Milan si è limitato a difendersi ad oltranza e a lasciarsi travolgere dalla Juventus; Ibrahimovic è un attaccante particolare, che spesso arretra, va a cercarsi il pallone senza aspettare che qualcuno glielo recapiti, sa far salire la squadra proteggendo il pallone e sfornando anche assist, ma il problema a Torino era che il pallone non riusciva nemmeno ad arrivare della sue parti, quindi rendersi utile era davvero impossibile.
Inoltre lo svedese è appena rientrato da un fastidioso infortunio muscolare e si sa che in questi casi generalmente si gioca bene nella prima partita (nel suo caso quella di mercoledì contro il Viktoria Plzen), poi c’è un calo quasi fisiologico nella seconda ed è praticamente impossibile mettersi in evidenza soprattutto nel contesto di una sfida come quella di Torino, in cui di fatto il Milan risulta “non pervenuto” e si è limitato a fare da sparring partner come raramente gli succede. Niente di preoccupante, quindi, nella speranza di ritrovare il vero Ibrahimovic dopo la sosta, perchè lui è il vero trascinatore della squadra, anche e soprattutto nei momenti difficili e lo si è visto anche mercoledì nella partita di Champions League; una serata storta può capitare, soprattutto se tutta la squadra fa scena muta e gioca in modo pessimo, ma sicuramente questa batosta servirà a risvegliare l’orgoglio dei giocatori rossoneri e nessuno è orgoglioso più di Zlatan Ibrahimovic, che fra le sue doti migliori ha un’immensa voglia di vincere e, sicuramente, non ama fare brutte figure come quella di Torino e sarà sicuramente il primo ad essere ipercritico su una prestazione personale gravemente insufficiente.
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Il top e il flop di Torino: Abbiati ultimo baluardo, Ibra inesistente