Il pane del calcio per combattere il mal di pancia

Milan news

08.10.2011 21:00 di Francesco Specchia   articolo letto 168 volte

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Bisogna capire le modalità e soprattutto i tempi. Ibra ha chiesto un aumento? Il mal di pancia? I capelli bianchi? Lo spogliatoio rossonero è di quelli solidi, una grande famiglia contraddistinta da stile, lo stile Milan. Quando la dirigenza rinnova contratti ai senatori il tifoso si domanda il motivo. Uno spogliatoio sano, il gruppo, è una delle componenti più importanti nel calcio, lavorare in serenità è caratteristica che non tutte le realtà possono vantare, se a questa aggiungiamo un reparto comunicazione tra i migliori al mondo… Lo svedese deve prendere qualche digestivo perché a Milano, sponda rossonera, non  sono tollerati malumori ne fisici ne mentali. Il sogno di qualsiasi bambino è quello di far parte del club più vincente del mondo dunque non bisogna approfittare. Nell’attuale situazione si paventa il prestito di El Shaarawy a Firenze? Qualcosa non quadra. Un calciatore stanco chiede un aumento e il ragazzo più talentuoso d’Italia rimane fermo a guardare. Serve una scossa che faccia capire che il lavoro paga, che le motivazioni talvolta sono più importanti delle capacità tecniche, vedere la Juve di Conte per credere. Il problema dell’ultimo Milan è stato il classico effetto da “pancia piena”, se si schierano calciatori che hanno vinto tutto è normale. La giusta via sta nel mezzo, vuoi per tenere le redini dello spogliatoio, vuoi per garantire esperienza in mezzo al campo. Lo scorso anno fu proprio l’affamato Boateng la rivelazione, insieme a Ibra e Robinho. Cosa accomuna gli ultimi due? La voglia di dimostrare al mondo che sono ad oggi ancora campioni, questa la differenza. Robinho, additato come il nuovo Pelè a 16 anni, si era perso tra Madrid e Manchester, mentre l’imprescindibile Ibra a Barcellona era diventato uno tra molti. Stimoli, motivazioni, questo il pane del football. Pile cariche e ben funzionanti allora dentro Mexes, Yepes, Ambrosini e Robinho per la sfida di Palermo. Corsa e gambe sono mancate in questo inizio di stagione e se qualcuno critica è perché non bisogna accontentarsi di uno scudetto e di una Supercoppa italiana. Lo impone la storia del Milan.

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