Ecco il triangolo del mercato rossonero. Binho è la cura per i mali del Milan ma SuperPippo…

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Giornalista pubblicista, vice-direttore di MilanNews.it. Corrispondente e radiocronista per l’emittente radiofonica nazionale Radio Sportiva. Opinionista per Odeon TV e Radio Radio. Inviato al seguito della squadra. Collabora con Sportitalia.

17.10.2011 00:00 di Pietro Mazzara   articolo letto 30 volte

© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS

La tradizione della partita post sosta per le nazionali continua e un Milan ritrovato, nel gioco, nel ritmo e dal punto di vista fisico, vince e convince contro un Palermo, c’è da dirlo, troppo remissivo ma che si presentava a San Siro con la voglia di mettere in difficoltà i campioni d’Italia in carica ben sapendo che i rossoneri avevano sulle spalle tutta la pressione di una partita che, alla luce anche dei risultati arrivati da Catania e Napoli, doveva incamerarsi sul binario giusto, quello che è stato imboccato al minuto numero 40’ quando Antonio Nocerino ha messo alle spalle del portiere greco Tzorvas il pallone dell’1-0 su torre di Aquilani ben imbeccato da un pallone morbido di Ibrahimovic. Sarebbe troppo facile, dopo una vittoria simile, spegnere come un interruttore, i focolai della critica anche se la prestazione è stata convincente e si è rivisto un Milan tonico con e senza la palla e il rientro di Robinho ha dato velocità e imprevedibilità alla manovra offensiva con Cassano e Ibrahimovic mai fermi in una posizione fissa ma che continuavano a svariare per creare varchi a chi si inseriva e senza dare alcun punto di riferimento ai quattro in linea della difesa palermitana.

Bene così dunque con la sfida contro il BATE Borisov che dovrà confermare quanto di buono è stato fatto sabato sera e, una vittoria contro i bielorussi mercoledì, oltre a dare virtualmente il pass per gli ottavi di Champions League deve anche essere il giusto prosieguo dei progressi fisici e tecnici che la squadra ha messo in mostra segno di come i carichi pesanti della preparazione estiva sono in fase di smaltimento e. con un’infermeria quasi vuota, c’è da dimostrare che, almeno in Italia, la rosa a disposizione di Massimiliano Allegri è ancora la più forte per distacco e non solo in linea teorica anche se, in questa rosa, continua ad esserci il malumore, reale, di Filippo Inzaghi. Non convocato contro il Palermo, nel revival del match che l’anno scorso lo costrinse ai box, l’attaccante piacentino è sempre più ai margini della squadra e il suo si, come detto, è un mal di pancia reale rispetto a quelli immaginari o presunti tali di Ibrahimovic e Cassano ai quali è bastata la cura Robinho (eravamo stati buoni profeti sulle nostre pagine qualche giorno fa) per far sparire malesseri e titubanze.

Infine il mercato, questa dolce malattia che piace tanto a giornalisti e tifosi. Adriano Galliani ha aperto all’arrivo di almeno un centrocampista ma in ballo, tra gennaio e giugno, ci potrebbe essere un triangolo importante che potrebbe cambiare la geografia della mediana rossonera. Riccardo Montolivo è nome assai chiacchierato e, salvo sorprese, vestirà il rossonero, probabilmente già a gennaio mentre i due uomini mercato rossoneri, Braida e Raiola, hanno ricevuto i mandati dall’amministratore delegato rossonero per intavolare trattative e ponti diplomatici rispettivamente in Brasile, con il San Paolo, per Casemiro e in Olanda, con l’Ajax, per Christian Eriksen. Operazioni difficili ma non impossibili e volte a portare in rossonero due classe 1992 che possano rappresentare il futuro del centrocampo milanista, un futuro che deve avere come obiettivo la conquista dell’ottava Champions League. La situazione Tevez, invece, sembra essere di difficile decriptamento perché da un lato il Milan ha sempre la casella da extracomunitario da riempire a gennaio ma è altrettanto vero che l’Apache, per colpa di quei 9 minuti giocati in Champions, non potrebbe essere tesserato per la medesima competizione e poi c’è l’ostacolo City oltre alla MSI, la società che gestisce l’ex Boca, i quali vorrebbero monetizzare il più possibile, a livello di cartellino e di ingaggio, un divorzio da Roberto Mancini ma i buoni uffici di Raiola a Manchester, magari in estate, potrebbero far fruttare qualcosa di buono.

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