UN ANNO IN ROSSONERO – Agosto: dal delirio di Pechino al capolavoro Nocerino, tutto in 23 giorni

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© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Dopo il raduno del 21 luglio, che ha visto il solito bagno di folla per la squadra e il sostegno sempre caldo da parte degli ultras, il Milan ha già in mente il suo primo obiettivo stagionale ovvero la Supercoppa di Lega, da giocare a Pechino, contro l’Inter nella riproposizione più asiatica possibile del derby della Madonnina. La preparazione atletica stilata dai preparatori è improntata proprio su questo probante evento, che ha messo a dura prova la resistenza dei giocatori in quanto l’afa e l’umidità a tassi altissimi erano tra gli ostacoli maggiori che avrebbero potuto incidere sulla salute dei ragazzi. L’arrivo in Cina, tra il tripudio dei tifosi locali, per la maggioranza milanisti, avviene in assoluta tranquillità fino all’arrivo della partita. Un derby è sempre un derby e Max Allegri manda in campo la miglior formazione possibile con la coppia Ibrahimovic e Robinho supportata da Boateng alle spalle. Il Milan parte subito forte e, dopo pochi minuti, Robinho, ben imbeccato dallo svedese, si divora il gol del vantaggio. L’Inter tiene bene il campo ma non punge mai nella zona di Abbiati ma, neanche a farlo apposta, sono i neroazzurri guidati da Gasperini ad andare in vantaggio con una punizione telecomandata di Wesley Sneijder che infila Abbiati all’incrocio dei pali alla sua destra. Inter avanti al 45’.

IL CAMBIO D’ATTEGGIAMENTO – Dagli spogliatoi esce un Milan completamente diverso, più voglioso e con l’obbligo morale di rimontare un passivo immeritato e qui, a dare corpo alle idee, ci pensano Seedorf, Boateng, Ibrahimovic e Pato. L’olandese, dopo un primo tempo abulico, sale in cattedra insieme al numero 27 e sono loro a confezionare il gol del pareggio che porta la firma di Zlatan Ibrahimovic che, di testa a porta vuota, finalizza al meglio un’azione nata da un caparbio recupero palla del Boa. Ha spaccare in due la partita, però, è Alexandre Pato. Il Papero, che entra al posto di uno stremato Robinho, pochi minuti dopo il pareggio di Ibra, aggancia magnificamente un lancio di Abate dalle retrovie e, in una frazione di secondo, esplode un destro che Julio Cesar è costretto a deviare sul palo con un miracolo. A rimorchio arriva il Boa che, seguendo l’azione, insacca il gol vittoria in scivolata regalando al Milan il trofeo numero 28 dell’epopea Berlusconiana.

L’ANTIPASTO DEL CAMPIONATO E I CRACK DI TAIWO E FLAMINI – Tornati dalla Cina, i rossoneri, seppur rimaneggiati per le assenze di molti giocatori, soprattutto in attacco, danno nuovamente spettacolo la sera del trofeo Berlusconi dove viene celebrata la vittoria a Pechino contro l’Inter con un prepartita ad hoc con tanto di dragone. Contro la prima Juventus di Antonio Conte, le seconde linee del Milan, guidate da un Antonio Cassano in forma strepitosa, mettono a nudo tutti i difetti del 4-2-4 del tecnico pugliese vincendo si 2-1 ma dando ampio spettacolo. In questa partita inizia, purtroppo, il calvario di Taye Taiwo e Mathieu Flamini. Il terzino nigeriano si fa male alla caviglia mente per il mediano francese l’infortunio è di quelli seri: distorsione al ginocchio con interessamento dei legamenti e del menisco, alias 6 mesi di stop.

AQUILANI E NOCERINO, I CAPOLAVORI DERISI – Con l’infortunio di Flamini e la mancanza di uomini di qualità in mezzo al campo, il Milan si ritrova, dopo aver detto addio al sogno Fabregas, a dover intervenire sul mercato alla ricerca di giocatori funzionali e con determinate caratteristiche. Dal Liverpool, dove era tornato a causa del mancato riscatto da parte della Juventus, arriva Alberto Aquilani in prestito con riscatto automatico fissato a 6 milioni di euro dopo 25 partite stagionali. Ma il capolavoro nasce alle 18 del 31 agosto. I saloni dell’ATAHOTEL EXECUTIVE di Milano sono pieni di agenti, direttori sportivi e giornalisti. E’ l’ultima ora del mercato e il Milan viene dato per assente ma, quasi all’improvviso, dall’ingresso principale sbucano Ariedo Braida, Alessandro Moggi, Marco Sommella e Giuseppe Riso. I quattro corrono veloci verso il box della Lega con dei contratti firmati: Antonio Nocerino è un giocatore del Milan per 500 mila euro più 1,5 milioni per il riscatto. Un acquisto in extremis che, nei mesi a venire, si rivelerà decisivo.

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