Pato e Tevez: incompatibili? O solo paura di lottare per un posto da titolare?

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Giulia Polloli inizia a seguire il Milan per Varesenotizie.it, voce del commento tecnico su Radio RVL, collabora con Vco Azzurra Tv, Tribuna Novarese e Il Biancorosso.

28.12.2011 00:00 di Giulia Polloli   articolo letto 260 volte

© foto di Giulia Polloli

Milan e Paris Saint Germain, due squadre assolutamente diverse tra di loro ma legate a doppio filo da qualche mese a questa parte. All’inizio per l’arrivo nel team francese di Leonardo, ex talentuoso giocatore rossonero prima, ex dirigente rossonero poi, ex allenatore-traghettatore del Milan del dopo Ancelotti, congedato senza troppe remore alla fine di una stagione che ha poi consegnato il Diavolo ad Allegri. Ora l’approdo prossimo di Carletto nostro oltralpe ha intensificato i sogni di gloria del PSG, addirittura sembra che i due uomini arrivati dalla sponda rossonera del naviglio milanese abbiano in mente un progetto di resurrezione che coinvolgerebbe numerosi talenti che hanno vestito, o vestono tutt’ora, la gloriosa maglia del Milan. I progetti sembrano chiari: riportare nella stessa rosa gli uomini che hanno fatto grande il Milan, iniziando da Kakà per proseguire, ultima indiscrezione del pre-mercato invernale, addirittura con l’idea Pato. E proprio le parole del Papero rossonero, rilasciate ai due colleghi del Corriere della Sera e del Corriere dello Sport, hanno aperto una sorta di vaso di Pandora, che vede Allegri quasi imputato di fronte all’opinione pubblica, accusato di scarso dialogo con l’attaccante verdeoro, messo quasi in stand-by dopo l’ennesimo infortunio che l’ha costretto lontano dal campo per mesi.
Pato dice che il suo allenatore non comunica in modo ottimale con lui, secondo il suo pensiero un allenatore dovrebbe dire chiaramente al campione di turno in che modo poter migliorare, in parole povere Allegri viene messo sotto accusa perché evidentemente gli ha fatto delle critiche senza che queste fossero immediatamente costruttive. Inoltre, l’affaire Tevez, ormai dato per prossimo a sbarcare in casa rossonera, deve aver fatto suonare il campanello di allarme nella testa di Pato che, giustamente o no, ora teme per il suo posto.
Mettere in discussione il talento del giovane attaccante rossonero è una vera eresia, non può dirsi lo stesso relativamente alla sua continuità sul campo. E non solo perché recentemente ha giocato poco, pur rimanendo aggrappato ad una media gol impressionante, ma il vero nocciolo della questione è la sua fragilità fisica. Gli ormai noti otto infortuni muscolari non hanno garantito un utilizzo continuo del talento brasiliano, lasciando spazio alle alternative presenti in casa rossonera e addirittura aprendo la possibilità di nuovi arrivi per lo stesso ruolo. Ma c’è da fare un’ulteriore precisazione. Il possibile arrivo di Tevez nasce dall’esigenza di sostituire, se fosse possibile, le prestazioni di Cassano, venute a mancare dopo l’intervento al quale si è sottoposto il barese. Quindi l’approdo in rossonero di Tevez non implica di per sé l’esclusione di Pato dai piani rossoneri. Inoltre di fronte ad una primavera ricca di impegni, compatibilmente con l’avanzamento in Champions, competizione per la quale Tevez non può essere schierato, è normale pensare ad un centellinato utilizzo delle forze a disposizione, una sorta di doppio reparto a cui poter attingere a seconda delle evenienze. Pato dunque dovrebbe essere la punta di diamante da associare ad Ibrahimovic in Europa, o l’ideale sostituto dello svedese che non potrebbe sostenere il ritmo reiterato di una partita ogni tre giorni, salvo poi arrivare con il fiato corto a fine stagione. L’arrivo di Tevez dunque non dovrebbe spaventare Pato, non dovrebbe metterlo in discussione, non avrebbe dovuto creare quel caos mediatico in cui invece ci siamo ritrovati, nostro malgrado. E tutto questo ha creato l’assist per il duo parigino, con Leonardo e Ancelotti pronti a passare per i salvatori della patria nella questione intimamente legata al personale futuro da protagonista di Alexandre.
Ma il Milan non cadrà nel subdolo gioco psicologico creato quasi ad arte. Galliani ha parlato chiaro, Pato, così come Robinho, sono incedibili. Ma si sa, creato l’assist qualcuno tenterà di mettere in rete la palla prima o poi. Tanto che si vocifera di un accordo già raggiunto con il PSG, prossimo avversario del Milan in ritiro a Dubai, che quindi avrà ancor più gli occhi del mondo calcistico puntati addosso, magari proprio ad arte.
Il Milan si sta ancora leccando le ferite dopo la cessione di Kakà. La questione economica aveva avuto il sopravvento sui sentimenti, che però sono ripiombati in primo piano come un boomerang lanciato nella speranza di vederlo sparire all’orizzonte, ma tornato nelle mani di chi l’aveva scagliato lontano. Berlusconi e lo stesso Kakà, con il senno di poi, avrebbero molto probabilmente fatto scelte diverse. In un certo senso la storia potrebbe ripetersi se, e sottolineo se, tutti i tasselli di questa storia dovessero posizionarsi uno accanto all’altro a dar vita ad un’immagine chiara. E allora credo che il Milan non possa compiere la stessa scelta una seconda volta, a meno che la volontà del giocatore non prevalga su quella della dirigenza. Al Milan si viene accolti come in una famiglia, ma nessuno è obbligato a rimanere contro la sua volontà.

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