SPECIALE 2011 "Top & Flop" : Ibra regna, leader in campo e leader dei Top. Fumoso il Flop Emanuelson

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© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Soddisfazioni titoli e il ritorno importante sul panorama nazionale, il Milan nel 2011 ha segnato l’inizio di una nuova era. Acquisti importanti, progetto e rinnovo in corso d’opera, ma tante forse tantissime certezze a trasmettere fiducia per il domani. Giovani cresciuti nel vivaio e sbocciati con qualche anno di ritardo, innesti che hanno saputo segnare la svolta, quest’edizione extra della rubrica Top & Flop, vuole premiare i meritevoli di lode.

1° TOP – ZLATAN IBRAHIMOVIC: fare paragoni tra giocatori cresciuti, esibitisi e affermatisi con la stessa maglia, ma in epoche diverse non è mai giusto, ma se a distanza di anni vogliamo scomodare il più grande centravanti della recente storia milanista Marco Van Basten, dobbiamo usare pesi simili. Lo svedese approdato in rossonero dopo le turbolenze in casa blaugrana è diventato di colpo leader, capitano senza fascia e pilastro fondamentale non solo del gioco di Allegri, ma dello spogliatoio intero. Nessun parere contrario alla ledership e all’inserimento del gigante svedese, in una struttura solida come quella milanista, solo un pensiero unanime e positivo, rivoltogli da compagni e staff. Nel finale della scorsa stagione ha macchiato il suo score con squalifiche “gratuite” e prestazioni di caratura diversa rispetto alle altre, ma non c’è paragone con quello vistogli fare finora e soprattto quest’anno. Galliani ha benedetto le frizioni con l’ex allenatore Pep Guardiola, il tifo del Milan deve incorniciare la foto del quartetto Galliani-Ibra-Raiola-Berlusconi.

2° TOP – KEVIN-PRINCE BOATENG: da mesi si sono placate le grasse risate di scherno riservate dall’ambiente calcistico alla dirigenza rossonera, rea di aver chiesto “aiuto” al Genoa per portare in Italia questo sconosciuto fenomeno. Oggi dopo diversi gol realizzati e tanto spettacolo offerto in campo dalla veemenza di gioco, dai colpi e dalle prestaioni, tutti rendono merito a chi in silenzio a lavorato ad uno dei colpi più impotanti mai riusciti in Italia. Cattivo quanto basta per pungolare il proprio Presidente, carismatico tanto da portare un’intera tifoseria dalla sua parte, il futuro è pronto a parlare di lui, gli avversari sono avvisati.

3° TOP – IGNAZIO ABATE: è costato al Milan solo un po’ di pazienza, sta rendendo alla società più di quanto immaginato e ipotizzabile, l’esterno campano meriterebbe più della terza posizione, con un pizzico di fortuna, impegno e miglioramento in fase realizzativa, non è da escludere che tra un anno di questi tempi non si parli di lui come top dei top. Corre, dribbla e dopo aver acquisito tanta fiducia e stima, ha iniziato anche a prendere iniziativa e crossare con una certa continuità. L’erroraccio del derby e di quell’espulsione figlia della foga, sono un ricordo lontanissimo, quelli recenti propongono solo sgroppate vincenti e impietosi duelli vinti a suon di falcate. L’immagine che meglio lo ritrae è quella a fianco di uno J. Zanetti staccato sullo sprint: chi batte un mostro sacro, merita un elogio particolare.

4° TOP – THIAGO SILVA: è il numero uno tra i numeri uno del reparto difensivo, insidia da vicino i top della mediana e in fase offensiva per eleganza non sfigura al fianco dei migliori: un concentrato di irruenza, intelligenza ed eleganza. Il brasiliano inizialmente etichettato come poco reattivo nel cambio passo e direzione, ha screditato tutti imponendosi per qualità, nell’olimpo dei grandissimi della storia. Vuole entrare con decisione nell’albo dei miti milanisti, oggi il 33 vestito con eleganza da Thiago porta a pensare a quel n.6 indossato da uno degli immortali: Franco Baresi. La casacca lasciata fuori dal calzoncini ricorda il mitico capitano, le giocate lo ripropongono puntualmente, solo la militanza e i trofei vinti separano Thiago dal mito fatto uomo.

Non va dimenticato nessuno tra gli “altri”, in una stagione conclusa trionfalmente tutti hanno saputo dare il loro apporto, da Adriano Galliani estroso mago degli affari imposibili, al rude Mark van Bommel ingaggiato per scommessa ed eletto tra i leader del gruppo. In mezzo vanno inseriti tutti nessuno escluso, con riferimento particolare ad Antonio Nocerino che pe dirla alla Mazzone: è uno dal nome “piccolo”, ma dall’immenso redimento. Per la faccia che ride, c’è sempre l’opposta pronta a”smorfiare” con disappunto.

1° FLOP – URBY EMANUELSON: tutti sono ancora convinti delle potenzialità di questo eclettico giocatore, ma ad oggi i riscontri  dal campo sono impietosi o quasi. E’ una delle prime scelte di Max Allegri tra le “riserve”, ma per collocazione, piglio ed efficacia, non sempre eguaglia le ambizioni del tifo e la fama goduta. Giovane a tal punto da poter migliorare, diverso e tanto, dal resto dei compagni di reparto, Urby dev’essere l’alternativa o comunque il valore aggiunto, non l’oggetto misterioso di una squadra che vuole ambire a tutto, contando su tutti.

2° FLOP – DANIELE BONERA: gli infortuni e la sfortuna prima, qualche prestazione non all’altezza poi, sono questi i motivi della nota negativa riportata. E’ con certezza uno dei giocatori più bersagliati dalla sorte a livello fisico, lui che è cresciuto con il Milan nel cuore e tante referenze positive a favore. Qualcuno per doti lo paragonò a suo tempo ai grandi del passato, i guai lo hanno certamente limitato, ma il futuro è fatto per essere vissuto con fiducia.

3° FLOP – FILIPPO INZAGHI: infortunato prima, messo al palo poi, il “leggendario” bomber rossonero sta vivendo una parentesi buia e caratterizzata da incertezze. Nei cuori dei tifosi è sempre SuperPippo, i numeri, le esultanze e le emozioni non le può cancellare neanche il tempo, ma qualcosa è cambiato, se non altro per l’esplosione di altri prospetti e l’approdo di una guida tecnica pronta ad assumersi ogni responsabilità, anche a costo di diventare o risultare impopolare. Nessun demerito personale per figurare oggi tra i flop, solo l’evoluzione di un percorso iniziato insieme tanti anni fa.

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