La fine di un incubo

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MILANO.

Scalare salite altissime, scavalcare muri enormi, lottare contro tutto e tutti, mettendoci sempre il cuore e la determinazione di uno che vuole vincere, anche quando il destino gli riserva brutti scherzi. Gennaro Ivan Gattuso a lottare contro il destino è abituato, gli basta ricordare il passato di Glasgow nei Rengers dove ha imparato a lottare e vivere. Il Milan la sua religione, la Calabria la sua casa, dove ha forse ereditato il vero carattere orgoglioso che ha sempre portato in campo. Un leader senza i piedi buoni , dotato di grandi polmoni , fatti per respirare aria di successi e trionfi ,anche con la maglia Azzurra della Nazionale. Dimostrando che due piedi buoni non bastano , serve anche tanta grinta per raggiungere grandi traguardi. Nella seconda giornata di campionato di scena a San Siro contro la Lazio, Gattuso subisce un forte colpo alla testa, i test clinici pochi giorni più tardi , diranno che si tratta di una paresi del sesto nervo cranico che gli ha causato grossi problemi all’occhio sinistro, impedendogli di poter giocare a calcio. Sembrava così compromessa e conclusa la carriera di un leone ferito. Da poco invece si è appresa la buona notizia,Gattuso ha ottenuto l’idoneità sportiva, ripartendo così a lottare per un pallone come ha sempre fatto, ribaltando il destino, anche quando gioca brutti scherzi. Fine di un incubo e il proseguo di un sogno, vederlo ancora esultare sotto la sua curva, e giocare per la sua maglia, quella cucita addosso.

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