Crudeli: "Quando lo 0-0 è motivo di grande soddisfazione"

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30.03.2012 00:51 di Antonio Vitiello   articolo letto 433 volte

Fonte: di Tiziano Crudeli

© foto di Tiziano Crudeli

Un pareggio molto sofferto ottenuto contro un Barcellona che conferma di essere una  squadra di assoluto valore. I rossoneri escono da questa durissima contesa a testa alta. I blaugrana hanno avuto un possesso palla del 64,8% ma stringi-stringi le conclusioni nello specchio della porta sono state 3 a 3 con alcuni interventi decisivi dei portieri mentre quelle fuori sono state 2 per il Milan e 8 per il Barcellona. Messi, Xavi e compagni padroni del campo ma imprecisi anche perché  frenati da una difesa milanista arcigna e combattiva.  In definitiva lo 0 a 0 è un risultato giusto anche se i giornali spagnoli reclamano due rigori non concessi (uno su Sanchez e l’altro su Messi). Questioni di lana caprina anche perché il Milan, a sua volta, può reclamare  un fuorigioco molto, molto dubbio fischiato a Boateng lanciato  rete, una spinta in area El Shaarawy e alcune mancate ammonizioni, una delle quali a Puyol che era diffidato e quindi non avrebbe potuto giocare il match di ritorno al Camp Nou.  Se il Barça non è andato a bersaglio in una stagione in cui ha segnato 152 gol in 50 partite, di cui 30 in Champions, deve anche recitare il mea culpa viste le imprecisioni nelle  conclusioni a rete. Anzi può tirare addirittura un respiro di sollievo se si tiene conto che il Milan, nel primo tempo, ha sprecato due nitide palle gol.
Al 3’ Robinho, libero a centro area ad un passo dalla porta di Valdes,   su assist di testa di Ibra spara altissimo. Binho è un ragazzo generoso, corre come una scheggia, si sacrifica per la squadra  ma quando si tratta di battere a rete spesso è un disastro. Già in questa stagione ha fallito gol che sembravano già fatti: 1) col Bate Borisov quando dopo aver scartato tutti gli avversari si presenta in area e conclude fuori il possibile gol del 2 a 0 (la partita terminerà col risultato di 1 a 1). 2) più  clamoroso il gol mancato col Barcellona nel match di San Siro del 13 settembre: al 19’ il brasiliano da 4 metri dalla linea di porta spara alto. Gli errori in campionato sono 7: col Parma 2 grossolane imprecisioni; col Genoa; col Cagliari;  nel derby altre 2: prima cicca la palla e poi scarica addosso a Julio Cesar; col Napoli solo davanti a De Sanctis tira a fil di palo. L’ultima, la decima, è quella appena sopra descritta.
Anche Ibra al 20’ del primo tempo, smarcato in area da Seedorf, conclude male  con un diagonale facile preda di Valdes. Già che ci siamo parliamo della prestazione di Zlatan. Sicuramente non ha giocato un  match superlativo, poi l’errore marchiano certamente ha influito sui giudizi negativi. Va, però, anche detto che i compagni lo hanno servito poco e male. Intanto, pur nel suo grigiore, ha confezionato assist per Robinho, Emanuelson e Nocerino e lottato da solo contro Piquè e compagni. Sono anche 13 i passaggi positivi contro i 10 di Messi e 2 tiri in porta come Messi.
Nella hit parade rossonera vanno inseriti Abbiati, decisivo con alcuni interventi, Bonera sempre più convincente, Antonini strepitoso nel doppio salvataggio su Sanchez lanciato a rete in contropiede e su Tello, Nesta preciso e puntuale nelle chiusure su Messi. Massimo Ambrosini merita il podio. Massimo, vecchio lupo di questi mari,  non ha il piede caldo di Van Bommel soprattutto nell’impostare le azioni, ma ha un gran cuore, lotta e corre su ogni pallone e dà un grosso contributo al reparto arretrato.
Il pareggio apre le porte ad un match di ritorno apertissimo soprattutto se il Milan recupererà qualche pezzo da novanta.  Mi sembra giusto ricordare che all’appello mancavano Thiago Silva, Pato, Van Bommel, Abate,  e Cassano, mentre   Boateng, Robinho e Nesta erano reduci da  infortuni e quindi non potevano essere  al meglio della condizione atletica. E’ ovvio che il Barcellona con tutte le bocche da fuoco e con l’elevato tasso tecnico  che si ritrova parte favorito, ma adesso qualche chances in più il Milan le ha guadagnate. Col cuore si vince o comunque non si perde. Sacrificio, compattezza, spirito di corpo e orgoglio a volte fanno miracoli.
A Berlusconi il Milan è piaciuto con riserva. Se in effetti si fa un paragone tra il Milan di Sacchi storicamente bello e spettacolare  e quello visto all’opera mercoledì sera a San Siro (complimenti ai tifosi rossoneri che hanno allestito una coreografia stupenda!!) c’è un evidente contrasto. Col Barcellona la squadra di Allegri ha fatto di necessità virtù e ha giocato come una provinciale difendendosi e attaccando in contropiede. D’altronde, Messi a parte, noi non abbiamo centrocampisti come Xavi, Iniesta, Fabregas, Busquets e Dani Alves abili palleggiatori molto bravi nel costruire (e concludere) la manovra. Il loro tasso tecnico e la loro organizzazione sono superiori. E allora è doveroso compensare il gap con altri requisiti.

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