Lettera di Pierpaolo: “Piangersi addosso non serve, stringiamoci attorno alla squadra”

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Dunque, ricapitoliamo. Il Milan è passato in pochi giorni dall’altare alla polvere. Dalla “quasi” impresa col Barça (fino a prova contrario avrei voluto vedere come sarebbe finita senza quel rigore-dono sull’uno a uno all’intervallo) alla disfatta con la Fiorentina. E i filosofi di milanismo, con accanimento terapeutico e un pizzico di disfattismo, hanno scavato tra le macerie per trovare morti e feriti gravi della ex corazzata Allegriana. Io che vivo di adrenalina rossonera e comunque amo guardare i numeri dico che essere critici può anche essere un pregio, ma celebrare funerali senza morto è da folli. Vorrei ricordare che la Juve è distante un punto, ha sicuramente più “sprint” del Milan, ma non ha ancora vinto lo scudetto. Non vorrei nemmeno prendere ad esempio la stagione di Zaccheroni, la grande rimonta sulla Lazio, e nemmeno voglio aggrapparmi ad alibi (vedi gol Muntari) per iniziare a piangermi addosso. Non serve a niente. Serve invece stringersi attorno alla squadra e al suo tecnico, che, a mio parere ha sicuramente sbagliato qualcosa ma continua ad avere tanti meriti. Primo fra tutti quello di avere “recuperato” mentalmente la batosta viola instillando nel Milan di Verona un carattere da squadra operaia, che vince soffrendo ma vince. La Juve è lassù per tanti meriti, anche del suo allenatore, ma non creda di farsi una scampagnata da qui al 13 Maggio. Psicologicamente sta bene, indubbio, ma io, sempre per la grande legge dei numeri, non credo possa vincere le restanti 6 gare portando a 11 il numero delle vittorie consecutive. Non so se possa fermarla la Roma, penso invece che dovrà stare attenta al Lecce tigresco di Cosmi e al Cagliari, squadra che ha sempre affrontato i bianconeri col coltello tra i denti. A me piace molto lo spirito “battagliero” di Rino Gattuso, uno che è già nella grande storia del Milan, che ha difeso Allegri dalle critiche esagerate e pretestuose, ha pigiato sull’acceleratore emozionale dell’intera squadra. E mi è piaciuto molto Nocerino, che chiama a raccolta i tifosi a San Siro per una grande “bolgia”. L’imperativo è: battere Genoa e Bologna cercando nel contempo di recuperare energie e infortunati per il volatone finale. Io ci credo, e vorrei che, se la Juve inciampasse fossimo pronti a morderla. Per prenderci il diciannovesimo tricolore, alla faccia di gufi e menagrami!

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