L’EDDIEtoriale: Usiamo questa sconfitta per tornare grandi

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Delle volte perdere aiuta a vincere

E’ incredibile come siano precipitate le cose nel giro di un mese. Da una stagione trionfale, dove nulla era impossibile ad una completamente fallimentare, senza alcuna vittoria, con un’uscita di scena mestissima arracando in casa contro squadrette. Sul banco degli imputati inevitabilmente ci salirà il mister, perchè Max ha tante colpe,ma anche alibi. In primis gli infortuni,poi i torti arbitrali subiti, infine l’ambiente. Mi spiego: abbiamo cominciato questa stagione con l’illusione che tutto ci fosse dovuto, un senso quasi di onnipotenza. Eravamo talmente sicuri di noi stessi che non ci siamo resi conto del pericolo proveniente da Torino. Ricordo bene Maiamata-Rubentus del girone d’andata, la ricordo così bene perchè era il mio compleanno e durante la cena nel locale c’era un maxischermo che trasmetteva la partita ed io stesso ho esultato al goal di Matri manco avesse segnato il Milan!

Nessuno onestamente credeva i gobbi avrebbero costituito un pericolo, nè ad inizio campionato quando eravamo sotto, nè quando abbiamo superato ed allungato fino al +7. Prima dell’inizio del campionato azzardai nelle previsioni della classifica finale un secondo posto rubentino, contro ogni logica dato che il 99,9% degli addetti ai lavori la davano massimo da 4to posto. Ero convinto che Pirlo (mio grande rimpianto), ma soprattutto Conte (uomo che detesto,ma allenatore che stimo) avrebbero fatto la differenza, ma mai avrei creduto che una squadra (quasi identica) da 7mo posto sarebbe diventata da titolo. E così mentre a Vinovo continuavano a ripetere “Vi faremo sputare sangue“, a Milanello ribadivano “Il campionato è nostro,pensiamo alle coppe..“.

Ci abbiamo pensato fin troppo, dalla maledetta coppetta Italia, con la scelta insensata (da parte di Allegri) di rischiare Thiago, passando per lo stress psicologico della doppia sfida di Champions contro i catalani. Ed i problemi ,oltre che i risultati negativi, si accumulavano,eppure ogni volta “tanto ci pensa Ibra“. Quel Gulliver invocato da Conte come fosse l’unica ragione del dominio rossonero. Il mister bianconero è stato profetico dato che, calato lui, siamo crollati. A Lecce c’era stato il miracolo Boa, ad Udine quello di Lopez & Stephan, ma tolti questi sporadici episodi, la dipendenza dallo slavo è stata totale. Il paradosso è che lo sia ancora, nel senso che se gli altri 10 fossero stati capaci di difendere i suoi goal avremmo vinto anche contro Fiorentina e Bologna, entrambe marchiate dall’ennesima rete. Sarebbe stato un modesto 1-0 ma saremo rimasti avanti in classifica, con tanti saluti ai sogni di gloria altrui per la terza stella, invece no..

Ora però sarebbe da piangina star qui ad elencare i se ed i ma, meglio guardare in faccia la realtà: il campionato è quasi finito, mancano 4 giornate più il recupero e siamo sotto di 3, anzi di 4 punti (per via degli scontri diretti), quindi salvo i gobbi non vogliano suicidarsi è praticamente impossibile pensare che si possa mantenere il tricolore e festeggiare il 19mo scudetto. Passiamo oltre, pensiamo al futuro cercando di esser critici con noi stessi sulle cause interne, non solo esterne (errori arbitrali) che hanno inciso pesantemente sulle sorti della stagione. Sono convinto che il tifoso rossonero doc, quello che ama il club per la maglia non per chi la indossa, quello che si emoziona indossando colori sociali non per il costo del cartellino dell’ennesimo mercenario, rimarrà saldamente accanto all’ambiente. Gli altri, quelli “occasionali“, quelli che seguono solo in tv o che vengono a San Siro per farsi vedere ricordando al mondo di esser rossoneri solo quando c’è da festeggiare in Piazza Duomo, quelli scompariranno… per fortuna!

Ripartiamo dallo zoccolo duro casciavit, ripartiamo da chi ha voglia di discutere, anche animatamente, dei perchè , ma non si nasconde solo dietro facili alibi. Stiamo uniti e riserviamo un trattamento diverso ai protagonisti della stagione, cogliendo il positivo ed il negativo senza capri espiatori. Rispettiamo coloro (come Nesta,Antonini o Ambrosini) che hanno dato tutto onorando sempre la maglia, meditando su coloro che invece hanno deluso specialmente come uomini (Pato,Aquilani,Robinho e Mexes) oltre che per le prestazioni fornite. Non dobbiamo fare repulisti, nè pensare che basti qualche ritocco per tornare subito a vincere, bisogna avere un progetto, senza mister X, con nomi e cognomi sensati che vadano a formare un Ac Milan 2012/2013 nuovo conservando l’identità del club.

Io ci credo, ed amo sempre incondizionatamente il Milan. Non mi illudo sarà facile nè immediato, ma le basi per realizzare (ancora) qualcosa di importante ci sono eccome (basti pensare ad El Shaarawy,Boa,Abate,ecc..). Sta a chi scende in campo dimostrare di voler far parte del nuovo progetto, a cominciare dal recupero contro i genoani. Sarebbe una consolazione, ma una goduriosa consolazione spedire i grifoni in Serie B e vincere il derby di ritorno “in casa” (si fa per dire..) dei merdazzurri. Questo intendo per onorare la maglia, quindi forza ragazzi, staff e tifosi, insomma:

FORZA MILAN sempre & comunque!

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