Milan-Bologna Serie A 2011/12 presentazione

Milan Night

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La quota salvezza si è alzata: Pioli chiede un ultimo sforzo ai suoi

Avversaria quasi salva, gioca un calcio collettivo che trasuda quell’umiltà con la quale mister Pioli sempre misura se stesso e le squadre che guida sul campo; l’organizzazione di una squadra che se ne sta sotto le foglie, che non ha mai la prima pagina, ma che ottiene quel che vuole, non può mai essere sottovalutata, neppure con la motivazione di un loro possibile rilassamento.

Con la salvezza ad un passo, per una piazza che meriterebbe di godere altro tipo di spettacolo calcistico, l’undici felsineo è squadra che ha rotto le scatole a tutti in stagione: blocca il Milan sul pari all’andata; ferma la Juventus sul più bello della sua rincorsa invernale -che si compirà più tardi-; batte l’Inter 0-3 a S.Siro dopo anni; ferma il Napoli al S. Paolo e “usa” la Lazio all’Olimpico… niente male per chi lotta solo per non scivolare troppo in basso e rischiare d’inguaiarsi nella zone bollenti di classifica.

Le caratteristiche di Morleo e Cherubin da una parte, Raggi e Pulzetti dall’altra, si prestano ad un mascheramento della strutturazione; la maturazione di Mudingay -tardiva- ha permesso a mister Pioli di camuffare adeguatamente l’identità della nostra prossima avversaria: è sempre difficile affrontare la squadra emiliana per chiunque; chi si aspetta un tipo di partita, semplificandone la lettura in fase di avvicinamento alla stessa, può rimanere spiazzato poi sul campo.

Le qualità di Ramirez e Diamanti, la duttilità di Perez e Koné, offrono al tecnico emiliano una sensibile, potenziale, differenziazione di modulo e il poter allestire un tipo di partita piuttosto che un’altra; Acquafresca e Di Vaio rappresentano la variazione offensiva più marcata di questa impronta differente, “giocando” sulla scelta di chi e come si può ricoprire il ruolo di punta centrale.

Che partita faranno gli emiliani? Partendo dall’atteggiamento spesso contraddittorio mostrato in campo, parte della critica pensa che le maggiori energie verranno riservate per la gara di mercoledì prossimo contro il Siena; personalmente credo che l’indecifrabilità dei felsinei sia da ricercare nei temperamenti discontinui che i giocatori più estrosi presenti in rosa mostrano nell’affrontare certe partite: la platea di S.Siro, l’interesse dichiarato da tempo per alcuni elementi da parte di un’Inter in fase di ricostruzione, può far pensare ad una squadra che arriverà a Milano ben concentrata nei suoi uomini più pericolosi, vogliosa di fare bene e per nulla al risparmio.

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Non sempre ma… a volte ritornano

Le due giornate di riposo concesse avranno dato modo a testa e muscoli di giocatori particolarmente logorati di recuperare. L’opportunità di disporre di una settimana libera ha permesso di lavorare sia sulla partita specifica di domani sera che sulle prossime sia dal punto di vista atletico, per ritrovare conseguentemente una fluidità nella giocata, che per poter riprendere alcuni concetti tattici e quel corretto atteggiamento che le prossime gare solleciteranno nella squadra.

Rinsaldare lo spirito della squadra è doveroso: dopo il richiamo della dirigenza di due settimane fa -quando la truppa pareva quasi sul punto di ammutinare a causa de ritiro pasquale post-Fiorentina-, scendere in campo col giusto grado di convinzione nei propri mezzi e umiltà per dare un senso al finale di campionato ed a tutta la stagione è un obbligo.

Le esigenze di allargare il fronte d’attacco per abbassare un loro laterale e non offrire a Mudingay una giocata facile in uscita, ci segnala come le prestazioni della punta in appoggio ad Ibrahimovic e della mezza-punta debbano essere tatticamente e tecnicamente di sensibile qualità; il numero 26 rossoblu è sì diga contro la quale si rischia di sbattere, ma è altresì il giocatore che va aggredito per bene a palla persa: i piedi non eccelsi del 26, la loro strutturazione -che in ogni caso renderà caotica la metà-campo- chiama senza dubbio la mezza-punta a partecipare nel difendere sul pressing corale o con la sua pressione singola.

Ritrovare giocatori (Abate, Aquilani, van Bommel) riporta un’identità di squadra riconoscibile in campo. Le seconde linee potranno essere assorbite meglio nell’economia del gioco: meno peso avranno nel determinare la gara, e, tanto più, al contrario, potranno “appoggiarsi” ai compagni più dotati, meglio risulteranno utili a forzare i cardini di un’avversaria organizzata, che storicamente sa metterci in difficoltà quando è ospite a S.Siro… la gara potrebbe rivelarsi decisiva nel dare una svolta in classifica, serve massima “cattiveria”.

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