Barça e Real: 2 rivoluzioni, campioni in libera uscita. Grazie striscia, dal 2006 ad oggi Allegri il migliore. Terza stella? La linea politica la…

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Nato a Milano il 10 Maggio 1965; Giornalista Professionista dal 1994. Dopo le esperienze professionali di carta stampata (La Notte e Il Giorno) e televisive (Telelombardia, Telenova, Eurosport), dirige Milan Channel dal 16 Dicembre 1999.

28.04.2012 00:00 di Mauro Suma   articolo letto 568 volte

Senza Guardiola a Barcellona, non c’è più gusto neanche per Mourinho. E il calcio italiano ringrazia: le sommosse in arrivo a Barcellona sponda blaugrana e a Madrid sponda merengue aguzzano l’ingegno delle nostre squadre che sperano di rinforzarsi con le briciole che verranno lasciate inevitabilmente sul terreno dalle rivoluzioni di Barça e Real.
A Barcellona gli insoddisfatti dalla ultime scelte di Pep (Xavi sostituito nel “clasico” e Cesc immusonito in panca), i catalani duri e puri non si muoveranno di sicuro: Xavi, Iniesta e Fabregas. Ma attenzione a Mascherano e Keita. Nelle grandi squadre italiane, a centrocampo, ci sono braccia aperte per loro due. Non all’Inter per Mascherano che profuma di Benitez, ma altrove perché no. Keita, invece, è un prodotto più per amatori che per squadre muscolari o di corsa. Vedremo. A Madrid, uno fra Benzema e Higuain è di troppo, e la Juventus non vede l’ora che l’eventuale successore di Mourinho ne liberi uno dei due. Kakà? Non si muove, a maggior ragione se dovesse partire proprio Mou. E Sergio Ramos? Ha ancora gli stimoli giusti per rimanere in una difesa in cui il leader incontrastato è Pepe? Il suo potrebbe essere un futuro alla Raul ante-litteram. Ma è Fabio Coentrao, il nodo. Strapagato, ha abbastanza deluso. Marcelo vince nettamente il duello interno alla casa blanca. Ecco allora che il portoghese potrebbe essere quel laterale sinistro, a costi ridimensionati, in grado di soddisfare gli appetiti di alcune squadre italiane per le quali il mercato dei terzini è merce rara.

Striscia la Notizia infierisce e si diverte con i telecronisti e i commentatori di area rossonera. A conferma della tutela di Mediaset nei confronti del Milan e dei milanisti…Ma non c’è problema. Durante Milan-Genoa, tutto il pubblico esultava per questo fantomatico gol del Cesena del mio amico Beretta e, contagiato, ho fatto la stessa cosa. E’ durata poco, ma è stata una bella emozione lo stesso. Sempre durante la telecronaca, io stesso ho pronosticato gli sfottò che avrei subito per quell’esultanza fasulla, perché so come funziona, il giorno dopo. Pazienza. La pelle è dura e poi siamo sempre nell’ambito delle cose che ci stanno. Quello che non ci sta sono invece le volgarità da cavernicoli che individui volgari e frustrati “postano” su youtube o sulla rete in generale rispetto a episodi del genere. Sai che bello questa “gente” vederla insultare e sghignazzare sul web e magari poi tremare, una volta rintracciata dalla polizia postale, davanti ad un giudice che chiede ragione di offese e diffamazioni? Il problema è che  troppa attenzione certi ometti neanderthaliani non la meritano. Ringrazio invece, con la lealtà che merita, il mio amico Scarpini. La rivalità è bella perché ci si vuole superare, si vuole competere, non ci si vuole cancellare o sopprimere. Non esageri però con i complimenti, che ricambio con convinzione e senza smancerie, perché il suo amico Leonardo, che torna ad Appiano, eccome se torna, potrebbe non apprezzare…

E’ vero, Allegri non ha marcato a uomo a San Siro i giocatori del Barcellona nell’andata dei Quarti di finale di Champions League. Ma non è questo il motivo per cui lui non possa continuare ad essere l’allenatore del Milan. Nemmeno il Chelsea al Camp Nou ha marcato a uomo. Eppure i Blues sono andati in Finale, certe svolte non dipendono dalle marcature. Ma dalla salute generale, complessiva, di una squadra. E il Milan dopo la rimonta che lo ha portato a più 4 sulla Juventus con 12 infortunati a partita, si è ritrovato a fine marzo-inizio aprile senza i ricambi, che tardavano a rientrare per nuovi infortuni e nuove ricadute, necessari per continuare il cammino. Certo, sul Milan e sull’allenatore, che la accetta, grava la scelta di schierare Thiago Silva a Torino in Coppa Italia, ma questo, come per Boateng all’andata contro l’Arsenal, fa parte delle annate. Ci sono stagioni in cui fai una forzatura e la sfanghi e annate in cui la paghi. A tutti i milanisti offesi dal gioco di Allegri e che fanno telefonate deliranti alle radio lamentandosi che non ne possono più di inseguire, ricordo che il Milan nella scorsa stagione ha vinto lo Scudetto stando in testa da Novembre a Maggio e che quest’anno nonostante gli assistenti, è stato primo da Natale a Pasqua. Ricordo anche che dal 2006, estate in cui è cambiato il calcio, prima di Allegri (1′ nello scorso campionato e male che vada 2′ quest’anno) il Milan era arrivato 4′ nel 2007 con Ancelotti, 5′ nel 2008 con Ancelotti, 3′ nel 2009 con Ancelotti e 3′ nel 2010 con Leonardo. Dal 2006 ad oggi, in Campionato, il 1′ e 2′ posto di Allegri sono i migliori risultati rossoneri. L’Europa? E’ cambiato il quadro macro-economico dal 2007 in poi, la questione non è tecnica. Fabio Capello? Il massimo del rispetto per una figura storica  e vincente del calcio italiano, ma se parliamo di gioco, non è che Don Fabio sia propriamente un esteta, come conferma la scelta di impostare un certo tipo di grande Milan su Marcel Desailly a centrocampo con Roberto Baggio in panchina. Scelte ai miei occhi sacrosante, ma non so quanto lo siano agli occhi di tutte quelle schiere di tifosi che invocano Capello perché stanchi del gioco “muscolare” di Allegri. Anche perché molti esperti avevano definito “capelliano” il gioco e l’atteggiamento dell’Allegri dello Scudetto. E allora che facciamo? Sostituiamo l’eretico con il suo ispiratore? Mah!

Capito, piuttosto, l’antifona? Il Milan che notoriamente non ha richieste di risarcimento economico in corso, si becca le bacchettate sulle dita da parte del presidente Nicchi. Altri che vantano invece sostanziosi discorsi in sospeso, possono parlare di terza stella e raccolgono la risposta ammiccante del presidente federale Abete. Ma come? La Figc autorizza i collages sulle maglie e declassa i propri stemmi ufficiali? Si sappia allora che le autoproclamazioni, se altre società avessero lo stesso stile, potrebbero diventare delle vere e proprie pandemie. Il Torino potrebbe riappropriarsi dello Scudetto del 1927, il Milan della Coppa Federale 1915-16 (fu un Campionato a tutti gli effetti, vinto con 5 punti di vantaggio sulla Juventus nel Girone Finale), l’Inter potrebbe riconsiderare quel Campionato 1960-61 in cui schierò per protesta la Primavera perdendo poi il titolo per un solo punto, la Roma potrebbe accampare le giuste pretese per il nonno del gol di Muntari, ovvero il gol di Turone…e così via. Ma, di fronte al risarcimento, varrà la ragion di Stato, per cui dopo l’estate pilatesca del 2011 sulla relazione di Palazzi (lo stesso che sta per fare i deferimenti di Scommessopoli  che potrebbero avvantaggiare chi un anno fa lo etichettava come “quella gente lì”…), prepariamoci al Ponzio Pilato atto secondo.

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