Inter-Milan Serie A 2011/12: Derby

Milan Night

Stramala 150x150 Inter Milan Serie A 2011/12: Derby

Una Stramuntada… grande così

La squadra di Stramaccioni non può essere che la strafavorita in questo derby di fine stagione: l’armata nerazzurra risale la china dopo lo sfortunata sconfitta rimediata a Torino sotto la guida di mister Ranieri e, mai doma, si appresta a scendere in campo come la più seria pretendente al terzo posto della Serie A, vincendo e convincendo tanto da far esclamare ai propri tifosi “Certo che con un pizzico di fortuna in più a giocarci lo scudetto c’eravamo anche noi”… e i 22 punti di distacco dal Milan diventano un dettaglio.

Ironie (facili) del pre-derby a parte, la guida tecnica del romano ha portato più di ogni altra cosa una differente mentalità in campo: là dove la squadra di Ranieri portava 3/4 uomini ad attaccare, ora ne troveremo 4/5, indipendentemente dal rientro di Sneijder dopo l’infortunio e dalla “falsa questione” della sua integrazione nel modulo (per la serie, come crearsi da sé problemi che non esistono).

Di già osservando il 4.3.3. iniziale dell’era Stramaccioniana, si poteva notare come -ugualmente a come la pensa il sottoscritto-, il tecnico romano non volesse mai rinunciare a giocare la profondità del centrocampo: l’impiego di Poli nella terna mediana, altro non era che un semplice artificio… era l’ex sampdoriano che andava a giocare la zona alle spalle della punta, rimodulando i movimenti di squadra su un 4.2.3.1.

Col rientro di Sneijder, la scelta della strutturazione “alla francese” -con le tre mezze-punte dietro al centravanti- è stata una naturale conseguenza per una squadra che doveva rincorrere un terzo posto che pare nessuno voglia prendere. Il rovescio della medaglia è che l’Inter quest’anno resta una squadra che ha in troppi suoi elementi una carenza agonistica evidente: non si discute il valore dei singoli, resta negli occhi la difficoltà a sviluppare calcio in maniera piena, efficace.

Capovolgere “il vertice del triangolo di centrocampo”, dal 4.3.3. al 4.2.3.1., fino all’ultimissima versione con due mezze-punte alle spalle del centravanti, non rappresenta un semplice esercizio di stile calcistico, ma ci informa pure su quali uomini verranno sollecitati maggiormente nell’attaccare e nel difendere. Mantenendo un atteggiamento gioco-forza offensivo, i nerazzurri hanno la tendenza a perdere equilibrio in campo: Cambiasso ed i compagni di reparto spesso vivono grande difficoltà nel prendere i movimenti tra le linee degli avanti avversari.

Contro una squadra di strutturazione simile alla nostra -il Cagliari-, Cossu, sul neutro di Trieste, è stato l’uomo che più ha messo in difficoltà la zona difensiva della nostra avversaria. Una grande prestazione quella del attaccante sardo che, attaccando tutto il fronte d’attacco partendo tra le linee, faceva perdere le distanze a centrocampisti e difensori mettendo in costante allarme la squadra nerazzurra.

Allegri raccoglie la palla 150x150 Inter Milan Serie A 2011/12: Derby

Giochiamocelo fino alla fine

Difficile dire quanto gli ultimi risultati incideranno sull’atteggiamento iniziale di una partita che mister Stramaccioni preparerà tatticamente con grande attenzione: il 3-1 subito a Parma, sul più bello, può aver annebbiato la concentrazione di una squadra che aveva un obbiettivo comunque prestigioso da raggiungere, aldilà della “semplice” supremazia cittadina, peraltro già delineata -a nostro favore-, indipendentemente dall’esito del derby.

Se il togliere riferimenti offensivi attraverso i movimenti della nostra mezza-punta e degli attaccanti è un tema sensibile, quello della nostra uscita difensiva è tema altrettanto importante: sulla presa in contrapposizione dei moduli, la superiorità numerica che il nostro sistema vanta tra i due centrali e la loro prima punta -i terzini e il centro-mediano sono “in ombra”-, dovrà farsi valere proprio in impostazione.

Anche da questo aspetto, si capisce come la presenza di T. Silva possa determinare qualcosa di più che una sicurezza maggiore in difesa, ma pure una maggiore qualità in costruzione. Chi giocherà determinerà il grado di efficacia del nostro modo di stare in campo che, a mio parere, è quello che ci dovrà vedere capaci di togliere l’opportunità di giocare la profondità a partire dalla metà-campo, pazienti e pronti ad aspettarli “il giusto” per poter lavorare poi per bene negli spazi, “sulle loro ruggini”.

La partita è da affrontare con “calma olimpica” perché andar via di nervi sarebbe l’errore più stupido che potremo commettere, facendo scivolare la gara su un terreno dove l’avversaria avrebbe buon gioco. Dovremo giocare a calcio meglio di loro, con semplicità, con e senza la palla nei piedi: sarà più che sufficiente per vincere e azzerare ogni tipo di rimpianto.

A Giancarlo che scalpita

Anfry

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