Luca Serafini: “Non solo i giocatori devono essere da Milan”

Canale Milan

Il campionato è finito da pochi giorni, e sono ancora vive le emozioni ed i rimpianti che ci ha regalato questo finale di stagione. Abbiamo quindi voluto chiedere a Luca Serafini quali sono le sue riflessioni su questo epilogo, e come sempre non si è tirato indietro nell’esporre retroscena (commoventi) ed analisi lucide.

Incominciamo dalla fine. Domenica hanno salutato San Siro giocatori che hanno rappresentato una parte significativa della storia di questa squadra, del calcio italiano ed europeo. Se chiude gli occhi per un istante quale flash e quale frase le viene subito in mente per descrivere quella giornata?
Mi viene in mente una frase che, mi ha confessato, è rimasta in gola ad Ambrosini domenica scorsa, troppo emozionato per urlare a centrocampo, nel microfono: “Siamo il Milan”. Il flash che mi viene in mente è la notte di festa dopo il secondo derby di Champions nel 2003.

Durante questo campionato si è detto tutto e l’incontrario di tutto per trovare i motivi di questo finale scadente del Milan. Secondo la sua opinione qual è il motivo che effettivamente ha pesato negli ultimi mesi della stagione?
Quando si butta dalla finestra uno scudetto così, le ragioni sono svariate. Gli infortuni sono al primo posto. L’errore più grave: schierare un già sofferente Thiago Silva in Coppa Italia. L’effetto: una squadra che ha vinto lo scudetto senza sconfitte, onore a loro.

L’ultima volta ci eravamo lasciati con due nomi per il futuro: Ganso e Constant. Ora come ha affermato Allegri, il Milan 2012/2013 ripartirà da Montolivo, giocatore fino ad ora non ancora capace di esprimere al meglio le sue potenzialità con continuità. Ci può esprimere un parere sul centrocampista e se crede che la sua presenza e relativo impiego con la nazionale agli Europei possa ritardare i tempi per acquisire confidenza e condizione con la nuova realtà rossonera.
Ai Mondiali di 2 anni fa è stato tra i pochissimi a salvarsi. La Nazionale è la naturale conseguenza se uno è bravo, la maglia azzurra non può essere un problema, mai. Montolivo, appunto, è bravo, ma al Milan serve gente bravissima. Lui deve salire di livello, deve dimostrare di avere personalità, deve diventare decisivo. Finora non lo è stato, nemmeno nelle stagioni in cui i viola sono arrivati davanti al Milan e sono andati in Champions: allora si parlava di Marchionni, Jovetic, Vargas, Gilardino, Melo, ma non di lui.

L’arrivo di Montolivo quanto potrà influire sull’esito del riscatto di Aquilani? Non c’è il rischio di avere un doppione?
No, non sono doppioni, ma non so se Galliani in questo momento possa sobbarcare al Milan due ingaggi e cartellini contemporaneamente, come quelli di Aquilani e Montolivo. Certo con entrambi in rosa la qualità tecnica aumenterebbe molto e di questo il centrocampo rossonero ha estremo bisogno. Comunque anche Aquilani è in un momento della sua vita professionale in cui deve fare un salto in alto.

Lei che conosce bene Massimo Ambrosini cosa pensa possa essergli passato per la testa quando ha letto che l’A.D. Galliani vorrebbe dare già dalla prossima stagione la fascia di capitano ad Ibrahimović?
Niente, perché giovedì mattina lo ha svegliato una telefonata di Galliani che lo chiamava per smentire quella notizia.

Rimaniamo su Ambrosini. In occasione della presentazione del suo libro “Milan 25 anni di gloria”, quando gli ho chiesto quali siano secondo lui i valori che contraddistinguono i veri giocatori da Milan, mi ha risposto subito e senza indugi “Spirito di sacrificio, passione ed attaccamento alla maglia. Sicuramente passione.”. Praticamente l’identikit di chi ha fatto grande il Milan fino ad ora, domenica scorsa inclusa. In base a questo dogma imprescindibile, non è che ci ritroviamo (e ritroveremo) in rosa i cosiddetti  “mezzi giocatori”? Anche dalle dichiarazioni di Nesta e Gattuso si è appreso che forse la “pasta” dei giocatori …
“Quando ero studente, una volta mio padre fu chiamato insieme con i genitori di tutta la mia classe. I professori lamentavano come l’andamento dell’anno scolastico fosse estremamente negativo da parte di tutti, una classe indisciplinata e poco studiosa. Nella furia dei genitori, mio padre si alzò e con molta calma disse ai professori: “Il problema è vostro. Se mio figlio non va bene, me ne occupo io, ma se vanno male tutti, significa che non siete bravi voi”. La questione sta nel manico.

Nelle ultime settimane è riapparsa nuovamente la notizia che il Presidente Berlusconi vorrebbe vendere quote dell’ A.C. Milan con destinazione estremo oriente o petroldollari. Rispetto al passato questa notizia non è stata riportata da “Repubblica” con la solita cadenza semestrale, crede che possa essere un’ ipotesi concretizzabile anche nel breve termine? E se si, quanto effettivamente potrebbe influire sulla realizzazione di un nuovo progetto Milan sia a livello di squadra che per quanto riguarda lo stadio di proprietà?
“Nessuno acquista il 40% di un marchio che vale 1 miliardo, senza alcun bene di proprietà. Nessuno. Il Milan ha solo il centro sportivo di Milanello di proprietà, diciamo un valore di 30-40 milioni. La storia e i cartellini dei giocatori non sono valori, per un investitore. Lo stadio di proprietà non è un progetto realizzabile, per lo meno non a breve. Per il resto, il titolo Mediaset nel 2000 valeva 24-25 euro, nel 2010 ne valeva 6, oggi ne vale 1,5. Le aziende di Berlusconi sono in difficoltà, tagliano ovunque. Il mondo, è in difficoltà. La gente mette via gli euro per mangiare. Berlusconi non se la sente di staccare assegni per il Milan, anche se ne avrebbe molta voglia…

Se le dicessero che per il 9 luglio, giorno del ritiro, deve sacrificare un attaccante, chi butterebbe giù dalla torre tra Maxi Lopez e Robinho? E tra Pato ed El Shaarawi?
Robinho. La sensazione è che nella stagione dello scudetto abbia fatto qualcosa di molto superiore alle sue doti. Pato si è escluso da solo, la domanda non si pone. E’ uno di quelli che pensano, dopo una stagione importante e qualche gol, di poter vivere il resto della loro vita sugli allori, come poi è accaduto a Boateng e forse allo stesso Robinho. Spero che Nocerino sia più furbo… 

Grazie per la disponibilità.
Un saluto ai lettori di Canale Milan.

Riccardo Zavagno

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