Incocciati: "Il simbolo della crisi del Milan è Boateng"

18.09.2012 12:30 di Matteo Bursi  articolo letto 887 volte

Fonte: Tuttomercatoweb.com

© foto di Francesco De Cicco/TuttoLegaPro.com

Comincia oggi l’avventura in Champions League del Milan. La squadra di Massimiliano Allegri ospiterà l’Anderlecht nella prima sfida della fase a gironi. Per fare il punto sul momento che sta attraversando il club rossonero Tuttomercatoweb.com ha intervistato il mister Giuseppe Incocciati, ex attaccante che ha vestito la casacca rossonera dal 1979 al 1985: “La squadra sta giocando al di sotto delle sue possibilità. Ci sono difficoltà evidenti sotto l’aspetto del gioco e della manovra. Ci sono anche problemi che riguardano i singoli. Boateng, ad esempio, è irriconoscibile. Mi sembra una squadra che si guarda molto allo specchio. Pazzini da solo non può reggere il peso dell’attacco e senza Robinho e Pato è chiaro che tutto diventa più difficile”.

L’impressione è che anche in mezzo al campo manchi chi faccia la differenza…
“Come in ogni squadra serve la qualità. Torno su Boateng perché, secondo me, è l’emblema di questo inizio negativo. Se non da segnali di risveglio, è la brutta copia del calciatore ammirato negli anni passati. In mezzo al campo servono i muscoli, ma la differenza la fanno sempre i giocatori di qualità. Lo scorso anno, almeno, potevi contare su attaccanti come Ibrahimovic e Cassano che sopperivano a queste difficoltà. Ora non ci sono più”.

Risultato scontato questa sera?
“Mi auguro che la partita si concluda con la vittoria del Milan, ma non credo che il risultato sarà scontato. In questo momento ci sono tante polemiche che non fanno bene all’ambiente. Il Milan deve riprendersi presto per dare la giusta importanza alla competizione”.

In questo caso a pagare sono sempre gli allenatori…
Le rispondo con una battuta di Trapattoni. Gli allenatori si dividono in due categorie: quelli che sono stati esonerato e quelli che stanno per essere esonerati – dice sorridendo -. Scherzi a parte, auguro ad Allegri di restare il più a lungo possibile sulla panchina rossonera. E’ un bravo allenatore e anche se perderà il posto il suo sostituto raccoglierà un’eredità importante perché – a mio parere – ha lavorato bene”.

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