Indiana Jones, bordate e serpi in seno: tutti contro Allegri

18.09.2012 21:15 di Antonio Vitiello Twitter: @AntoVitiello  articolo letto 185 volte

Fonte: di Andrea Losapio per TMW

© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Immaginatevi di essere nella scena finale dell’ultimo Indiana Jones. Lasciamo perdere i giudizi e la critica sul film, concentriamoci sulla difficoltà di scappare da una camera enorme e che presenta una difficilissima, se non pericolosissima, via di uscita. L’acqua sta per sommergere tutto e l’eroe deve sfruttare cornicioni e sfidare leggi della fisica per tentare di non morire affogato. Dall’immaginazione all’Anderlecht, al momento il passo è brevissimo, forse fin troppo.
Stasera parte la Champions League, il Milan è pronto ad affrontare il proprio girone con il match più comodo dei tre, contro i biancomalva. Meglio partire con loro che contro lo Zenit delle stelle oppure il Malaga degli sceicchi (che sembrano pronti a tornare in sella dopo lo screzio agostano), club sicuramente inferiori come blasone ma sulla carta infarciti di talento e imprevedibilità. La cosa può rivelarsi come un’arma a doppio taglio. Una possibile sconfitta complicherebbe non poco la corsa agli ottavi: le stelle dell’Anderlecht, da Lucas Biglia a Matias Suarez, passando per Milan Jovanovic e Dieumerci Mbokani, sono state appetite – chi più, chi meno – da club italiani di prima fascia. Non per questo l’Anderlecht può considerarsi una big, giacché il livello medio dei calciatori non dovrebbe dare fastidio al Milan, seppur ridimensionato, in casa.
La brutta figura è dietro l’angolo, ma non solo. Carlo Ancelotti, da Parigi, non ha avuto parole dolci per il nuovo corso milanista. Non ha inserito nei nominati quasi nessuno che è andato via per screzi con Allegri, perché Stam e Cafu erano già fuori dal Milan prima che arrivasse il tecnico livornese, così come Alessandro Nesta probabilmente ha fatto un anno in più del previsto: Thiago Silva, a dicembre del 2010, aveva confessato di essere dispiaciuto per l’addio a fine stagione del difensore romano. Qualcosa o qualcuno ha prolungato il contratto di ulteriori dodici mesi prima di lasciarlo andare in direzione Canada. Il problema è che Ancelotti, pur non citando direttamente i Seedorf e i Gattuso (o Pirlo), ha fatto capire che la decadenza è dovuta a chi in rosa c’è e li ha sostituiti.
Infine, Filippo Inzaghi: l’ex centravanti piace già a Milanello. Conosce i compagni, è giovane, carismatico, costa poco. Soprattutto costa poco. E ha un conto aperto. Macché, apertissimo con Allegri, da serpe in seno. Basti pensare che prima di accettare la panchina degli Allievi Nazionali, Superpippo era in bilico con l’offerta (reale, realissima) dell’Atalanta, che tramite patron Percassi lo aveva lusingato. Problemi contingenti hanno poi fatto saltare l’affare, ma era chiaro che Inzaghi volesse rimanere in campo per fare capire ad Allegri che aveva sbagliato a trattarlo da ex campione. Lo sta facendo dalla panchina: perché il campo, all’allenatore livornese, sta letteralmente franando sotto i piedi, e Inzaghi è la prima alternativa (in tandem con Tassotti) in caso di cacciata. “Ho chiesto consigli ad Ancelotti”, aveva detto all’esordio: compiaciuto Carletto, di rimbalzo, ha messo la palla in rete, a porta vuota, da pochi passi. Un gol alla Inzaghi per bucare la porta di Allegri.
Che assomiglia sempre di più a Indiana Jones, con l’acqua alla gola e il rischio di annegare sempre più alto. E non è detto che una vittoria con l’Anderlecht, troppo scontata, possa bastare per uscire indenne.

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