ZENIT-MILAN, IL MIGLIORE IN CAMPO
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E’ arrivato il giorno della prima stracittadina della stagione, una partita sempre affascinante e che per i tifosi vale moltissimo, indipendentemente dalla classifica e dal rendimento della squadra.
© foto di Markus Ulmer/PhotoViews
Diciamolo subito: non sarà certo il derby più importante della storia e la vendita dei biglietti, con i botteghini dello stadio aperti anche il giorno della partita, lo ha dimostrato, visto che in passato la stracittadina ha sempre raggiunto il “sold out” molti giorni prima della sua disputa e in molti casi i preziosi tagliandi erano introvabili, mentre in quest’occasione forse avanzeranno, anche se negli ultimi giorni c’è stata un’impennata che consentirà allo stadio di essere pressochè pieno come una partita del genere merita. I motivi sono molteplici: c’è la crisi economica e i biglietti sono sempre troppo cari; siamo solo alla settima giornata, quindi la partita ha un valore relativo sull’andamento della stagione; le due squadre non sono momentaneamente in lotta per l’altissima classifica (l’Inter sta un po’ meglio, il Milan è già parecchio attardato), le rose a disposizione di Allegri e Stramaccioni hanno perso molti top-players e non fanno sognare trionfi o mitiche triplette ai tifosi; la televisione ha ormai attirato molta gente che prima frequentava gli stadi e sempre più raramente si vede un impianto italiano “tutto esaurito”. Resta il fatto, però, che il derby non è una partita come le altre, dal punto di vista tecnico (lo ripetono sempre allenatori e giocatori) ma anche ambientale: è una partita da vedere, pardon, da “vivere” allo stadio, perchè nessun prodigio tecnologico può permetterti di vivere e assaporare la magica atmosfera che c’è a San Siro quando si sfidano Milan e Inter; la televisione non può trasmetterti fino in fondo colori, suoni, emozioni, tensioni di uno stadio intero palpitante per una partita che ti manda in estasi se la vinci e ti fa sprofondare nella disperazione se la perdi; sarebbe come se la televisione riuscisse a farti sentire odori e sapori in un programma di cucina…non si può, non è possibile e ciò vale anche per le emozioni di un derby. Inoltre, paradossalmente, in stagioni in cui non si riesce a lottare per vincere qualche trofeo, il derby acquista un’importanza ancora maggiore, perchè può davvero “salvare una stagione” per i tifosi e per la squadra agli occhi dei tifosi ed è proprio per questo che la partita che sta per andare in scena diventa importantissima, a prescindere da classifiche, formazioni, risultati precedenti delle due squadre e prospettive future; tutto va in secondo piano per novanta minuti, tutto assume un’importanza diversa, perchè si pensa solo a vincere il derby del tifo sugli spalti e quello vero in campo; tensione e ansia salgono ora dopo ora, minuto dopo minuto, raggiungono l’apice quando si svelano le maestose coreografie delle due curve e i giocatori entrano in campo e poi si scioglie improvvisamente diventando grande carica agonistica, anche sugli spalti, perchè un derby lo “giocano” anche i tifosi. Lo hanno sottolineato anche i giocatori del Milan, nell’appello rivolto ai tifosi che ancora non avevano acquistato il biglietto per la partita, visto che la prevendita è andata a rilento, anzi per molti giorni è stata molto fiacca e tale sarebbe rimasta probabilmente fino alla fine se non ci fosse stata la vittoria di San Pietroburgo che ha dato un po’ di entusiasmo in più ad una tifoseria che ormai è disillusa e disincantata e lo dimostrano i penosi vuoti ad ogni partita interna del Milan; i giocatori si sono sentiti in dovere di invitare i tifosi a riempire San Siro, perchè un derby senza tifosi non è la stessa cosa e con uno stadio non completamente pieno non sembra nemmeno un derby. In passato ci sono già stati derby giocati in stagioni in cui le due squadre non erano altamente competitive e in lotta per lo scudetto e i tifosi rossoneri lo dovrebbero sapere bene, visto che uno di questi derby è proprio il più incredibile, entusiasmante e indimenticabile, quello del 6-0, stagione 2000-2001, in cui sia Milan che Inter avevano cambiato allenatore e alla fine giunsero rispettivamente sesta e quinta con un distacco abissale dalla vetta, eppure lo stadio era strapieno e uno spillo che fosse caduto dal cielo non avrebbe toccato terra, proprio perchè il derby è una partita speciale: per molte squadre ci sono trentotto partite di campionato tutte più o meno uguali, per alcune ci sono trentasei partite di campionato e due derby e, credetemi, non è la stessa cosa!
Inutile parlare troppo di formazioni, schemi e tattiche: il derby è una partita a sè anche in questo e, non a caso, gli allenatori delle due squadre hanno fatto a gara in settimana per dimostrare che i favoriti erano gli altri, perchè c’è una strana maledizione secondo la quale la stracittadina la vince quasi sempre la squadra sfavorita sulla carta, ma ciò ha una sua spiegazione logica ed è proprio che si tratta di una partita che va oltre ogni previsione e si vince non solo con le doti tecniche ma anche e soprattutto con la carica agonistica, con la feroce determinazione e con la capacità di dominare il nervosismo e la tensione, che possono fare brutti scherzi. Il vero problema per il Milan è aver perso giocatori che avevano disputato decine di derby e sentivano la maglia come una seconda pelle; non a caso ci sono molti esordienti in questa sfida, che solo quando entreranno in campo capiranno cosa stanno per vivere e, magari, sentiranno dei brividi di emozione diversi da quelli di qualunque altra partita. Nella “vecchia guardia” praticamente azzerata alla fine della scorsa stagione, c’erano giocatori che hanno disputato derby di Champions League, derby con in palio lo scudetto, derby “storici”; ora sono rimasti Abbiati e Ambrosini (che però non dovrebbe partire titolare) e proprio il portiere ha dimostrato di essere bello carico con la fantastica prestazione a San Pietroburgo e con dichiarazioni della vigilia che dimostrano quanto sia speciale un derby per lui, visto che Christian è stato l’eroe del derby più importante della storia, quello di ritorno della semifinale di Champions del 2003 in cui fece una miracolosa parata nel finale su un velenoso tiro di Kallon che salvò la qualificazione dei rossoneri alla finale di Manchester. Per vincere un derby serve gente così, ci vuole cuore prima ancora che tecnica, ci vuole grinta e se chi scenderà in campo saprà imitare chi non c’è più, forse potremo vivere una serata esaltante. Il Milan ha bisogno di vincere perchè la classifica non è certo positiva; non c’è nulla più di un derby che può dare la spinta per rimontare e per fare una grande stagione, a maggior ragione prima di una sosta del campionato che, affrontata dopo una vittoria nel derby, sarebbe vissuta con enorme entusiasmo da tutto l’ambinete, proprio ciò di cui ha bisogno una squadra che è una buona squadra ma forse ancora non sa di esserlo e spesso si demoralizza e si lascia andare quando le cose non vanno per il verso giusto.
Ovviamente uno dei motivi di interesse è l’accoglienza che il popolo rossonero riserverà al “traditore” Cassano, accusato di aver abbandonato la nave che affondava invece di restare e diventare il trascinatore e la guida di una squadra in difficoltà; non sarà una serata facile per lui dal punto di vista ambientale, ma in fondo se l’è cercata e chi semina vento raccoglie tempesta e non merita nemmeno molte attenzioni. Altro motivo di interesse è, come sempre, ciò che succederà sugli spalti, cioè le coreografie delle due curve, che aggiungono spettacolo a spettacolo, fanno parte dello spettacolo e rendono così speciale, unica ed inimitabile l’atmosfera del derby. Insomma l’attesa è grande anche se a molti tifosi sembra non interessare più, la voglia di vivere una grande serata è enorme in tutti quelli che ci saranno allo stadio, perchè un derby è sempre un derby e vale moltissimo; speriamo che se ne rendano conto anche i giocatori, soprattutto quelli che non l’hanno mai disputato, ma che fra poche ora scopriranno cosa voglia dire entrare in campo alla Scala del calcio per disputare il derby della Madonnina, una partita dal fascino unico, una sfida che paralizza una città e che ti fa vivere emozioni intense e profonde, perchè per novanta minuti l’unico obiettivo è sconfiggere i cugini e poter esultare come non mai per una vittoria dal sapore speciale.
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