Il Milan batte nettamente il Chievo segnando cinque gol con cinque marcatori diversi e offrendo finalmente una buona prestazione ai tifosi presenti a San Siro; forse ci siamo, ma non diciamolo troppo forte…
© foto di Daniele Mascolo/Photoviews
Il Milan è tornato! E’ questa la buona notizia di questo umido sabato di inizio novembre, visto che i rossoneri hanno finalmente giocato bene, hanno segnato addirittura un pokerissimo di reti che portano cinque firme diverse e hanno confermato di essere in crescita e che il momento peggiore forse è definitivamente alle spalle. Ovviamente servono conferme in partite più impegnative contro avversari più tosti rispetto ad un Chievo che in trasferta ha sempre perso e anche a San Siro ha dimostrato di essere poca cosa, ma la prestazione del Milan è comunque molto confortante, perchè si è vista una vera squadra che ha giocato collettivamente e non aspettando le prodezze dei singoli o del solito El Shaarawy e, infatti, sul 3-1 è venuto spontaneo sottolineare che non sembrava neanche vero vedere un tale punteggio senza che nel tabellino dei marcatori ci fosse il Faraone; poi l’ormai indiscusso leader del Milan di questa stagione ha voluto mettere la sua firma, segnando un altro gol da opportunista e offrendo l’assist per il primo gol a San Siro di Pazzini e questo fa ovviamente molto piacere, ma questa volta è ancor più bello mettere in evidenza i primi gol a San Siro di Emanuelson, Montolivo e Bojan, che dimostrano che il Faraone non è più solo e finalmente ha trovato compagni che lo aiutano a trascinare il Milan alla vittoria. Ovviamente non proprio tutto è andato nel modo giusto: l’immediato pareggio di Pellissier dopo il gol del vantaggio ha fatto preoccupare tutti, sia perchè arrivato ancora una volta su palla inattiva, sia perchè per qualche minuto il Milan ha sbandato, ha arretrato il baricentro e ha rischiato di trovarsi addirittura in svantaggio, cosa che avrebbe cambiato totalmente la partita e fatto ripiombare i rossoneri nel baratro della crisi, invece sono arrivati nel finale di tempo i due gol che hanno indirizzato la partita a favore del Milan e in pratica l’hanno chiusa, perchè il Chievo non ha più reagito e la ripresa è stata vissuta in totale tranquillità sugli spalti e in completo controllo in campo; i rossoneri hanno gestito alla perfezione il vantaggio, lo hanno incrementato e hanno ottenuto una netta vittoria che dà entusiasmo e autostima, a patto che venga confermata nelle prossime partite, a cominciare dall’impegno di Champions contro il Malaga.
Tocca a Milan e Chievo l’onore di aprire l’undicesima giornata di serie A con l’anticipo del sabato alle 18, anche se l’attenzione dell’intera Italia calcistica va inevitabilmente alla partita in programma subito dopo, cioè Juventus-Inter, scontro diretto di altissima classifica; proprio la classifica dice che, invece, Milan-Chievo è più che altro una sfida salvezza e se ciò non sorprende per quanto riguarda i clivensi, è un po’ strano se riferito al Milan, squadra più titolata del mondo, ma che sta vivendo una stagione di transizione. Allegri ha ammesso che ormai l’obiettivo è tornare vincenti nella prossima stagione, ma ciò non toglie che anche questa va vissuta nel migliore dei modi da qui alla fine, anche per gettare le basi della squadra del futuro; ecco perchè sono tutti sotto osservazione, ecco perchè bisogna dare continuità ai risultati positivi. Come facilmente ipotizzabile, Allegri riparte saggiamente dallo splendido secondo tempo di Palermo e conferma il modulo che ha permesso di recuperare una partita che sembrava persa e più o meno gli stessi uomini: Pazzini centravanti con alle spalle un terzetto “fantasia” composto da Emanuelson, El Shaarawy e Bojan; a centrocampo ci sono i due mediani Ambrosini e Montolivo e la difesa a tre torna nel cassetto sostituita dalla classica linea a quattro in cui Mexes e Zapata sono i centrali e Abate e Constant i terzini. Come facilmente prevedibile San Siro è ancora desolatamente mezzo vuoto; le cifre parlano di 33000 spettatori circa, ma presuppongono la presenza di tutti gli abbonati e ciò è difficilmente ipotizzabile, in un umido sabato di novembre all’interno di un ponte festivo e per una partita non certo di cartello; aumentano i vuoti anche in Curva Sud, ma l’incitamento e il sostegno ai ragazzi non ha cali e questo è l’importante.
Il Milan parte forte ed entra in partita a gran ritmo, per dare continuità a ciò che si è visto a Palermo nel secondo tempo; inizialmente, però, il Chievo resiste bene e mostra organizzazione e discreta solidità difensiva, anche se non mancano errori banali ed evidenti. Il più pimpante fra i rossoneri sembra Emanuelson, che corre e si propone molto, entrando in tutte le azioni pericolose costruite dalla squadra. La logica conseguenza di tutto ciò è che è proprio lui a segnare il gol che fa da apriscatole alla partita e la sblocca: sinistro da fuori area, leggera deviazione di Dramè e Sorrentino è battuto; un po’ di fortuna non guasta, visto ciò che è successo in altre partite in cui la buona sorte ha voltato le spalle ai rossoneri, ma la gioia dura poco, perchè un paio di minuti dopo la difesa rossonera va in tilt sul solito pallone spiovente in area su calcio da fermo (questa volta corner) e Pellissier segna di testa il gol del pareggio con la complicità di Abbiati che rimane sorpreso ed è poco reattivo. Tutto da rifare e il Milan subisce il colpo, nonostante la curva tenti di rincuorare la squadra: molti giocatori vanno in bambola, si vedono errori macroscopici e molti temono un crollo inaspettato dopo il buon avvio. Il Milan sbanda, il Chievo ne approfitta e alza il baricentro; per fortuna Abbiati si riscatta e salva il risultato con una prodezza su Therau, ancor più provvidenziale perchè poco dopo il Milan si riporta in vantaggio con una bella azione corale, iniziata dal solito El Shaarawy, proseguita da Emanuelson e conclusa da Montolivo, che con un bel rasoterra dal limite batte Sorrentino. Scacciata la paura, il Milan riesce anche a trovare il terzo gol, ancora con un’azione corale, ancora con un tiro rasoterra dal limite, questa volta di Bojan che conferma la buona prestazione di Palermo e questa volta la impreziosisce con il suo primo gol in rossonero, anche se c’è una leggera deviazione di Dainelli che rende imparabile il tiro. Al fischio di Giacomelli che manda le squadre negli spogliatoi per l’intervallo, questa volta non seguono altri fischi di tifosi delusi, ma solo applausi da tutti i settori ed è giusto così dopo una buona prestazione.
Nella ripresa il Milan controlla la situazione e abbassa un po’ i ritmi: si gioca ogni tre giorni, all’orizzonte c’è l’importante partita di Champions contro il Malaga e finalmente ci si può permettere di giocare una ripresa più tranquilla del solito e non rincorrendo improbabili rimonte con l’acqua alla gola. I rossoneri continuano a spingere, Abate abbatte con un cross Dramè, colpendolo sulla nuca e il giocaotre del Chievo deve addirittura uscire in barella. Clamoroso a San Siro quando El Shaarawy sbaglia un gol, con un rasoterra dei suoi che finisce fuori di poco, ma poco male, perchè il Chievo ha ormai mollato e c’è una sola squadra in campo, anche se non ha la necessità di spingere troppo sull’acceleratore, visto il risultato. Allegri manda in campo Boateng al posto di Emanulson e ci sono applausi generosi per chi esce, ma anche per chi entra, anche se non sta attraversando un momento particolarmente positivo. Arriva anche il quarto gol, che è una fotocopia di quello vincente contro il Genoa con gli stessi protagonisti: traversone basso di Abate, deviazione semplice sotto porta di El Shaarawy, che segna l’ottavo gol in campionato e si conferma grande attaccante, oltre che leader capace di dare una mano in ogni zona del campo, anche con prodigiosi e applauditissimi recuperi difensivi. Allegri manda in campo anche De Jong al posto di Montolivo e De Sciglio al posto di Abate; la partita ormai ha pochissimo da dire, ma proprio all’ultima azione arriva anche il quinto gol, apparentemente ininfluente, ma in realtà molto importante, perchè permette a Pazzini di sbloccarsi a San Siro e di tornare al gol dopo un periodo di appannamento; da sottolineare che El Shaarawy sa fare anche l’uomo assist, confermandosi giocatore davvero completo e autentico trascinatore di questa squadra anche in un momento in cui molti altri giocatori ahnno offerto finalmente prestazioni soddisfacenti. Scrosciano applausi convinti alla fine e i giocatori, visibilmente soddisfatti, salutano chi ancora una volta li ha incitati per novanta minuti e si godono questo momento felice dopo tante sofferenze.
Il popolo rossonero esce da San Siro finalmente contento e una vittoria contro il Chievo, che fino alla scorsa stagione sarebbe stata considerata normale amministrazione, ora viene festeggiata con grande trasporto, a dimostrazione che questa prima parte della stagione è stata dura per tutti. Finalmente si è vista una squadra organizzata, capace di tenere bene il campo e imporre la propria forza: Montolivo convincente e leader del centrocampo, dettando i tempi del gioco come non si vedeva dai tempi di Pirlo; Emanuelson trottolino frenetico ma anche di qualità; Bojan molto positivo; su El Shaarawy abbiamo già finito gli aggettivi positivi e potremmo andare avanti ancora a sottolineare le prestazioni positive di tutti i giocatori, anche se non sono mancate sbavature ed errori, ma che questa volta non hanno pregiudicato il risultato. Sette punti nelle ultime tre partite sono un buon bottino e alimentano una classifica che ancora non è quella che si sperava, ma che ora è un po’ meno brutta e deprimente da guardare. Il Milan si rilancia, rivede la luce alla fine del tunnel della crisi e ora bisogna ritrovare la continuità e cercare di fare filotto, anche se il prossimo impegno, dopo quello di Champions anch’esso difficile, è contro la Fiorentina, quindi un buon banco di prova per stabilire e capire se i rossoneri hanno finalmente cambiato marcia o se sono solo stati favoriti in questa settimana dalla circostanza di affrontare avversari poco competitivi (basta leggere la classifica…). Intanto l’entusiasmo cresce, così come l’autostima e questo è importante per il futuro, a patto di continuare così, perchè, come ha cantato la curva finalmente soddisfatta di ciò che ha visto, “Vi vogliamo così!” e non solo per una partita, ma da ora fino a maggio, per tornare a sentirsi grandi.