Alla ricerca del vero Milan anche in Europa

MILAN-CHIEVO, IL MIGLIORE IN CAMPO

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I rossoneri affrontano il Malaga a San Siro e, dopo i progressi mostrati contro il Chievo, vogliono continuare a crescere e cercano di tornare una squadra competitiva e temuta dagli avversari.

06.11.2012 01:40 di Davide Bin

© foto di Daniele Mascolo/Photoviews

La larga vittoria contro il Chievo è stata una sorta di liberazione per i tifosi rossoneri, dopo tante sofferenze in questo avvio di stagione, ma non deve illudere più di tanto; un solo successo non autorizza a sognare in grande e nemmeno i sette punti in tre partite, in quanto ottenuti contro squadre che occupano posizioni di classifica dal quint’ultimo posto in giù; servono conferme, serve giocare bene, segnare e vincere contro avversari più forti e in questo senso la sfida contro il Malaga è un primo banco di prova che può dare risposte importanti in questo senso. Il Milan ritrova dopo due settimane l’avversario che l’ha costretto alla prima sconfitta in campo europeo, una battuta d’arresto che ha complicato ma non certo compromesso il cammino nel girone: i rossoneri sono ancora secondi in classifica e devono difendere il punticino di vantaggio sullo Zenit che consentirebbe loro di arrivare in posizione di vantaggio, con due risultati su tre a disposizione, allo scontro diretto, in programma all’ultima giornata a San Siro; ecco perchè vincere e vendicarsi della sconfitta in Spagna è importante, non tanto per inseguire avversari ormai troppo lontani nella classifica del girone, quanto per difendere il secondo posto e puntare ad una qualificazione fondamentale per molti motivi, sportivi ed economici. Vincere è importante, quindi, ma lo è ancor di più confermare i progressi sul piano del gioco che si sono visti sabato scorso: il Milan ha costruito molte palle gol, ha segnato con disinvoltura infilando cinque volte la porta avversaria, ha mostrato personalità e convinzione nei propri mezzi e ha fatto vedere che in squadra ci sono ottimi giocatori che stanno sbocciando. Allegri ha forse trovato la quadratura del cerchio e il modulo ideale e ora si tratta di insistere sulla strada imboccata nel secondo tempo di Palermo senza ripensamenti e cambiamenti al primo insuccesso; ovviamente le modifiche alla formazione rispetto a sabato saranno minime: rientra Bonera, bisogna stabilire il suo partner nella coppia centrale, mentre sulle fasce dovrebbero essere confermati Abate e Constant, ma c’è anche l’opzione De Sciglio; là davanti confermati El Shaarawy, Bojan e Emanuelson e molto probabilmente anche Pazzini, perchè Pato non è pronto e ha bisogno di tempo per tornare in campo in condizioni decenti e non a fare atto di presenza e brutte figure che non merita; anche a centrocampo si va verso la conferma della coppia Montolivo-Ambrosini, perchè il capitano va gestito con cautela, ma in questo momento sta bene e in una squadra con poca esperienza in Europa la sua presenza è importante, visto che stiamo parlando di uno degli ultimi reduci della squadra che in passato ha fatto della Champions League la sua seconda casa, vincendo le edizioni del 2003 e 2007 e arrivando quasi sempre in fondo alla manifestazione. Questo, invece, è un Milan giovane e rinnovato che deve crescere e serve una “chioccia” che faccia da guida e trasmetta lo spirito di quel Milan che era rispettato e temuto in tutto il continente. Allegri ha sottolineato che questo è un anno di transizione e che il Milan potrà tornare a lottare per vincere solo dalla prossima stagione, ma questa è una stagione comunque importante per gettare le basi del Milan che verrà e per costruire la squadra e la mentalità vincente. Molti giocatori devono dimostrare di essere da Milan e alcuni lo stanno già facendo, dopo un inizio di stagione tribolato: Bojan è improvvisamente sbocciato; Emanuelson sta diventando un elemento fondamentale anche per la sua duttilità tattica che gli consente di giocare in più ruoli; Montolivo è sempre più leader del centrocampo e segna gol importanti; ora si sta imponendo anche Constant con buone prestazioni da terzino sinistro; sembrava un oggetto misterioso, era l’emblema del mercato scadente della società rossonera e, invece, con un po’ di pazienza sta imponendosi e può essere un elemento prezioso, perchè anche lui sa interpretare più ruoli. Ovviamente un discorso a parte merita El Shaarawy, che ha un rendimento alla Ibrahimovic, gioca in tutte le zone del campo, fa il difensore, il centrocampista, il regista, l’ala, il centravanti, segna a raffica, corre a perdifiato; un vero fenomeno che la società deve assolutamente blindare facendone il simbolo del nuovo Milan, una sorta di Messi rossonero che deve riportare in alto il Milan. La partita contro il Malaga è una tappa importante per la crescita di questa squadra, visto che gli spagnoli sembrano essere la squadra più forte del girone (sono ancora a punteggio pieno) e batterli darebbe ancor più fiducia e autostima; sarebbe importante anche il contributo del pubblico, ma è facile prevedere i soliti 30000 e non di più, anche se ormai la squadra ha dimostrato di aver imparato a convivere con la diffidenza e lo scetticismo di gran parte della tifoseria, che l’ha abbandonata a se stessa. Meno male che c’è la Curva Sud ad incitare sempre i ragazzi e a creare un discreto ambiente in uno stadio che una volta incuteva timore agli avversari, con una muraglia umana a sospingere i rossoneri, mentre ora è desolatamente mezzo vuoto. Vorrei dire che ci vorrebbe una notte da Milan, una di quelle magiche notti europee in cui i rossoneri si esaltavano ed ottenevano grandi risultati, ma in quelle notti San Siro era davvero la “casa del Diavolo” e non un deserto di cemento. Il popolo rossonero ha bisogno di ritrovare entusiamo e in questo senso le vittorie possono servire, quindi speriamo davvero di poter ammirare un Milan bello e vincente, che ricordi a tutta Europa e non solo al Malaga, che questo è il club più titolato del mondo e vuole dimostrarlo sul campo, tornando forte e competitivo come la gloriosa maglia rossonera merita. Forza vecchio cuore rossonero, oggi più che mai!  

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