I rossoneri perdono nettamente in casa contro l’ottima Fiorentina di Montella e dimostrano che appena si trovano di fronte ad un avversario competitivo vanno in difficoltà e mostrano tutti i loro limiti attuali.
Niente da fare! Altro che salto di qualità, altro che svolta; il Milan affonda, perde per la quarta volta in casa (sesta totale più la sconfitta di Malaga in Champions League) e dimostra che appena l’asticella della difficoltà si alza, i problemi diventano insormontabili e si va incontro a brutte figure. Contro le grandi, perchè questa Fiorentina è a tutti gli effetti una grande di questo campionato, non c’è storia e, purtroppo, si sapeva già alla vigilia che c’era questo rischio; i tre risultati utili consecutivi e i sette punti racimolati in una settimana avevano illuso tutti, avevano fatto pensare che il peggio fosse alle spalle e che questo Milan fosse cresciuto nel gioco e nel rendimento; non è così e ora è confermato il sospetto che i progressi fossero ingigantiti dalla scarsa qualità degli avversari incontrati (Genoa, Palermo e Chievo); la partita di Champions contro il Malaga aveva già fatto intuire qualcosa di negativo, la sfida contro la Fiorentina è stata un pugno nello stomaco per i tifosi rossoneri e per le loro speranze di tornare grandi in breve tempo. Alla vigilia avevo detto che ci sarebbe stato bisogno del vero Milan per affrontare questo ciclo terribile di partite contro avversari molto forti e con “vero Milan” intendevo la squadra delle scorse stagioni, ma ormai viene spontaneo pensare che, purtroppo, il vero Milan sia quello visto contro la Fiorentina, ovvero una squadra mediocre, da metà classifica, prigioniera dei propri limiti e dei tanti problemi che non si riescono a risolvere: giocatori irriconoscibili, mancanza di idee, difesa impresentabile, attacco che fatica tremendamente a segnare contro difese organizzate, centrocampo eternamente in affanno in fase di copertura e in fase di costruzione del gioco. Sinceramente io continuo a pensare che, presi singolarmente, i giocatori che compongono la rosa del Milan non siano inferiori a quelli delle altre squadre, ma non riescono a diventare una vera squadra, giocano in modo improvvisato come se fossero ai primi giorni di ritiro, non hanno personalità, brancolano nel buio, balbettano calcio inconcludente e il meglio lo tirano fuori sempre quando la situazione è disperata, con reazioni più nervose che razionali, ma che almeno rendono meno umlianti le sconfitte. Leggetevi pure le formazioni delle due squadre protagoniste della partita di San Siro e non troverete certo tutto questo divario a favore della Fiorentina, ma i viola hanno un gioco, un’anima, sanno ciò che devono fare in campo e lo fanno bene, al contrario dei rossoneri e ciò chiama in causa pesantemente l’allenatore, perchè Montella ha lavorato proficuamente in estate, ha dato una fisionomia alla sua squadra e in campo tutto ciò si vede, mentre Allegri sta ancora cercando il modulo giusto e gli interpreti più adatti, ma ormai siamo a metà novembre e la situazione è molto critica. La sconfitta contro la Fiorentina è stata netta e fin dai primi minuti c’è stata la sensazione che ci fosse un ampio divario fra le due squadre ed è questo ciò che preoccupa di più, soprattutto se si pensa che i prossimi avversari (Napoli e Juventus) sono forse addirittura più forti della Fiorentina e c’è il concreto rischio di andare incontro ad altre brutte figure.
Allegri prova a rilanciare Boateng preferendolo a Bojan e dà ancora fiducia a Pato, lasciando in panchina Pazzini; confermati Emanuelson ed El Shaarawy, mentre a centrocampo, accanto al grande ex Montolivo, c’è capitan Ambrosini; in difesa la coppia centrale è formata da Mexes e Bonera, mentre sulla fasce le scelte sono obbligate a causa degli infortuni e giocano i superstiti Constant e De Sciglio. Terza partita consecutiva a San Siro per i rossoneri, in un pomeriggio (eh si, finalmente si gioca alla domenica pomeriggio…) umido ma senza pioggia dopo gli acquazzoni della nottata precedente; nessuna novità sul fronte pubblico sugli spalti: stadio sempre semivuoto, nonostante la partita prometta spettacolo e Curva Sud che continua a sostenere a gran voce i ragazzi, sperando di poter finalmente assistere alla svolta tanto attesa; discreta presenza anche di tifosi viola, soprattutto perchè la loro squadra si sta comportando in modo egregio e ha riportato l’entusiasmo a Firenze.
Bastano pochi minuti a capire come andrà a finire: la squadra di Montella, nonostante l’assenza di Jovetic, gioca bene, è compatta, unita, corre, pressa a tutto campo e mette in seria difficoltà il Milan che va in affanno e commette errori in serie; le prime due occasioni per i viola nascono proprio da errori in disimpegno dei rossoneri e un ulteriore campanello d’allarme è il tiro alto di Ljajic. A suonare la sveglia ci pensa il solito El Shaarawy: prende palla al limite dell’area, si accentra e conclude verso la porta, ma la palla sorvola la traversa; sembra il segnale del riscatto, ma è un lampo fine a se stesso, perchè non si può giocare solo contro tutti e in questo momento il Faraone è un ottimo solista in un coro stonato. Infatti dopo dieci minuti la Fiorentina va in vantaggio e vedere Aquilani che batte il povero Abbiati calciando indisturbato nel deserto dell’area rossonera senza alcuna opposizione da parte dei difensori è come girare il coltello nella piaga, visto che il centrocampista viola era al Milan nella scorsa stagione e non è stato riscattato. Oltre al danno la beffa, a conferma di scelte estive bizzarre (anche se onestà vuole che si ammetta che Aquilani fino ad ora ha frequentato più l’infermeria che il campo), comunque il Milan prova a reagire, ma costruisce davvero poco e fa molta fatica anche a fare quel poco, al cospetto di una Fiorentina che dà la netta impressione di essere più forte ed organizzata e questa è la cosa più umiliante. Il centrocampo viola gira a meraviglia, quello rossonero no, ma l’unico lampo di Montolivo, sotto forma di lancio illuminante per Pato, sembra poter far svoltare la partita: Roncaglia sotterra Pato e Romeo decreta il rigore; sul dischetto va lo stesso Papero, già tante volte giustiziere della Fiorentina, ma questa volta è in versione brutto anatroccolo e spara il pallone in curva, nonostante abbia spiazzato Viviano. Il morale del giocatore e dell’intera squadra va sotto i tacchetti e la logica conseguenza è il gol del raddoppio viola: Borja Valero si infila nella difesa rossonera come una lama nel burro, Mexes gli dice gentilmente “Prego si accomodi pure” e lo spagnolo non si fa pregare e batte Abbiati. In fondo è giusto così, ma fa male al cuore ammetterlo e inevitabili arrivano i fischi per i rossoneri al rientro delle squadre negli spogliatoi per l’intervallo.
Allegri striglia i suoi giocatori ed effettua due sostituzioni logiche e scontate: fuori il depressissimo Pato, dentro Pazzini; fuori anche l’impalpabile Emanuelson e dentro Bojan, chissà perchè non schierato dal primo minuto. La mossa sembra funzionare e il Milan, pungolato nell’orgoglio dal coro della curva che invita a titare fuori gli attributi, è sicuramente più pimpante, ma ai rossoneri sembra andare tutto storto, anche quando Boateng azzecca finalmente un bel colpo di testa dopo una magia di Bojan, ma il pallone esce di pochissimo a Viviano inesorabilmente battuto. Il Milan continua a spingere con generosità e cuore, la Fiorentina si difende con ordine e soffre poco. Prima del quarto d’ora arriva, però, il tanto sospirato gol che dimezza lo svantaggio e dà speranza: Mexes devia di tacco, spalle alla porta, un traversone e colpisce incredibilmente il palo; sembra l’ennesimo episodio sfortunato, ma il rimbalzo finisce sui piedi di Pazzini che infila in rete il gol dell’ex. Il Milan acquista coraggio ma progressivamente perde lucidità e affiora anche un po’ di stanchezza; la Fiorentina controlla la partita da grande squadra e Allegri tenta il tutto per tutto mandando in campo anche Robinho al posto di Ambrosini, che ha provato in tutti i modi a lottare, dare l’esempio e trascinare i compagni da vero capitano. Piove sul bagnato quando Bonera si fa male (problema muscolare) e deve uscire lasciando la squadra in dieci; è il segnale della resa, perchè il Milan ci prova comunque, ma ogni ripartenza dei viola può essere letale, con Montolivo centrale improvvisato e, infatti, arrivano in rapida successione il palo di Cassani e il gol del nuovo entrato El Hamdaoui, che scrive la parola fine sulla partita e getta nella disperazione il popolo rossonero che, curva a parte come al solito, alla fine fischia per dimostrare tutta la rabbia, la delusione e la frustrazione per una sconfitta che fa entrare nuovamente la squadra nel buio tunnel della crisi dal quale sembrava ormai uscita, anche se ciò che fa davvero male è la definitiva consapevolezza che questo Milan così come è strutturato in questo momento, non può essere competitivo ad alti livelli ed è ormai destinato ad una stagione anonima e deludente se non ci sarà al più presto una svolta, che riporti una rosa non eccezionale, ma nemmeno così sgangherata come i risultati fanno credere, ad essere una squadra decente, perchè proprio Montella ha dimostrato che si può costruire un’ottima squadra che gioca forse il miglior calcio d’Italia anche senza tanti campioni e top-players e viene da chiedersi perchè al Milan ciò non sia successo e si debba essere costretti a subire lezioni di calcio e umiliazioni da formazioni che, in fondo, sulla carta non sono poi tanto migliori di quella rossonera. Chi di dovere mediti sui tanti errori commessi in questi mesi e faccia in fretta a trovare una soluzione, perchè il popolo rossonero, soprattutto quella parte che non ha mai fatto mancare sostegno e incitamento, non merita un Milan così e delusioni del genere!