AC MILAN, GAZZETTA DELLO SPORT: SCOMMESSE, TUTTO CONTRO BEPPE SIGNORI

ILMILANISTA.IT

signori,scommesse,milan,lazio,inter,erodiani,paoloni,lecce

C’è un «papello» , proprio come nelle storiacce di mafia. E poi c’è una banda che scommette migliaia di euro e perde, e ci sono boss che cercano di recuperare il denaro, minacciano e intimidiscono. E’ il film dell’orrore che sta passando davanti agli occhi di tutti, in questi giorni di interrogatori e dichiarazioni negli uffici del tribunale di Cremona. Beppe Signori, «mister 188 gol» come viene definito nelle intercettazioni, è al centro del palcoscenico: è lui a scrivere il «papello» che gli viene contestato dal gip Guido Salvini; è lui, secondo i giudici, a gestire il traffico di gioco illecito verso Singapore e i mercati asiatici; è lui, sempre secondo gli investigatori, ad aver puntato forti somme su certe partite «taroccate» o «pseudo-taroccate» , ad aver perso la posta e poi tentato di rifarsi con chi gli aveva venduto l’informazione sbagliata. Gli vengono contestate, in particolare Atalanta-Piacenza, Benevento Pisa e Inter-Lecce, «la madre di tutte le bufale» . La riunione Signori arriva in tribunale a Cremona alle 14.10 e viene tenuto «in parcheggio» fino alle 16, quando entra nell’ufficio del giudice Salvini e comincia l’interrogatorio. Si presenta assieme a due legali e al pittoresco detective privato Ugo Vittori. Sembra spavaldo, per nulla intimorito dalla situazione. Giacca scura, camicia bianca, scarpe da ginnastica e passo spedito, si avvia al dribbling più importante della vita. Sa, prima di iniziare a rispondere, che i suoi commercialisti Francesco Giannone e Manlio Bruni lo hanno incastrato con le loro dichiarazioni. Hanno detto che Beppe-gol, il 15 marzo 2011, ha partecipato a una riunione nello studio dei professionisti alla presenza di Massimo Erodiani e di Antonio Bellavista. E lui, Signori, di fronte alle incalzanti richieste del gip Salvini, come si difende? Semplicemente ammettendo che, sì, era nell’ufficio di Giannone e Bruni, ma non conosceva le altre persone e, soprattutto, non sapeva perché fosse stata convocata quella riunione. Strano, visto che si svolse a tarda sera e non in un normale orario di ufficio. Carta canta E’ proprio in quell’occasione che Signori scrive di suo pugno il «papello» . E l’ex attaccante, quando il giudice Salvini glielo mostra non può che confessare: «Sì, è la mia calligrafia. L’ho scritto sotto dettatura di Bellavista» . Quando gli viene chiesto il motivo di un simile pezzo di carta, Signori tentenna: «Non so che cosa significhi, io ho soltanto scritto quello che veniva detto» . Spiegazione che non convince i giudici, i quali ritengono che la posizione di «mister 188 gol» sia piuttosto grave. Dirà in seguito il pm Roberto Di Martino: «Non ha risposto? Ognuno è artefice delle proprie fortune» . Il fatto è che, in questo momento, le testimonianze di Erodiani, Giannone e Bruni inchiodano Signori. Il «papello» , su carta a quadretti e scritto in stampatello, dice: «Condizioni nostre: partita paghiamo 125.000 euro da dare entro giovedì. Condizioni loro: la quota non deve subire variazioni. Assegno dato venerdì di 125.000 a garanzia. Assegni dati da puntare over entro il 75/80 esimo vittoria Atalanta. Possibile che il 1 ° tempo finisca 1-1 o 0-1. Già fatta Benevento Pisa. Da capire se vittoria o over di lunedì ore 14.30» . La banda si arrabbia Il punto cruciale, e del quale si è a lungo parlato nell’ufficio del gip, riguarda Inter-Lecce: truffa andata male. Signori reagisce: «Mi hanno proposto la combine, ma io l’ho rifiutata» . Secondo quanto ha verbalizzato il commercialista Bruni, invece, «Signori era pressato dagli asiatici» . Sempre Bruni spiega che, dopo Atalanta-Piacenza, «la situazione economica era la seguente: vennero puntate su Singapore 20 mila euro dell’assegno di 110 mila di Erodiani, l’intero assegno di Bellavista per 60 mila euro e l’intero assegno di Paoloni per 50 mila euro» . La sostanza, secondo gli inquirenti, è che la banda delle scommesse aveva perso parecchi soldi (circa 430 mila euro) e doveva rientrarne in possesso. Quell’Inter Lecce, secondo quanto il portiere Paoloni riferì a Erodiani e questi trasmise l’informazione al clan dei bolognesi, doveva finire con un «over» , cioè con più di 3 gol: terminò, invece, con uno striminzito 1-0. Apriti cielo! La banda va su tutte le furie, Erodiani e Paoloni vengono accusati di non aver mantenuto i patti, di aver millantato e vengono minacciati. Quando c’è di mezzo la criminalità organizzata, come si suppone, c’è poco da scherzare. Ora una decina di giorni di intervallo, poi per Signori comincerà il secondo tempo. Questa volta davanti al pm Di Martino.

gazzetta dello sport

il milanista 

Segnalato Su News Now

Segui anche tutte le notizie sulla Lazio su Cittaceleste.it

Segui anche tutte le notizie sull’ Inter su Interistaweb.it

Segui anche tutte le notizie sulla Roma su Imperoromanista.it

Segui tutte le notizie sulla Juventus su Juvenews.eu

Acquista biglietti Milan

Chat about this story w/ Talkita

Post Originale:
AC MILAN, GAZZETTA DELLO SPORT: SCOMMESSE, TUTTO CONTRO BEPPE SIGNORI

Recommend0 recommendationsPublished in Milan News