Il Milan affronta a San Siro lo Zenit nell’ultima partita del girone di Champions League, ma è già qualificato agli ottavi e può permettersi di risparmiare energie preziose per altri impegni.
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In queste ore qualcuno ha già raccontato la “favoletta” della partita comunque importante per il prestigio, per l’onore, per i punti nel ranking UEFA e per l’eventuale milione in caso di vittoria; tutto giusto, tutto vero, ma poi le buone intenzioni a volte vanno a scontrarsi con la realtà ed è difficile chiedere sempre il massimo impegno ai giocatori nell’arco di stagioni intensissime e con partite ogni tre giorni; è inevitabile che quando si ha la possibilità di rilassarsi, di tirare il fiato e di pensare ad altro lo si faccia e non mi si venga a dire, come si fa ogni tanto, che certe cose succedono solo in Italia, perchè è storia di sole due settimane fa che il Manchester United già qualificato, primo nel girone e fino a quel momento a punteggio pieno ha perso a Istanbul una partita contro il Galatasaray che in altri momenti non avrebbe sicuramente perso se i punti in palio fossero stati pesanti anche per la squadra inglese e non solo per gli avversari. Ecco perchè non bisogna aspettarsi meraviglie da questo Milan-Zenit e la storia rossonera lo insegna, visto che i risultati ottenuti dal Milan in queste situazioni da squadra già qualificata sono molto negativi; non sarà sportivo, non sarà corretto, lo ammetto, ma è umano e, in fondo, il vantaggio di qualificarsi in anticipo sul termine del girone è proprio quello di poter giocare una volta tanto nella stagione una partita senza ansia, senza stress, senza tensione, senza la necessità di dover fare risultato ad ogni costo. I rossoneri sono già qualificati agli ottavi come secondi del girone, non rischiano alcunchè e non possono aspirare al primo posto, ormai del Malaga, quindi non si può chiedere loro di giocare alla morte una partita di scarso valore, oltretutto nel solito stadio desolatamente vuoto, perchè allo scarso interesse per l’incontro si aggiunge la prima ondata di gelo invernale che spingerà molta gente a rimanersene a casa al calduccio. Ovviamente l’unico modo per ravvivare un po’ la partita è quello di schierare giocatori che solitamente giocano meno, confidando nella loro voglia di mettersi in mostra, di dimostrare che Allegri sta sbagliando a considerarli poco e di cercare di cambiare le gerarchie nella rosa rossonera, ma con tanti infortunati o giocatori appena recuperati e, quindi, non convocati nemmeno per questa partita, è difficile fare un robusto turn-over, anche se le novità rispetto alle ultime esibizioni dei rossoneri saranno tantissime. Il Milan è reduce da un mini-ciclo terribile, ma superato brillantemente: il pareggio in rimonta di Napoli, la vittoria con annessa qualificazione ottenuta a Bruxelles, l’esaltante successo sulla capolista Juventus, l’importante vittoria di Catania che ha permesso di superare i siciliani in classifica e raggiungere il settimo posto; ecco perchè è difficile chiedere un altro sforzo in una partita che dà poche motivazioni, anche perchè domenica si torna in campo nella difficile trasferta di Torino in casa dei granata e, ovviamente, l’attenzione e la concentrazione sono tutte rivolte a quella sfida, un’altra tappa importante della rincorsa rossonera verso l’alta classifica. Sconfitta annunciata quindi? Speriamo di no, anche se i precedenti, come già detto, non sono incoraggianti; inoltre lo Zenit ha ancora un piccolo traguardo da raggiungere, cioè ha la possibilità di entrare in Europa League in caso di vittoria e di contemporaneo stop dell’Anderlecht a Malaga, quindi ci sarà anche una differenza di motivazioni.
Il Milan è stato bravo a centrare ancora una volta la qualificazione con un turno di anticipo; è successo spesso da quando esiste la fase a gironi, ma in questa tribolata stagione sembrava un traguardo pressochè impossibile; il girone non era certo terribile, mancava la grandissima squadra (il Barcellona o il Real come negli anni scorsi tanto per capirci) e la crisi dello Zenit ha reso le cose ancor più facili, anche se il rendimento a sorpresa del Malaga ha compensato il flop dei russi, ma in estate, al momento del sorteggio, c’era comunque chi pronosticava una qualificazione soffertissima, se non addirittura una deludente eliminazione; lo stesso Allegri aveva sempre dichiarato che la qualificazione si sarebbe decisa all’ultima giornata e, invece, ora siamo qui con il cuore in pace ad attendere in totale tranquillità una partita che sarà poco più di un’amichevole per i rossoneri. Nel cielo sopra San Siro risuonerà comunque la “musichetta” dell’inno della Champions, ci saranno in palio punti (e soldi), si giocherà una partità ufficiale, ma mancherà il pathos della grandi sfide europee, non ci sarà l’adrenalina e la tensione e per una volta potremo goderci l’eventuale spettacolo senza troppo coinvolgimento emotivo; in una stagione così sofferta e difficile è quasi un lusso, una salutare pausa prima degli ultimi importanti impegni pre-natalizi, quindi prendiamo questa partita per quello che è, divertiamoci, rallegriamoci se arriverà un risultato positivo, ma non arrabbiamoci troppo in caso di sconfitta; non ne vale la pena, è una sfida che non cambierà in alcun modo i destini del Milan in questa stagione e come tale va vissuta, senza pensare all’onore, al ranking, ai soldi, perchè risparmiare energie psico-fisiche è altrettanto importante e a fine stagione può fare la differenza, nella speranza che i rossoneri possano davvero essere in corsa per qualche traguardo, piccolo o grande che sia, a maggio. Nel frattempo un piccolo obiettivo è stato raggiunto, perchè la qualificazione agli ottavi di Champions League era uno dei traguardi minimi imposti dalla società e una squadra in difficoltà per gran parte di questo inizio di stagione è stata comunque brava a centrarlo in anticipo e per questo merita complimenti e applausi, così come meriterebbero un premio i pochi temerari che sfideranno il freddo per essere comunque presenti a tifare Milan in una partita senza alcun valore e interesse, perchè si tratta davvero di tifosi che hanno il Milan nel cuore e non vogliono mai lasciarlo solo, anche quando c’è poco in palio e il buon senso consiglierebbe di stare a casa, ma al cuore non si comanda e il Milan non si abbandona mai!