16 Dic 2012 15:00 | ||||||
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MILAN-REGGINA, IL MIGLIORE IN CAMPO
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I rossoneri giocano la solita partita a due volti anche contro la Reggina: primo tempo negativo al piccolo trotto, ripresa all’assalto con più determinazione e, infatti, arrivano i gol della qualificazione ai quarti.
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
Il Milan si qualifica ai quarti di finale di Coppa Italia eliminando la Reggina, squadra di serie B; nulla di strano, nulla di sorprendente, ordinaria amministrazione e risultato ovvio per una squadra blasonata come quella rossonera, ma a volte queste partite in cui non c’è alcunchè da guadagnare e tutto da perdere sono le classiche bucce di banana sulle quali puoi scivolare, cadere e farti molto male. I rossoneri hanno provato anche questa volta a complicarsi la vita con un primo tempo giocato in modo svogliato e abulico, ma nella ripresa, come accade ormai regolarmente ad ogni partita, sono tornati in campo con ben diversa convinzione e hanno messo sotto la Reggina con tre gol; il primo porta la firma dello “stagionato” Yepes, il secondo quella del giovanissimo Niang, nemmeno maggiorenne e al primo gol in maglia rossonera, mentre il terzo è di Pazzini, che sta tornando a segnare con regolarità. Tante buone notizie e la conferma che il Milan che Allegri sta plasmando è un giusto mix fra esperienza e gioventù e la cosa più positiva è che finalmente anche cambiando fornazione e uomini in campo il rendimento resta lo stesso, così come i risultati. Non è certo un’impresa eliminare la Reggina, ma qualche settimana fa anche una partita come questa avrebbe messo apprensione ad una squadra smarrita e senza coraggio, mentre ora la pratica è stata archiviata in scioltezza e ciò dimostra che il Milan è sulla buona strada, perchè vincere aiuta a vincere, qualunque sia il valore dell’avversario che hai di fronte e inanellare risultati positivi in serie in tutte le manifestazioni alle quali si partecipa è una salutare iniezione di fiducia.
Allegri sfrutta l’impegno di Coppa Italia per dare spazio a chi gioca meno, lascia a riposo qualcuno dei più spremuti, ma non schiera un Milan 2, bensì una formazione comunque molto competitiva: in porta c’è Abbiati, che ritrova la maglia da titolare dopo essere stato accantonato a Torino; in difesa c’è la coppia di terzini una volta titolari (Abate e Antonini) appena rientrati da fastidiosi infortuni e che dovranno sudarsi il posto, ormai conquistato da De Sciglio e Constant, entrambi a riposo in quest’occasione; la coppia centrale è tutta colombiana (Zapata e Yepes) mentre a centrocampo si rivede Strasser dopo il lungo infortunio e il giovane centrocampista ha l’occasione di mettersi in luce e guadagnarsi spazio come vice-De Jong; sembrava destinato a partire a gennaio, invece la sua cessione è stata bloccata, quindi ora tocca a lui dimostrare di poter essere l’ennesimo giovane che può esplodere in questo Milan dalla linea sempre più verde; il reparto centrale è completato da Emanuelson e Flamini, mentre il tridente d’attacco è di tutto rispetto e composto da Robinho, Bojan e Pazzini. Solita partita per pochi intimi sugli spalti di San Siro: è Coppa Italia, l’avversario è di scarso richiamo, fa freddo, nevica e, quindi, non basta l’ingresso gratis per gli abbonati o applicare prezzi stracciati per i biglietti per riempire l’impianto; spalti ghiacciati e deserti, Curva Sud in formato ridotto ma comunque “rumorosa” e desiderosa di non lasciare soli i ragazzi nemmeno in quest’occasione e uno sparuto manipolo di tifosi reggini; questo è il desolante quadro della situazione al momento del calcio di avvio, sotto una nevicata inizialmente debole, poi sempre più fitta.
Ti aspetti un Milan pimpante e aggressivo, con tanti giocatori desiderosi di mettersi in mostra, invece i rossoneri giocano in modo lento e compassato, hanno poche idee e sono poco incisivi: Robinho sbaglia tutto ed è quasi irritante, Bojan si intestardisce nei soliti dribbling senza sbocco, Pazzini è poco servito, c’è scarsa spinta e penetrazione sulle fasce e manca fantasia a centrocampo. La Reggina si difende con ordine, chiude tutti gli spazi, pressa, corre e non disdegna qualche ripartenza velenosa. Sono solo due le occasioni rossonere, un diagonale di Pazzini e uno spettacolare colpo di testa di Yepes, ma in entrambe le occasioni è bravissimo Facchin a strozzare l’urlo del gol in gola agli infreddoliti tifosi rossoneri. La Reggina prova a credere nell’impresa e crea un paio di pericoli: un tiro alto di Fischnaller e un colpo di testa dello stesso giocatore che supera Abbiati, ma il gol viene annullato per fuorigioco al momento del cross. Vedendo giocare il Milan in modo troppo svogliato e distratto, qualcuno rimpiange che il gol non sia stato convalidato, almeno finalmente i rossoneri si sarebbero svegliati, come succede sempre anche in campionato, dove il Milan è ormai specialista in rimonte dopo aver giocato male e subito gol nel primo tempo. Questa volta, invece, si va al riposo a reti inviolate e con la sgradevole sensazione che se il Milan non cambierà marcia, sarà davvero difficile scardinare la difesa calabrese e riuscire a vincere la partita, che potrebbe anche proseguire a lungo con tempi supplementari e rigori, visto che si gioca in gara unica e da questa sfida dovrà necessariamente uscire il nome della qualificata.
Non sappiamo cosa Allegri abbia detto alla sua squadra negli spogliatoi, questa volta così come tante altre in precedenza, ma sta di fatto che dal tunnel esce una squadra ancora una volta trasformata, più convinta, più grinotsa, che riesce ad alzare il ritmo e a far dimenticare l’andamento lento del primo tempo. Un salvataggio sulla linea in occasione dell’unico guizzo di Robinho (colpo di testa) dimostra che il Milan fa sul serio e, infatti, arriva immediatamente il gol del vantaggio, firmato Yepes, che svetta su uno dei rari cross tesi di Emanuelson e non dà scampo al pur ottimo Facchin. Risolta la sempre difficile pratica di sbloccare il risultato in queste partite contro squadre inferiori che si chiudono a riccio e ingolfano tutti gli spazi, il Milan può finalmente giocare in scioltezza e Allegri aumenta la pericolosità offensiva della sua squadra inserendo il giovane Niang al posto di uno svogliato Robinho. Subito una bella finta con tiro parato da Facchin per il giovane francese, a dimostrazione che in queste partite è meglio dare spazio a gente motivata piuttosto che a presunti titolari senza stimoli; il Milan continua ad attaccare e vuole chiudere la partita per non rischiare clamorose beffe, ma il portiere amaranto prosegue la sua serata di grazia con belle parate sui tentavtivi di Abate e Pazzini. Intanto Allegri continua gli esperimenti, toglie lo stanco e ammonito Strasser (che non ha i novanta minuti nelle gambe) e ne approfitta per testare la condizione del rientrante Muntari, che verrà utile ora che la stagione di De Jong è già finita e serve un mastino a centrocampo. Nel finale arrivano i gol della sicurezza che rendono rotondo il successo rossonero e pongono fine alle sofferenze: prima è proprio Niang a sfruttare la bella verticalizzazione di Emanuelson segnando con un rasoterra angolato, poi è Pazzini, partito però da posizione di fuorigioco, a battere per la terza volta Facchin. Partita chiusa, qualificazione in cassaforte e Allegri concede la meritata standing ovation a Yepes (uno dei più acclamati della serata, perchè ci mette sempre grande impegno e grinta come piace tanto ai tifosi), sostituendolo con Acerbi. Finisce fra gli applausi dei pochi tifosi che si sono divertiti nella ripresa dopo un primo tempo soporifero e ora l’appuntamento è ai primi di gennaio per una sfida molto difficile, affascinante e intrigante contro la Juventus, un quarto di finale davvero “nobile” e che il Milan deve affrontare con il massimo impegno, perchè la Coppa Italia in questa stagione partita con il piede sbagliato può essere l’unico vero obiettivo che consenta di alzare un trofeo e bisogna fare di tutto per arrivare fino in fondo, anche se non sarà facile. Intanto archiviamo con soddisfazione questa vittoria solo apparentemente scontata, che ci ha permesso di scoprire il talento del gioiellino Niang (che alla fine della partita è venuto sotto la curva a ricevere applausi e ovazioni e a mostrare tutto il suo entusiasmo di ragazzino non ancora maggiorenne), ha consentito a molti giocatori di mettersi in mostra e migliorare la condizione e ha prolungato la striscia di risultati positivi (se si esclude l’ininfluente sconfitta contro lo Zenit). Ora bisogna tornare a concentrarsi sul campionato e sulla sfida contro il Pescara, penultima partita di questo 2012 rossonero, ma si potrà farlo con rinnovato entusiasmo e con la consapevolezza che la rosa rossonera si sta mostrando molto più competitiva di ciò che sembrava ad inizio stagione e anche una facile sfida di Coppa Italia contro una squadra di categoria inferiore può servire a confermarlo e ridare ottimismo al popolo rossonero.
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