SuperMario pareggia in extremis e salva il Milan: riaffiorano i soliti limiti difensivi

10.02.2013 17:30 di Matteo Calcagni

Ā© foto di ALBERTO LINGRIA

Il Milan trova un pareggio in extremis col Cagliari, dopo essere passato in svantaggio a pochi secondi dalla fine del primo tempo, sull’ennesima disattenzione su calcio piazzato: questa volta ĆØ Ibarbo a beffare la retroguardia rossonera. A siglare l’1-1 ĆØ Mario Balotelli su calcio di rigore, conquistato proprio dall’attaccante della Nazionale al minuto 80. Nel concitato finale i rossoneri avrebbero anche la possibilitĆ  di portarsi in vantaggio, ma Agazzi si supera in almeno un paio di interventi. A deludere, piĆ¹ che il risultato, ĆØ il gioco espresso dalla squadra, la quale non riesce quasi mai a tirare in porta fino ai concitati minuti conclusivi.

ERRORI A GRAPPOLO E BEFFA FINALE:

All’Is Arenas qualche interprete rossonero parte svagato, tanto che dopo alcuni secondi Ibarbo semina giĆ  il panico tra le maglie dell’undici allegriano. La gara si sviluppa attorno a questo refrain, qualche iniziativa del tris Abate-Flamini-Niang, tantissimi errori di appoggio, distrazione e cattiva lettura delle situazioni. E’ proprio il terzino campano a salvare la porta di Abbiati dopo tredici minuti, lesto ad intervenire miracolosamente sull’attaccante colombiano del Cagliari, lanciato a rete dopo essersi liberato agevolmente di Mexes e Zapata. La gara prosegue su questa linea, tra errorini ed erroracci, con l’attacco milanista che non riesce a districarsi nella metĆ  campo dei rossoblĆ¹. L’unico tiro nello specchio arriva da una conclusione da fuori di Ambrosini, deviata senza grossi patemi da Agazzi in calcio d’angolo. Se non bastasse l’insoddisfazione per la scarsa vena offensiva rossonera, il primo tempo si conclude con la frittata (quella vera). Riaffiorano i soliti limiti di concentrazione: su una punizione battuta velocemente di Conti, Zapata perde Ibarbo che, con un colpo di testa a girare, batte Abbiati sul secondo palo e porta i suoi sull’1-0.

NOIA, CAMBI E ASSALTO:

Il Milan comincia la ripresa esattamente come aveva concluso il primi quarantacinque minuti, faticando ancora di piĆ¹ a trovare spazi con i sardi compatti nella propria metĆ  campo. I minuti passano senza occasioni e sussulti: i rossoneri si fanno vedere in avanti solo su punizione, senza trovare perĆ² la via del pareggio. Allegri corre ai ripari al 61′, facendo subentrare Boateng per El Shaarawy: questa sostituzione ha fatto piuttosto scalpore, sebbene il giovane attaccante non abbia di certo inciso sul terreno di Is Arenas. La situazione non cambia neanche con l’ingresso di Bojan (al 65′ per Ambrosini), tanto che il ritmo tende ad abbassarsi invece che aumentare in vigore. L’orologio corre e il Cagliari pregusta giĆ  il colpaccio, ma arriva il colpo di scena. Dopo aver rischiato di chiudere la partita (Mexes graziato per un fallo di mano), i rossoneri si ributtano in attacco all’80’: De Sciglio cerca una conclusione interessante, Agazzi respinge con un grande intervento di piede, ma sul rinvio Astori abbraccia visibilmente Balotelli che conquista un netto calcio di rigore. Il difensore azzurro (che era stato ammonito in precedenza per un fallaccio su SuperMario) si vede sventolare di fronte il rosso. L’ex Citizens prende il pallone, lo pone sul dischetto e spiazza il portiere avversario, impattando il match sull’1-1. In quel momento la partita cambia registro e il Milan, grazie all’uomo in piĆ¹, le tenta tutte per portare a casa i tre punti. E’ sempre Balotelli a sfiorare il vantaggio, ma su una sponda di Mexes non riesce ad angolare il pallone. Lo stesso numero 45 ĆØ sfortunato a recupero inoltrato, trovando una girata splendida che finisce in fondo al sacco, ma a gioco fermo visto che il pallone era uscito sul cross dalla destra di Abate. L’ultima chance arriva sui piedi di Bojan, ma Agazzi si supera ancora una volta. I rossoneri lasciano la Sardegna con un punto: si puĆ² discutere sul bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, ma a giudicare dal minuto in cui ĆØ arrivato il pari, i sorrisi dovrebbero superare i musi lunghi.

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