Seedorf: “Spogliatoio diviso? Falso e lo dicono i numeri. Non ho bisogno di riconferme”

AC Milan v AS Livorno Calcio - Serie A

Ecco l’intervista concessa a Sky Sport da Clarence Seedorf, trasmessa integralmente questa sera: Spogliatoio diviso? Falso, lo dicono anche i numeri: il dialogo c’è stato fin dall’inizio perché sono fatto così, ogni tanto chiamo io i giocatori e ogni tanto vengono loro: le cose che ho visto venire fuori, come il modulo, o qualcuno che dovrebbe giocare di più…non c’è mai stata una richiesta di essere più protagonista, non c’è mai stata una lamentela. La squadra è coesa nel voler venire fuori da una situazione delicata, ha fatto vedere con i numeri, con i fatti, che sta facendo un fine stagione dignitoso. Normalizzato? Io non ho cambiato nessun atteggiamento, sono sempre stato molto corretto e sono offeso quando sento queste cose, per 22 anni ho giocato nelle società più importanti del mondo e ho sempre saputo rispettare il mio ruolo come lo faccio adesso, ma rimango una persona con le sue idee, che mette la sua personalità a disposizione della società e della squadra, io sono un uomo di squadra. Mi sorprende che qualcuno voglia descrivermi diverso da come sono sempre stato, quando sei in una squadra devi metterti a disposizione. Quando leggo cose così contrastanti e poi vado a vedere, oltre a quello che vedo, i numeri, vedo che gli italiani di cui si parla hanno fatto più minuti di tutti; vedo che Montolivo è il terzo giocatore più impiegato. Perché non riconoscono alla squadra che è venuta fuori da una situazione delicata e sta facendo numeri dignitosi?”.

“La crescita di Balotelli si è vista, Balotelli si è comportato uguale a Honda, mi ha chiesto il perché della sostituzione come tanti giocatori fanno, poi non devo rivelare a tutti le nostre conversazioni, abbiamo un rapporto da adulto a adulto; poi con Balotelli deve sempre venire fuori qualunque cosa, il suo comportamento quando è uscito dal campo non mi è sembrato particolare, in campo c’è stato un gesto, ma quel gesto l’ho visto un migliaio di volte durante la mia carriera. Credo che non abbiate molto aiutato la crescita del ragazzo, lasciatelo stare, lui fa le sue cose, non credete che io non faccia critiche costruttive a lui, ma credo che anche la stampa, a volte, possa lasciare stare, questo cambio per esempio non era così importante. Non è giusto nemmeno non riconoscere la sua crescita, è un filone di partite in cui va a dare la mano all’arbitro, mette la mano sulla spalla dell’arbitro quando gli parla, ma queste cose non vengono sottolineate: quando fa le cose bene, quando gioca da prima punta, come ha fatto nelle ultime cinque partite, dobbiamo sottolinearlo. Poi quando gioca una partita male spuntano fuori sempre gli stessi discorsi. Balotelli è nella stagione in cui ha fatto più gol, credo ultimamente si siano anche divertiti per aver giocato con tre trequartisti. Praticamente giochiamo con un 4-4-1-1, poi se vogliamo chiamarlo 4-2-3-1 non cambia nulla, il modulo non importa ma importa la filosofia e contano i risultati. Balotelli sta facendo bene il suo lavoro da punta, Pazzini lo stimo e l’ho usato da punta, dà tutto quello che ha, il cuore e la grinta: in più, se negli ultimi trenta minuti entra e fa la differenza è un modo intelligente di usare la rosa, credo che l’equilibrio sia trovato, ora dobbiamo migliorare ancora”.

“Io credo di avere un rapporto anche col signor Galliani, siamo stati insieme dieci anni e ci siamo sentiti tante volte anche in Brasile, io non voglio il suo posto, non voglio essere presidente o amministratore delegato, io voglio essere allenatore del Milan, per cui tutte queste voci non sono il mio pensiero. Ho grande rispetto per il signor Galliani, mi ha dato tanta fiducia, lui qualche volta è riuscito a venire, poi molto spesso ha tante cose da fare. Io ho chiesto vicinanza, ma non ho bisogno di tutor, questa è una cosa che avete detto voi, il tutor l’ho avuto durante tutta la mia carriera con i migliori allenatori degli ultimi anni, però i consigli di Galliani sono sempre i benvenuti, fin dall’inizio ho chiesto la sua vicinanza, come è stato vicino a tutti gli allenatori”.

“Se tornassi indietro risponderei assolutamente alla chiamata di Berlusconi, ho lasciato una carriera importante e sarebbe un’offesa alla mia intelligenza e al mio cuore pensare che io possa aver accettato questa chiamata senza aver sentito la fiducia della società, sia nelle parole sia nei fatti. I fatti sono nei due anni di contratto, nel finire questa stagione e preparare la prossima, avendo lasciato una carriera da un giorno all’altro credo che sia una cosa fondamentale aver capito che c’è questo supporto, non ho bisogno di una riconferma ogni settimana”.

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Scritto da il apr 27 2014 . Registrato sotto Generali, In evidenza, iphone focus, News .

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