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Domenico Quirico, giornalista del quotidiano torinese La Stampa, ai microfoni di oltreradio.it ha raccontato un retroscena davvero particolare, di quando il Milan gli salvò la vita, questo il suo racconto: “Quando fui preso dai soldati di Gheddafi nell’agosto del 2011, a Tripoli, fu un momento di grande terrore, perché volevano uccidermi. Nel gruppo di questi miliziani c’era un giovane probabilmente mercenario perché chiaramente non era libico, era sahleiano, chadiano o maliano e aveva la maglia della mia squadra, cioè del Milan. È un fenomeno che si nota in molte parti del mondo, anche in paesi in cui ci sono fanatismi religiosi, ideologie apertamente deprecatorie di quello che è il nostro modo di vivere occidentale, spesso questi rivoluzionari e fanatici indossano, con una contraddizione che dice molte cose, magliette di squadre di calcio europee… E il ragazzo aveva appunto la maglia del Milan e io, cercando di trovare una qualche forma di comunicazione con tali individuo che, ripeto, volevano ammazzarmi, gli dissi che aveva una bellissima maglia… e il giovane iniziò a togliersi caricatori e giubbotto antiproiettile per regalarmi la maglia del Milan… un momento in cui il calcio e la mia vita si sono intrecciati in un modo assai singolare e assai profondo, ben più profondo della passione sportiva o del tifo, come si dice…”.