Inzaghi apre a nuove soluzioni: ecco le alternative al 4-3-3

Inutile girarci attorno: in questo momento il Milan è una squadra tecnicamente, tatticamente e mentalmente in difficoltà. Tecnicamente perchè – finora – i nuovi innesti non hanno portato il tanto agognato salto di qualità, tatticamente perchè i giocatori hanno cambiato tre allenatori in sei mesi e devono logicamente ancora adattarsi e capire bene le richieste del nuovo mister. Mentalmente perchè – come dimostrato l’anno scorso – la squadra affronta le difficoltà con estrema fragilità, andando in contro a tracolli pesanti.

Mancano leader e personaggi carismatici, con esperienza internazionale, non solo nello spogliatoio, ma anche e soprattutto in campo. Abbiati e Bonera, gli ultimi due senatori rimasti, non sono nemmeno sicuri del posto, Montolivo è infortunato, Alex appena arrivato. L’unica guida vera potrebbe essere de Jong, che ancora non c’è. Non a caso la fascia di capitano è stata vestita già da 5 giocatori diversi. Vista così la situazione potrebbe apparire drammatica, ma non lo è. C’è ancora un mese pieno di preparazione, più di 30 giorni di mercato: ogni momento è quello giusto per la svolta. Questo Milan non sarà quello che si presenterà ai nastri di partenza della Serie A. Sarà diverso, forse – chi sa – anche stravolto. In questo senso le prossime due settimane saranno fondamentali.

Inzaghi ad oggi ha progettato il Milan con il 4-3-3, ma ha bisogno di risposte importanti dai giocatori. Sta provando, sperimentando, ma deve trovare conferme da chi in questo momento è in bilico. Le maggiori incertezze sono a centrocampo: Poli è ancora troppo incostante e impalpabile, Saponara mezzala rimane un esperimento da verificare, così come la consistenza di Cristante nella zona nevralgica del gioco. In quel settore del campo il Milan sta trovando delle difficoltà e a risentirne è l’intera squadra. Un po’ di lavoro in più indicherà la strada a SuperPippo. E non è detto che l’ex numero 9 non cambi direzione tattica.

Già prima della tournèe americana si era lasciato scappare: “proveremo qualche altro modulo” . Una piccola apertura, che potrebbe diventare necessaria con il passare del tempo. Si era pensato subito al 4-3-1-2, da sempre sponsorizzato dal presidente Berlusconi. In questo modo Saponara e Honda potrebbero giocare nel loro ruolo ideale, El Shaarawy e Menez agirebbero da seconde punte, Balotelli e Pazzini da centravanti, con la possibilità, anche, di essere schierati contemporaneamente. Il problema del centrocampo, però, rimane.

Ecco quindi farsi spazio un’idea più intrigante e assolutamente percorribile. Il mercato degli attaccanti è, in questo momento, certamente più ricco e florido di quello dei centrocampisti. C’è più scelta e, soprattutto, ci sono più occasioni da cogliere. L’acquisto, per esempio, di Alessio Cerci dal Torino (l’unico grande investimento messo in preventivo dal Milan) e la possibilità di arrivare – a prezzo di saldo o addirittura in prestito – a uno fra Adel Taarabt del QPR e Joel Campbell dell’Arsenal darebbe alla squadra un’altra fisionomia.

Tornerebbe in voga il 4-2-3-1, realizzando il sogno, di fatto, che era di Clarence Seedorf: una trequarti ricca di talento e potenza, con giocatori capaci di sacrificarsi anche in fase di copertura, cosa fondamentale per garantire il giusto equilibrio alla squadra. El Shaarawy o Menez a destra, Saponara o Honda centrali, Cerci o Taarabt (o Campbell) a sinistra. Davanti Balotelli o Pazzini. Un attacco esplosivo e sulla carta devastante. Molti dei giocatori appena citati, poi, sarebbero in grado di occupare posizioni diverse, vedi Taarabt (possibile trequartista centrale), Honda (esterno sinistro) e Menez (un Jolly buono per tutte le stagioni, anche da falso nueve). Un modulo che in prospettiva futura potrebbe anche esaltare il talento di Mastour e dei vari La Ferrara, Di Molfetta, Cutrone ecc.

Ma forse qui ci stiamo spingendo troppo in là. Per il momento, il nostro, rimane un esercizio di fantasia, ma non fine a se stesso. L’idea c’è, è in cantiere, è già stata presa in considerazione e Inzaghi ci sta pensando seriamente. Tutto dipenderà dal mercato, dalle opportunità in extremis da cogliere, dai colpi last minute che si presenteranno. Come detto, ogni momento è buono per la svolta. Ma ci sarà. Al Milan la vogliono tutti, Berlusconi compreso.

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