Continua a navigare nell’anonimato la carriera di Alexandre Pato che dopo aver accarezzato il sogno di poter avere ancora una (immeritata) chance nel campionato italiano in estate, deve accontentarsi di restare in Brasile, da dove difficilmente qualcuno lo porterà via a meno non dimostri di essere quel campione che molti eravamo convinti fosse.
Eppure l’attaccante verdeoro non dimentica quanto accaduto in una prima parte di carriera, da un lato brillante dall’altro assolutamente da dimenticare per via di tanti infortuni, forse troppi. Proprio la lunga serie di stop lo ha portato lontano dal Milan ormai quasi tre anni fa, ma Pato torna su quella vicenda indicando delle colpe anche verso la società rossonera: “Quando ho cominciato a farmi male mi hanno fatto visitare da mezzo mondo – dichiara dalle colonne de “O Estado de S. Paulo” – ma il problema era che la fase di transizione era eseguita in modo sbagliato, era affrettata. Dagli esami fatti qui in Brasile, è stato chiaro che il problema non ero io. Lo prova anche il fatto di aver giocato due campionati di seguito, senza lesioni“.
Dunque il brasiliano non nega che anche il Milan abbia delle responsabilità su quelli che sono stati i suoi lunghi infortuni e soprattutto per il suo andamento assai altalenante. Bisogna però anche dire, ad onor del vero, che seppur il Milan abbia forse potuto sbagliare modalità di recupero di un possibile (e presunto) campione, Pato non ha mai dimostrato in campo di esserlo davvero: tanti campioni, anche del nostro paese come Del Piero o Totti, ma anche gente come Destro per parlare di casi più recenti, ha patito gravi infortuni, ma una volta in campo ha dato atto a ciò che la gente si aspettava da loro.
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