“È brutto vedere in circolazione pochissimi allenatori neri. Quanti ex giocatori tra loro sono diventati allenatori successivamente?” Clarence Seedorf, ex giocatore ed allenatore del Milan, pone questo quesito durante la conferenza Respect Diversity, progetto Uefa concepito per contrastare razzismo e discriminazioni. Una domanda che ci fa riflettere molto sullo stato attuale del calcio, ma non solo visto il tema molto importante approfondito durante la conferenza.
Seedorf non è nuovo a simili affermazioni, essendo lui un uomo schietto e soprattutto dotato di un carattere molto forte. Durante la conferenza l’ex allenatore rossonero ha tempo anche per smentire una voce che lo vedeva di ritorno ad allenare in Italia: “Tornare in Italia da allenatore? No, io ho ancora un contratto con il Milan, quindi…” Fra i vari discorsi affrontati Clarence Seedorf ha voluto promuovere anche l’innovazione del terzo tempo alla fine di ogni partita, idea che secondo lui può migliorare la cultura sportiva nel mondo del calcio: “Credo che debba essere un obbligo come nel rugby, – dichiara l’olandese – cambia anche gli approcci psicologici“.
Questa innovazione del terzo tempo, in effetti, aveva iniziato a sperimentarla la Fiorentina nel non lontano dicembre 2007, nell’occasione della partita contro l’Inter. Un momento assolutamente inedito nel mondo del calcio, nel quale i giocatori viola allo scadere della partita – persa per 2 a 0 – formano due file così da creare una sorta di tunnel, per poi iniziare ad applaudire in maniera sincera gli avversari. Forse ha ragione Seedorf, questo potrebbe davvero cambiare in maniera radicale lo spirito sempre troppo cinico e spietato che aleggia sul mondo del calcio.
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