Sarà un grande Milan? Staremo a vedere, intanto la volontà di ripartire per bene c’è. E’ vero che tutte le trattative a stamattina sembrano procedere lentamente generando una certa confusione, e l’invito qui è stare sereni e lasciare l’interpretazione delle interiora di pecora e dei responsi degli oracoli del mercato a gente più evoluta. Tuttavia sul fronte delle uscite, importante quasi quanto quello delle entrate, c’è da registrare una bella novità : l’addio del ‘sistema’ Milanello. A differenza di tanti suoi predecessori Mihajlovic non si è infatti presentato a Milano da solo, bensì con tutto il suo staff. Una novità molto positiva, una necessità finalmente espletata che al di là di pessimismi o eccessi di fiducia vuol dire molto semplicemente che quello 2015/16 sarà davvero un nuovo Milan, almeno in regia.
I volti e i nomi del ‘sistema’ che ci ha accompagnato per un ventennio li conosciamo. Sappiamo chi erano, i loro pregi e soprattutto i loro limiti e difetti sempre più evidenti. Mille volte abbiamo chiesto spiegazioni sulla preparazione carente, sul perchè dei tanti infortuni, dell’impreparazione su situazioni da piazzato, da contropiede e via così. Il perchè della costante dipendenza dalle individualità dei singoli giocatori. Ci siamo anche chiesti per quale motivo tutti gli allenatori dovevano essere obbligatoriamente ‘tutorati’ da questi soliti nomi, istituzioni del club ma anche guardinghe statue mute, ma con orecchie sviluppatissime, messe li a far capire che qualcuno se vuole può essere sempre e comunque presente. Finalmente basta, aria fresca. Sinisa si porta i suoi uomini, ecco una piccola presentazione:
Nenad Sakic â 44 anni, allenatore in seconda; ex difensore di Stella Rossa, Samp e Lecce; ha iniziato nel 2008/09 la carriera di allenatore col Napredak Krusevac, del quale faceva anche il DS, per mezza stagione, portando la squadra dall’ultimo posto al settimo -campionato a dodici-. E’ stato selezionatore della Under-17 della Serbia dal 2011 all’estate 2012 , quando diviene vice di Mihajlovic sulla panchina della Serbia. Qui si lega a Sinisa e lo segue alla Samp e poi al Milan.
Antonio Bovenzi â preparatore atletico; prende il posto di Tognaccini. Inizia nel 1991 nella Lodigiani, prima nel settore giovanile, poi dal 1996 in prima squadra. Passa poi al Giulianova e alla Fermana. Dal 2000 al 2005 lavora nella Lazio dove conosce Mancini e Mihajlovic; poi passa al Torino, e nel 2007/08 va all’Inter chiamato proprio dai due ex-laziali. Da quell’anno si lega a Mihajlovic, che segue in tutte le esperienze fino al Milan. Bovenzi si avvale di alcuni collaboratori che lo aiutano soprattutto nel lavoro di analisi dei dati come riportato da lui stesso: âSiamo in tre, ho due collaboratori con cui cerchiamo di curare tutto nel dettaglio. In Serie A credo che gli staff siano tutti preparati, la differenza sta nella cura del dettaglio. Tutti i giorni c’è tanto da fare, soprattutto quest’anno che abbiamo migliorato tutta la parte tecnologica, abbiamo software nuovi che ci elaborano i dati. La parte meno impegnativa è quella sul campo, è più complicata poi l’analisi dell’allenamento che spesso la facciamo anche a casaâ. A lui l’arduo compito di contrastare il problema infortuni e quello della preparazione inefficace.
Vincenzo Manzi â 48 anni, preparatore atletico; ha lavorato con Mihajlovic alla Fiorentina, viene da alcune esperienze nel volley e nel basket. Esperto nell’applicazione della tecnologia -gps- alla valutazione dei carichi di lavoro per tenere sotto controllo le condizioni fisiche dei giocatori.
Emilio De Leo â 37 anni, tattico; inizia come tecnico delle giovanili di Cavese e Nocerina, una passione per l’analisi tattica lo fa conoscere a Fausto Salsano, originario di Cava dè Tirreni, ai tempi collaboratore di Mancini all’Inter. Inizia così una corrispondenza su alcuni aspetti tattici dei nerazzurri, poi sui quelli dei Citizens quando i due ex doriani si spostano a Manchester. Salsano lo mette in contatto anche con Mihajlovic, ai tempi al Bologna. De Leo nl mentre si fa conoscere anche su internet, proprio grazie ad un video viene contattato dal Banik Ostrava, squadra ceca, con cui lavora per un anno. Tornato in Italia guida l’Aquilotto Cavese, squadra che ha preso il posto della a noi nota Cavese dopo il fallimento, e stravince il campionato di Terza Categoria. Poi quasi inaspettatamente lo chiama Mihajlovic: vieni in Serbia. E da li sempre insieme. La storia/favola di questo personaggio potete leggerla per esteso da questo sito. E’ una delle tante storie belle e varie che il calcio sa regalare, speriamo che continui fino a diventare una leggenda. De Leo è ovviamente come suggeriscono le vicende personali e l’età un tattico moderno, competente, aperto a nuovi sistemi come quello della “periodizzazione tattica”. Il serbo gli delega molti degli allenamenti tattici, lo tiene vicino in panchina durante le partite. Uomo chiave, esattamente come Bovenzi. Prende il posto di Andrea Maldera.
Renato Baldi â 35 anni, tattico; anche lui di Cava dè Tirreni come De Leo, con cui collabora. Ha lavorato al Lanciano ed al Varese prima di seguire il collega alla Samp. Fa da supporto nella preparazione alle partite e nell’analisi tattica e tecnica degli avversari, spesso dalla tribuna.
Confermate le due new entry dello scorso anno: Alfredo Magni come preparatore dei portieri, e Gianni Vio come preparatore delle situazioni da palla inattiva.
A tutti loro e a Mihajlovic un buon lavoro, da svolgere solo con la consapevolezza che il Milan è il Milan e senza finalmente il peso di scomodi ‘tutor’.
Larry
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