Caro Sinisa, nei giorni della tua ufficiosa investitura a nuovo allenatore del Milan, il web aveva fatto riemergere la famosa intervista di Catania durante la quale oltre al Palermo affermavi che non avresti mai allenato il Milan (per via dei tuoi trascorsi nerazzurri). Tanti, tantissimi si sono indignati. Ma come? Questo preferiva fare la fame e ora invece viene? Per quelle frasi non serbo racore (il gioco di parole è voluto).
Quante volte è capitato e capiterà ? Capello non disse mai alla juve ai tempi di Roma? Quanta gente si presenta ai tifosi con questa è la squadra che seguivo da bambino? Lo sapete che da bambini Franco Baresi e Paolo Maldini, due delle più grandi bandiere della nostra storia, erano rispettivamente interista e juventino? Vi ricordate Abbiati partecipare attivamente al chi non salta rossonero è durante la festa scudetto bianconero? Cos’è che c’era soltanto sopra al Milan per Cassano? La lista è infinita. L’unico consiglio è ora non fare l’ennesima figura di cioccolata come durante la conferenza stampa di Balotelli quando la giornalista del TG1, Federica Ballestrieri (tra l’altro nota tifosa milanista) aveva riportato la frase della mela marcia. Avete tempo, preparatevela bene, sia la domanda che la risposta, in modo da non negare il passato ma tracciarci una riga netta per voltare pagina e iniziare a scrivere quella col Milan.
Sono sincero, non eri l’allenatore che avevo in mente per rilanciare la squadra. La mia prima scelta si è presa, ahimè, un anno di pausa. E no, non è Ancelotti, ma quel barbuto tedesco che di nome fa Jurgen e allenava a Dortmund. Non mi sarebbe nemmeno dispiaciuto l’Aeroplanino Montella, di cui sono estimatore fin dai tempi di Catania. Ecco, Catania che ritorna, come un circolo vizioso. Lui però sembrava prigioniero di un contratto a Firenze, altra città nella quale tu hai allenato con poca fortuna e dalla quale ce lo avevi ribadito che al Milan, tu, non saresti mai venuto.
E invece eccoti qui, chiavi dello spogliatoio in mano, pronto a rinnovare un ambiente che da troppo tempo si era seduto sulla memoria e sulle glorie passate. Si volta pagina. Una persona nuova e completamente estranea alla grande famiglia rossonera, che mi auguro possa avere la parola anche per quanto riguarda il mercato. A questo proposito si stanno già sprecando i primi fiumi di inchiostro sui nomi richiesti. Un solo consiglio, ricordati che nonostante le ultime annate, il Milan è il Milan, non una Sampdoria di lusso (negli ingaggi più che nelle prove sul campo purtroppo). Quindi se ritieni che i fantomatici 5/6 nomi usciti (De Silvestri, Romagnoli, Soriano, Okaka e Eder, ai quali mi permetto io di aggiungere Silvestre – che tra l’altro si svincola – già stato al Milan ma che ora ha ritrovato continuità di gioco e costanza di rendimento) siano giocatori sui quali si possa costruire il progetto Mihajlovic, ben vengano. A tal proposito, usciva ieri la notizia di un possibile ritorno di Boateng. Per quanto mi riguarda, piuttosto che un ritorno del Pantagonnato, rinnovo Bonera. Un giocatore che in quattro anni non ha ottenuto nulla se non farsi cacciare prima dalla nazionale durante i mondiali (con Muntari) e poi dallo Schalke a cosa serve? Ricordiamoci appunto che il Milan è il Milan. E il tuo compito sarà appunto anche ricordarlo alla dirigenza questo: il Milan è il Milan. Basta con le figurine e i tronisti da rotocalco. Servono giocatori veri. E non è necessariamente una questione di petroldollari arabi o fiscalità spagnola. Verissimo che nel calcio servono i soldi; ma bisogna anche e soprattutto avere dei progetti. Perchè ricordiamoci che, nonstante tutto, è più facile fallire coi soldi che riuscire con le idee.
Nel congedarmi, ti chiedo solo di farci ritrovare il gusto e la passione per una squadra ormai impegnata più a specchiarsi e a interagire sui social network che a sudare e onorare la maglia. Questo ti (e vi) chiediamo. Onorate la maglia. Onoratela e i tifosi torneranno ancora prima dei risultati. Uscite dal campo stremati e applaudiremo anche in caso di sconfitta. Umiltà , professionalità e duro lavoro. In bocca al lupo, Sinisa. Non sarà un lavoro facile. Ma se qualcuno può farcela, è un sergente di ferro come te.
Andrea
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