Eccomi qui. Scrivo poco e di malavoglia. Ma scrivo. Entusiasmo? Zero. Interesse? Zero. Mi astengo dal calcio, aiutata anche dalle vacanze. Il derby in Cina? Non l’ho seguito. Abbiamo vinto uno a zero con gol di Mexes, mi dicono. Bene, per carità . Però la cosa mi lascia sostanzialmente indifferente. Solo un timido tremolio di pallidissimo compiacimento. Cosa mi è successo? Cosa mi hanno fatto? Perchè un vulcano in continua eruzione si è trasformato in una specie di iceberg?
Alcibiade mutilò le erme la sera prima della partenza della disastrosa spedizione militare a Siracusa. Loro hanno orrendamente mutilato i miei sogni. Cosa me ne importa di Bacca e Luiz Adriano? Intanto non sono fenomeni. Visti età e ingaggi, poi, risulteranno comunque invendibili, in piena sintonia con lo stile Giannino. Ma il punto non è neppure questo. Mi mortifica un fatto. Sempre lo stesso. Il nostro problema fondamentale è a centrocampo. Noi che facciamo? Cambiamo l’attacco. Bertolacci? Bravino. Ma cosa può fare insieme a Montolivo e De Jong? Un reparto modesto. Modestissimo. E dietro c’è una difesa mediocre. Dove vogliamo andare? Ai preliminari di Europa League, se ci va di lusso. Molto di lusso. L’obiettivo è possibile? Sì, visto che finalmente abbiamo un allenatore. Cosa avrebbe riacceso la mia passione, che cova avvilita sotto una montagna di cenere? Be’, un trittico Kondogbia, Allan, Clasie sarebbe stata per me una robusta botta di vita. Robustissima! Un presente intrigante al profumo di futuro. Montolivo non è il mio capitano. Lento, sbiadito, slavato. Come Honda. Mi repellono entrambi. La loro cessione mi avrebbe mandato in orbita. Figuriamoci. Sono le colonne dell’Atletico Giannino. Ad andarsene è stato El Sha. Anche perché il vituperato Stephan, pur se deprezzato, ha trovato acquirenti. Gli altri due non li vorrebbe nessuno sano di mente. Neppure gratis.
Lo stadio nuovo? Messa come sono, non me ne frega niente. Mister Bee? La Doyen? Chi sono? Chi li sente più nominare? Una curiosa scuola di pensiero vede in El Sha al Monaco la longa manus Doyen. Già . E allora Kondogbia? E Jackson Martinez? La lingua batte dove il dente duole? Bah! Ora sono anestetizzata alla sofferenza. Mi hanno svuotata. La rabbia, proprio come l’entusiasmo, può essere un propellente. Adesso non provo neppure quella. Così mi è difficile scrivere. Lo faccio poco e male. Preferisco interessarmi d’altro e scacciare il Milan dalla mia mente. Mi hanno annichilito. Non pretendevo certo di avere una squadra super come quella del trio olandese. Ci sono problemi economici? Va bene. Ridimensioniamoci e operiamo con intelligenza. Invece il Milan è stato distrutto sia tecnicamente che economicamente da una gestione scellerata. Si può arrivare decimi con un attivo di cinquanta milioni. Non con un buco da novanta. Queste cose le capisce anche un bambino. Non la proprietà . O, almeno, finge. E devo essere io a diventare matta e ad avvelenarmi la vita? No di certo.
âVagar mi fai co’ miei pensier su l’orme che vanno al nulla eternoâ, diceva Foscolo alla sera. Ecco, è pensando al Milan che io ripercorro le orme del nulla. Spero di sbagliarmi, ma non ho nessuna fiducia in questi imbecilli e il Mercato non mi piace. La Nasa annuncia la scoperta di un pianeta molto simile alla Terra. L’ha rilevato il Telescopio Kepler. C’è un pianeta gemello in cui scorre la vita? Magari sarà lì il Milan che vorrei? Mi piacerebbe raggiungerlo, ma dista più di millequattrocento anni luce. Appartiene alla costellazione del Cigno. E qui il pensiero va a quello di Utrecht. Dio, che magone. Il ricordo della felicità non è più felicità . Tutt’altro. Provoca un sottile senso di angoscia, di tristezza, di smarrimento. Certo che io il Milan ce l’ho proprio nel sangue. Alla faccia di tutto e di tutti. Anche di me stessa. Perchè me l’hanno vilipeso così? Perché?
Chissà che non riesca ancora a provare qualche tremito, qualche palpito. Non dico quei brividi a fior di pelle, quelle precarietà vertiginose. Un po’ di sana emozione a tinte rossonere, ecco. Chissà che non mi prendano un bel centrocampista che mandi in panchina Montolivo. E un buon difensore. E magari Ibra, l’unico usato sicuro che mi renderebbe felice, senza pensare al futuro. Figuriamoci. Questi Alcibiade da strapazzo, invece delle erme, hanno mutilato il mio Milan. Prima le loro orme erano segni piacevoli da seguire per me. Da troppo tempo sono diventate tracce inquietanti che calpestano un luogo dell’anima. Qui tra erme e orme mi hanno ridotta inerme. Detesto l’Atletico Giannino. Io ho voglia di Milan! Forza Milan, maledizione al secchio!
Chiara
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