Intervista al presidente del Partito Pirata Italiano: “democrazia partecipata e diritti civili”

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Dopo l’exploit di settembre 2011 alle ultime elezioni in Germania, il Partito Pirata – che sfiora il 10% di consensi – tenta di sbancare anche in Italia. E così domenica scorsa, il Partito Pirata Italiano si riunisce in un’assemblea pubblica al Fusolab, famoso spazio autogestito romano, che contiene un’infinità di realtà presenti nel territorio.

Con l’occasione, sentiamo Athos Gualazzi, presidente del Partiti Pirata Italiano: “Abbiamo intenzione di organizzare una rivoluzione sociale indolore utilizzando gli strumenti della democrazia diretta e nuovi sistemi di partecipazione offerti dalla rete come LiquidFeedback”.
Athos entra subito nel detttaglio spiegandoci cos’è LiquidFeedback: “È un sistema che permette agli associati di prendere ogni tipo di decisione, in maniera totalmente paritaria. Ogni argomento presentato viene emendato e votato on-line da tutti, entro un tempo limite che varia a seconda dell’urgenza del tema persentato”.

Ma questi pirati sono di destra o di sinistra?
Athos Gualazzi risponde in modo abbastanza chiaro: “Più a destra o a sinistra di cosa? Destra e sinistra nell’emiciclo delle camere non vuol dire niente, se mi chiede più o meno democrazia, più o meno libertà, più o meno privacy, più o meno rispetto del cittadino, più o meno trasparenza, più o meno uguaglianza, più o meno diritti civili, più o meno per il sociale piuttosto che il singolo, allora le rispondo sempre più. Se poi coloro che sosterranno queste priorità si siederanno a sinistra, vuol dire che dialogheremo con la sinistra, ma tutto questo penso conti poco ora come ora”.

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