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Questo Milan lo si può processare, azzoppare, criticare, ma attualmente ad ogni colpo risponde con una vittoria sul campo. Dopo un gennaio pietoso, frutto di chissà quale lavoro a Dubai, il Milan cambia pelle e a Udine innesca la prima di tre vittorie consecutive fondamentali in chiave italiana che europea. Contro la squadra di Guidolin, imbattuta al Friuli, Maxi Lopez con un goal e un assist ad El Shaarawy trascina i rossoneri ad una vittoria sofferta, ad una vittoria di cuore. Quindi la magica notte con l’Arsenal, coi Gunners annientati per 4 a 0 da Ibrahimovic (un goal e due assist) e compagni. Ma la tegola è dietro l’angolo e Boateng, magnifico contro i londinesi e non solo per la sassata dell’1 a 0, si riferma (si parla di un mese buono), così come si ferma Pato (e siamo all’infortunio numero 15…).
Allegri, che nel frattempo ha perso anche Seedorf (sempre con l’Arsenal), Nesta e Mexes, lancia Muntari dal primo minuto e Emanuelson trequartista. Ed è l’ex Inter che subito inizia a sollevare i primi sfottò per l’ammonizione per poi ribadire in rete da rapinatore d’area una goffa respinta di Antonioli su punizione di Thiago Silva. Esordio con goal per Sulley, e il Manuzzi diventa rossonero. Quindi Urby (primo goal in Serie A e miglior prestazione in rossonero), e Robinho (al terzo gol in due partite, i miracoli esistono) propiettano il Milan ancora virtualmente primo nella sfida con la Juventus che, intanto, fà fruttare le proprie lacrime con un arbitraggio decisamente casalingo contro gli uomini di Montella. Il Milan c’è, ribatte colpo su colpo, sfiga su sfiga, con prestazioni convincenti e con tante reti, leggasi i 17 i marcatori stagionali, segno di una coralità ben organizzata dal mister. Contro la Juventus non sappiamo chi potrà esserci, si parla di Aquilani e di Mexes. Non lo sappiamo. Anche Ibrahimovic sarà incerto fino a due giorni prima della sfida.
In compenso spezzo delle lance in favore ai nuovi arrivati: Mesbah è davvero un gran bel terzino, che sa coprire, fare le diagonali, costantemente in sovrapposizione sulla fascia, dotato di un bel cross. Una piacevole sorpresa per chi non lo conosceva, sottoscritto compreso, che però è diventato davvero un suo ammiratore. Bravo Galliani dunque a procurarselo per la modica cifra di 350 mila euro più 800 mila euro di ingaggio. Quindi Muntari, ennesimo scarto dell’Inter che speriamo faccia rimanere Amantino Mancini l’unica pippa che ci hanno rifilato da Corso Vittorio Emanuele II (ma era un uomo di Leonardo e del suo 4-2-fantasia). Non montiamoci la testa, una rondine non fà primavera, ricordo perfettamente il nostro AD dopo l’esordio di Oliveira dichiarare “son 20 anni che faccio mercato”. Però la prima uscita del ghanese mi è piaciuta, goal a parte, buoni movimenti, una sola sbavatura dietro, buona intesa con Ambrosini e Van Bommel. Insomma, è stato preso per far rifiatare i mediani in campionato, diamone atto. Costato zero. A mezzo milione da Catania arriva Maxi Lopez, eroe di Udine, che a Cesena non si è ripetuto ma la cui partita è stata sicuramente più che sufficiente. Da solo in mezzo a quattro, se non cinque, difensori, pressava su tutto il fronte d’attacco visto che Robinho era molto largo; inoltre l’argentino andava a saltare di testa, recuperava palloni, faceva risalire la squadra. Tutti movimenti da attaccante che deve giocare spalle alla porta e che ha portato coi suoi movimenti i giusti corridoi per i goal di Emanuelson e Robinho. Inoltre Maxi Lopez non arriva come nuovo Shevchenko, ma come nuovo Tomasson o vice Ibrahimovic. Ed un giocatore così è manna dal cielo.
Chiudiamo con Inzaghi, la cui presenza numero 200 in Serie A col Milan dura appena 3 minuti. D’accordo, ma con Inzaghi sarà sempre polemica, se gioca, se non gioca, quanto gioca. Si fischia la dirigenza per la scarsa programmazione e poi si pretende rispetto per un attaccante di 38 anni. Il Milan non può subire sempre il suo processino settimanale o avere l’asterisco di fianco alle sue vittorie. Godiamoci la classifica, godiamoci questo momento. Sabato c’è la Juventus e vediamo che piega prenderà il campionato. Partita importantissima ma non fondamentale, perchè ricordiamoci all’andata dopo aver perso 2 a 0 a Torino quanti punti avevamo dai bianconeri, e quanti ne abbiamo invece oggi. Perchè il loro calendario diventa più fitto e insidioso, e noi prima o poi i nostri infortunati inizieremo a recuperarli. Detto questo, per me se mancherà Ibrahimovic è un peccato, ma in questa sfida mancherà sicuramente più Pato, quello che conosciamo, non quello delle foto col berretto o delle prime alla Scala. Perchè il Milan se è veloce è imprevedibile, mentre Ibra se non ha giocatori con cui dialogare si allontana troppo dalla porta, e il solo Robinho non è abbastanza. Partita dove l’assenza di Boateng peserà tantissimo, ma c’è uno scudetto da vincere, e a San Siro ce ne si gioca una fetta importante.
Post Originale:
Il momento del Milan in attesa del big-match