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Come ci hanno insegnato a scuola, ogni problema ha una sua dimostrazione con la quale si cerca di rislolverlo. Il problema di Sabato era: ci sono Milan e Juve che si affrontano a S.Siro in una gara molto importante che può influire sul campionato. Nel Milan mancano Ibrahimovic e Boateng ma lo stato di forma è ottimale, nella Juve non manca nessuno, come al solito, ma è molto ingombrante la figura di dirigenti e allenatore sempre pronti a recriminare. Ad arbitrare la partita è Tagliavento, considerato il migliore arbitro italiano, insieme ai suoi fidati collaboratori Di Liberatore e Romagnoli. Come finirà la gara? Vincerà la correttezza e il risultato del campo o sarà ancora una vittoria delle scrivanie?
Una volta preso atto della traccia del problema, iniziamo a risolverlo. Le dichiarazioni degli ultimi tempi di dirigenti, allenatore e giocatori della seconda squadra di Torino, hanno acceso non poco una gara che si sperava fosse condizionata solamente da episodi di calcio giocato, con la vittoria di una o dell’altra squadra a seconda di quanto si fosse visto in campo. Invece l’atmosfera è stata molto più che tesa e qualcuno dalla parte dei bianconeri aveva già raggiunto il primo dei loro obiettivi prima ancora che la gara iniziasse, rendendola una contesa bellicosa. Il momento clou arriva, come tutti ormai già sappiamo, al momento del goal non concesso a Muntari dal grande Romagnoli (quello che anche a Firenze aveva provveduto a negare una vittoria al Milan). Sull’episodio ormai si è detto di tutto e di più, anche se sarebbe bastata una sola parola per definirlo al meglio: scandaloso. Le conseguenze dell’ignobile scelta arbitrale si vedono prima dentro il campo, con proteste infinite da parte di tutti, poi all’interno degli spogliatoi nell’intervallo, dove Galliani si scontra verbalmente con Conte. Con questo comportamento viene meno alle regole e allo stile che dovrebbero far parte di un dirigente, ma incarna perfettamente i sentimenti di ogni tifoso rossonero.
La seconda parte dello svolgimento prevede l’analisi del pugno di Mexes a Borriello, il quale già dalla partita di Coppa Italia non aveva fatto altro che provocare e chiedere falli ad ogni minimo contatto, confermando la sua indole di attore. Sta di fatto che nessuno della quaterna arbitrale vede l’episodio (come potevano vederlo cari juventini se era a 50 metri dalla palla???) e che probabilmente verrà invocata la prova TV. La partita procede fino all’ennesimo episodio arbitrale, stavolta a sfavore della Juve con un goal annullato a Matri per fuorigioco dubbio. Niente di paragonabile al primo episodio, ma comunque un errore. Nel post partita gli animi si accendono con Chiellini e Conte che dimostrano di incarnare al meglio lo spirito dello juventino medio: provocazioni contro tutti che scatenano una rissa finale e dichiarazioni inammissibili di chi invita ad abbassare i toni quando non ha fatto altro che alzarli da un mese a questa parte.
Questi i fatti, questa la cronaca di una gara nella gara. L’impressione che tutti abbiamo avuto è stata quella che il Milan, dai dirigenti fino ai giocatori, si sia un po’ stancato del modo in cui la Juve sta conducendo questo campionato sia dentro ma soprattutto fuori dal campo. Lo stile Milan va a farsi benedire ma quando è troppo è troppo. Sbrocca anche Allegri nelle dichiarazioni post partita, lanciando frecce avvelenate contro Marotta ed invitandolo al silenzio, cosa che sarebbe stata più gradita nelle settimane scorse. Se tutto questo non fosse successo, avremmo parlato di calcio vero: mi sarebbe piaciuto analizzare la grande prestazione del Milan senza Ibrahimovic (l’ennesima, che conferma la regola!) e Boateng, avrei voluto analizzare il modo in cui abbiamo letteralmente sotterrato una squadra fisica e veloce con le sue stesse armi, avrei voluto parlare dell’ennesima prestazione inguardabile di Pato, sempre più elemento estraneo della squadra. Sarebbe stato più bello, e forse anche più interessante, ma quando la situazione oltrepassa certi limiti, non ci sono più le forze per nasconderla.
La traccia del nostro problema è stata risolta, grazie a quello che si è visto dentro e fuori da terreno di gioco. E’ finita nel modo peggiore, ma forse qualcuno lo sentiva già prima che arrivasse il fischio d’inizio. Possiamo dirlo: Come Volevasi Dimostrare!
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Come volevasi dimostrare!