La più grande saga mai scritta

Canale Milan

di Ezio Azzollini

Passa il più forte, passa la squadra con cui è meno possibile sperare nella rotondità del pallone. Eppure, a conti fatti, Barcellona-Milan è una partita decisa dagli episodi: basterebbe questo a dare la caratura del cuore dei ragazzi in rossonero.

Il capitano, Massimo Ambrosini, a fine partita ha detto: usciamo senza rimpianti. Sicuri? Sicuri che stanotte non abbiamo ripensato a Nesta accanto a Mexes, al 7’, per un passaggio orizzontale comodo? Sicuri  che non abbiamo pensato che Abbiati è arrivato a sentire sulla punta delle dita il cuoio del pallone angolato da Messi? Sicuro che non abbiamo ripensato al rigore a stretta norma di regolamento, ma incastonato tra un fallo a stessa norma di regolamento di Puyol e un fischio di rimessa in gioco arrivato all’unisono, pensato ai milioni di volte in cui si fischia fallo di confusione a beneficio del difensore, o in cui l’arbitro ferma tutto, fa la ramanzina a due o tre uomini, e fa ribattere il corner? Sicuri, soprattutto, che con Thiago Silva, ultima mannaia sul morale e sui mezzi dei rossoneri lanciati verso una sfida improba, staremmo a commentare un 3-1?

Se nel gruppo rossonero non ci sono rimpianti, siamo contenti così, molto meglio, farà gioco per la vittoria del campionato. Ma stamattina, è una mattina in cui ripensiamo a tante cose, alla storia sotterranea, alle radici di un verdetto comunque sacrosanto. Passano i migliori, ma il Milan c’è stato: è capire se fa più bene o più male all’umore, la vera questione. Assieme ad un’altra sensazione: il giorno del malaugurato sorteggio, vi fu il partito di chi disse: “beh, se vuoi vincere la coppa, prima o poi devi incontrarli e batterli. Meglio ora che in finale”. Niente di più sbagliato, lo credevamo e lo crediamo: questa è una squadra che, se ti offre una minima chance, lo fa in una gara secca, in 90’. Su 180, non ti lascia spazio ai sogni. Se non accade qualcosa di strano ed imponderabile (un vulcano islandese, ad esempio), su due sfide l’impresa è francamente ardua. Puoi bloccarli in una partita, non in due: e questi quarti di finale hanno ulteriormente rafforzato questa convinzione. In finale ci sarebbero state più chance.

Il Milan ci ha provato, non è ancora un Milan di dimensione europea, è probabilmente tra le prime 3 o 4 squadre in Europa, ma deve fare i conti, in coscienza e come tutti, con il Barcellona di Guardiola. Che è la storia più grande che il calcio abbia mai scritto. Nessuno ha raccontato una storia così bella.
Poi c’è il Milan. Il Milan è ben di più, è una storia spalmata nel tempo, nei decenni. Il Milan è una saga. Oggi vive di pagine interlocutorie, e lascia spazio ad una grande storia, ma una saga ha pazienza. Presto vedremo in scena un altro capitolo, stiamone certi. Si chiamano saghe per questo.

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