Istantanea di uno Scudetto

Milan Night

610x 150x150 Istantanea di uno ScudettoAnche il calice amaro della sconfitta nel derby. Nulla ci è stato risparmiato. Il vomitevole primo tempo mi ha lasciato pure con un po’ di vergogna. Il rigore non c’era. Quello di Cambiasso mi sembrava gol. E’ poi vero che Rizzoli in mezzo al campo non fischiava neppure il fallo più evidente per noi e, al contrario, sanzionava anche i nostri sospiri. Nei due episodi topici, però, siamo stati favoriti. Già. Peccato che non contasse più nulla. Questa lo sberleffo atroce! Qui ci vogliono prendere per i fondelli! Meglio averla persa questa maledetta partita. Tanto, anche se avessimo vinto, non sarebbe cambiato niente né per noi né per gli Orrendi. Avremmo ottenuto solo la beffa di vedere “mondato” il gol di Muntari. Gli Orrendi? La chimera Champions diventa raggiungibile solo con decisioni di Palazzo, che possano coinvolgere Udinese e Napoli nel Calcioscommesse. Certo che loro sono esperti in questo campo… E spero tanto che gli venga revocato lo scudetto di cartone. Non credo che i Gobbi siano troppo rabboniti…. O magari sì. Chissà.

Amarezza a gogo ora che tutto è definitivamente finito? Sì. Ma tutti sapevamo che sarebbe andata così. Più che altro mi ferisce una cosa. La certificazione matematica è avvenuta proprio al Nereo Rocco. Troppo ha rappresentato e ancora rappresenta il Paron per quelli come me. Sto parlando di chi ha vissuto i suoi mitici duelli con Helenio Herrera, lo scudetto del 68, la Coppa dei Campioni e l’Intercontinentale conseguenti. Tu sei vento e nostalgia, Nereo. Ci voleva Cellino, per perpetrare il sacrilegio. D’altra parte, i Gobbi possono fare quello che vogliono. Sempre. Hanno respirato aria cattiva, i tapini. Quest’aria ha ammorbato i giudici del ricorso per Ibra, ha diminuito incredibilmente le diottrie di un arbitro e di un guardalinee. Pure il differimento della loro gara, curiosamente diventata casalinga, hanno ottenuto. Poverini. Ritenevano ingiusto giocare prima. E noi che l’abbiamo fatto miriadi di volte? Amen. Chi vince ha sempre ragione. Potevamo fare meglio. L’unico punto rimediato nelle due partite casalinghe con Fiorentina e Bologna pesa tremendamente. Anche falcidiati, comunque, qualcosa abbiamo combinato. Ripartiamo dalla qualificazione Champions. Rimbocchiamoci le maniche e guardiamo avanti. In fondo, le delusioni sono fatte per poter ricominciare a sognare. Certo che, per riuscirci, avremo bisogno dell’indispensabile aiuto della Società. E qui, purtroppo, casca l’asino….

In questi giorni ho letto un giallo di Agatha Christie: “Istantanea di un delitto”. La signora McGillicuddy vede un uomo strangolare una donna sul treno che procede parallelamente al suo, nello stesso senso di marcia. Lei denuncia il fatto. Il cadavere, però, non si trova e nessuno le crede. Non fosse per Miss Marple. Se la signora McGillicuddy avesse avuto a disposizione un telefonino, tutto sarebbe stato più semplice. Noi, con buona pace dell’annoiato signor Conte, possediamo un cellulare. E, sul suo display, possiamo mettere quel che vogliamo. Anche l’istantanea di uno scudetto. Siamo alla ricerca di alibi? Be’, conosciamo i limiti di squadra, Società, allenatore, staff medico-atletico. Tuttavia il nostro “alibi” mi sembra quantomeno più credibile di quello della mitica canzone di Jannacci. “Commissario, sa l’Armando era quasi il mio gemello. Però ci volevo bene, come fosse mio fratello. Stessa strada, stessa osteria. Stessa donna, una sola. La mia! Ma che delitto di gelosia. Io c’ho l’alibi! A quell’ora sono sempre all’osteria. Era quasi verso sera, se ero dietro, stavo andando, che si è aperta la portiera. Ho cacciato giù…. Pardon…. E’ caduto giù l’Armando.”

Il bell’Antonio (!!??) mi ha stupito per duttilità tattica e grinta. Lo devo ammettere. Ma è uno che si nutre di se stesso. Per questo spesso vomita scemenze. Però le sue scemenze, fortemente strategiche e concordate con il gatto Marotta e la Volpe Agnelli, hanno trovato terreno fertile. Insieme all’indubbia forza della squadra hanno determinato il risultato finale. Furbo, l’amico! Certo, se fossimo stati più gagliardi, avremmo vinto comunque. Ma così non è accaduto, per una serie di ragioni ascrivibili a noi, per carità. Che Thiago avesse finito il suo campionato, per esempio, io l’avevo capito nel momento stesso della sua uscita dal campo con la Roma. Conosco ormai bene i miei polli. E non mi riferisco alle probabili voglie di Barça. Le pantomime su diagnosi e prognosi sono diventate per noi, da tempo immemorabile, amarissime barzellette. Non ce la menino troppo, però, questi Gobbi. Il loro scudetto con aiutino ha un’istantanea: il gol di Muntari. Amen. Non chiedetemi la cronaca di una partita disgraziata, che ci ha visto soccombere meritatamente. Non ho la forza di farla. Sono un grumo di delusione, un crogiolo di frustrazioni. Neanche provo particolari tensioni nel pre. Incredibile, trattandosi di un derby, cioè di quella che per me è da sempre la madre di tutte le partite. Ma tant’è…. Avvilimento e rassegnazione. Questi i miei sentimenti, anche prima, per un verdetto che considero già scritto. Svanita la pazzesca scarica di adrenalina che mi ha assalito al pareggio di Bertolacci. Però quell’attimo fuggente di gioia selvaggia, di ebbrezza senza limiti è uno squarcio del fantastico mondo dell’irrazionale, che rende la vita degna di essere vissuta. A prescindere. Un brivido a fior di pelle, un’emozione stupenda e devastante. L’ultima della stagione. Al fischio di inizio sono lì, come sempre.

Il mio piccolo mostro juventino? Esce. Il mio Orrendo? Si ritira in camera da letto. Mica vero che scende imbufalito durante l’intervallo, urlando che siamo dei ladri come le Zebre? Non ci vedo più! Cosa me ne frega di avere favori a campionato morto? E credete di andare in Champions, vincendo il derby? Spero solo che vi revochino quello schifoso scudetto di cartone! Tutta presa dalla foga delle discussione, arrivo lunga sul secondo tempo e non vedo il gol di Ibra. Siccome poi spengo la televisione, non so ancora come abbia segnato Zlatan. Vedo, però, i due rigori e la sassata di Maicon, che si infila alle spalle di un inebetito Amelia. Chiudo qui il rapporto con la Tv e mi butto a scrivere il pezzo. Il mio Orrendo ridiscende tutto sorridente e mi dice: “Avevi ragione tu. Vi hanno preso per i fondelli.” Be’, non ha detto proprio “fondelli”. Lo mando al vespasiano. Be’, non ho detto proprio “vespasiano”.

Anche Abate comincia a diventare un incubo, mannaggia. La capisci, Società, la mia tragica situazione familiare? La squadra deve essere ringiovanita e rinforzata, maledizione al secchio! Due cambi bruciati nei primi venti minuti. Questa la fotografia impietosa della nostra stagione. Il nostro portiere si infortuna più spesso dei giocatori di movimento delle altre squadre. Una cosa pazzesca! Occhio, dirigenti! Sveglia! Ci metterei un attimo ad esprimere un semplice concetto. Dirigente non è un participio presente. E’ un idiota imperfetto! Comunque noi, ragazzi, uno scudetto l’abbiamo vinto. Gian tornerà presto più forte di prima. E questa gioia immensa non ce la può portare via nessun Gobbo e nessun Orrendo! Forza Gian! Forza Milan!

Chiara

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