Rossonerosémper
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Se l’Italia come abbiamo visto domenica nell’europeo inglese ebbe vita breve altrettanto non si può dire di chi in quell’edizione eliminò gli azzurri – ovvero la nazionale tedesca qualificatasi ai quarti di finale giocati per la prima volta nel torneo a causa della pressione della FIFA, che lo allargò a 16 squadre con quella formula che conosciamo ancora oggi e che sarà vigore per l’ultima volta nel prossimo Europeo (dal 2016 si passerà infatti a 24).
Non sarà solo, però, la formula dell’Europeo a cambiare bensì anche la formula delle singole partite ad eliminazione diretta: viene introdotto per la prima volta il Golden Goal, già sperimentato negli Europei Under 21 del 1994 dove proprio l’Italia vinse il torneo grazie a questa regola con la rete di Orlandini.
Il risultato immediato consiste in un generale calo della spettacolarità di torneo: se l’obiettivo della FIFA era quello di spingere le squadre a dare il colpo di grazia, tale obiettivo viene meno nel momento in cui delle quattro partite su sei che vanno ai tempi supplementari tra quarti e semifinali, tutte e quattro finiscono ai calci di rigore, quindi senza marcature con squadre che non fanno altro che chiudersi a riccio ed attendere i tiri dagli undici metri. La lotteria nei quarti di finale premia Inghilterra e Francia, mentre Germania e Repubblica Ceca vincono entrambe per una rete di scarto nei tempi regolamentari – in semifinale, invece, saranno proprio queste due squadre a spuntarla, entrambe per 6-5 ai rigori con la Germania che riesce, seppur in parte, a vendicare quella sconfitta del 1966.
Si arriva quindi il 30 giugno al vecchio Wembley con una Germania decimata dalle squalifiche (tra cui quella di Koller) e una Repubblica Ceca che ha fatto soprattutto di catenaccio e contropiede il proprio credo ma che può contare su un Wembley interamente al loro supporto, sperando di ripetere la prestazione del 1966. La partita risulta però bruttina, degno coronamento di un europeo pessimo dal punto di vista del gioco dove a trionfare sono state le difese e non gli attacchi: è la Repubblica Ceca, infatti, a fare la gara nelle prime battute e a colpire ben due volte la traversa con Pavel Nedved, e venendo premiata al 60′ con l’episodio che sembrerebbe sbloccare la partita: un rigore che siamo generosi a definire ancora oggi dubbio assegnato da Pairetto e trasformato da Berger.
Vogts non si dà per vinto e getta nella mischia una nota conoscenza rossonera: Oliver Bierhoff, attaccante dell’Udinese che sarà il compagno di Weah nel Milan di Zaccheroni scudettato tre anni dopo – lo manda alla terza presenza in nazionale, la prima in assoluto in questo Europeo considerato il fatto che le prime due erano infatti gare amichevoli contro Liechtestein e Danimarca: sarà proprio il giocatore rossonero, al 73′, a insaccare il gol dell’1-1 e a portare la gara ai tempi supplementari.
Le storie che questo meraviglioso sport ci offre tuttavia non sono mai destinate a restare incompiute: quel giorno gli dei del pallone indossavano anche loro la maglia numero 20 tedesca – che dopo cinque minuti del tempo supplementare sporca di testa una punizione di Ziege servendo Klinsmann sulla destra. Il numero 18 tedesco gli restituisce immediatamente palla – Bierhoff tira al volo di destro e una papera di Kouba certifica la frittata. E’ il primo Golden Goal della storia del calcio, ed è quello che porta per la terza volta la Germania sul tetto d’europa.
Londra, 30/06/1996
REPUBBLICA CECA – GERMANIA 1-2 d.t.s. GOLDEN GOL NEL 1° TEMPO SUPPLEMENTARE (1-1)
Repubblica Ceca: Kouba, Hornak, Rada, Kadlec, Suchoparek, Nemec, Poborsky (87′ Smicer), Bejbl, Nedved, Berger, Kuka
Germania: Koepke, Strunz, Babbel, Sammer, Helmer, Ziege, Scholl (69′ Bierhoff), Eilts (46′ Bode), Haessler, Klinsmann, Kuntz
Arbitro: Pairetto (Italia)
Marcatori: 59′ Berger rig. (RC), 73′ e 95′ Bierhoff (G)
Post Originale:
Storie di Europeo: Repubblica Ceca – Germania (1996)