Francesco Acerbi, il muro di gomma

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Soltanto sei mesi fa sembrava che l’ascesa di Francesco Acerbi verso il calcio che conta dovesse fermarsi e che il giovane difensore dovesse addirittura fare un passo indietro e tornare in Serie B. Tra luglio e dicembre, con la maglia del Chievo, erano arrivate soltanto due presenze in Serie A ed in entrambe le occasioni entrando dalla panchina: “Un infortunio mi ha bloccato all’inizio della stagione. Poi ho recuperato ma davanti a me c’erano dei compagni che stavano facendo bene“. Telefonate quotidiane al procuratore, quindi, per chiedere la cessione: Stare in panchina non gli interessava. Sassuolo e Parma le possibili destinazioni.

La svolta, dopo un chiarimento con il ds Sartori, sarebbe arrivata con la partita di Coppa Italia con l’Udinese e con la prima da titolare in campionato, il 2 febbraio contro il Novara. Da lì in poi grande fiducia da parte di Di Carlo e una lunga serie di soddisfazioni: il primo gol nella massima serie, messo a segno contro il Siena il 25 marzo (“Un gol fortunoso, mi sono spostato e Thereau mi ha intercettato“), una buona prova contro la Juventus e una sorta di consacrazione contro il Milan, squadra del cuore già in tempi non sospetti (l’idolo, da bambino, era Weah). I rossoneri scoprono Acerbi e Acerbi, che da anni ha Nesta come modello, scopre che Ibrahimovicè grosso e forte, ma se lo marchi stretto e gli metti fiato sul collo le sue qualità vengono meno“; Rino Foschi, ds del Padova, quella sera è seduto a fianco di un osservatore di Prandelli, al quale intima: Guai a te se questo non lo metti in lista per la nazionale.

A rovinare questi mesi di successi, purtroppo, la morte del padre, arrivata alla vigilia di un Cesena-Chievo: “Ho voluto giocare perché lui avrebbe voluto così. Sono molto legato alla famiglia e il mio pensiero in queste settimane è sempre a mio padre, che sento vicino“. E proprio al padre, una volta messa la firma in via Turati, ha dedicato il trasferimento al Milan.

Nato il 10 febbraio 1988, proveniente da Dresano, in provincia di Milano, Acerbi cresce calcisticamente nel Pavia. Arrivato giovanissimo dal Brescia, sulle rive del Ticino passa dagli Allievi alla Beretti fino ad entrare nel giro della prima squadra: l’esordio tra i professionisti, nell’allora C1, risale al 23 aprile 2006, avversario il San Marino. Dopo una breve parentesi in Serie D con il Renate (gennaio 2007, indossa la maglia delle Pantere soltanto una volta) ed una ancora più breve con la Triestina (due settimane in prestito nell’agosto dello stesso anno, sarà riuscito almeno a visitare la città?), va in prestito per un’intera stagione alla Primavera dello Spezia. A fine stagione gli Aquilotti falliscono e non riscattano il giocatore, che torna a Pavia.

Negli azzurri, nel frattempo retrocessi in Seconda Divisione, Acerbi riesce ad imporsi, giocando regolarmente ed aiutando i suoi, guidati dal capitano Benny Carbone, a raggiungere prima la salvezza (2008-2009) e poi i play-off (2009-2010). Dopo essersi guadagnato il soprannome di “muro di gomma” per la capacità di rimbalzare gli attaccanti avversari, nel 2010 arrivano il premio come “Miglior giovane calciatore dell’anno” della Lega Pro ed il (doppio) salto in Serie B grazie alla Reggina, che versa 180 mila euro per la comproprietà: “Ho rifiutato le altre offerte perche volevo venire alla Reggina. Ero eccitato all’idea di confrontarmi con una squadra del Sud“. L’affetto per il Pavia, comunque, resta intatto: ogni volta che riesce a tornare a casa dopo una trasferta, una visita al Fortunati per veder giocare i suoi ex compagni non manca mai.

Con la maglia amaranto le cose vanno come meglio non potrebbero e dopo soltanto sei mesi, nel gennaio del 2011, è il Genoa ad acquistarlo per 4,5 milioni: bella plusvalenza per la Reggina (che l’aveva pagato, in tutto, 430 mila euro) e bella soddisfazione per Acerbi, che a inizio stagione sperava di non dover tornare indietro dalla Serie B e ora si trova addirittura proiettato verso la A. Terminata la stagione in riva allo Stretto, in estate Preziosi lo cede in comproprietà al Chievo nell’affare che porta l’altro nuovo acquisto rossonero, Kevin Constant, in Liguria. Il seguito, fino alla firma e alla foto con la maglia del Milan in via Turati, è storia nota.

Alto e forte fisicamente (1.92 per 89 kg di peso), Acerbi è un difensore tecnicamente ben dotato cui piace impostare la manovra. Paragonato a Lucio per la sua capacità di uscire palla al piede, non disdegna di farsi vedere in attacco: pericoloso, ovviamente, nel gioco aereo, ha anche qualche abilità nel battere le punizioni (vedi i gol a Triestina e Albinoleffe).

Ragazzo spontaneo e umile, quest’anno si è guadagnato anche la fama di onesto dopo un episodio di fair play in Palermo-Chievo, quando ha ammesso di aver deviato il pallone in angolo, ricevendo l’appluaso del pubblico di casa ma consentendo ai rosanero di segnare il gol del pari con Silvestre: “Vicino avevo Miccoli che mi sbraitava di confessarlo all’arbitro e io l’ho fatto… Perché, non avrei dovuto?“.

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