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Analogamente a quanto sta avvenendo in Europa per l’Italia, anche nel calcio il Fair Play Finaziario imposto dall’organo europeo, la Uefa, sta condizionando pesantemente bilancio e strategie rossonere. Una società che registra perdite per 60 milioni circa ogni anno, ha bisogno di ristrutturare i suoi conti ed effettuare una “spendig review” per tagliare costi e sprechi. Parallelamente la famiglia Berlusconi, colpita duramente dalla multa di oltre 500 milioni di euro per l’affaire Mondadori, non investe denaro fresco e rende il lavoro di Galliani la tredicesima fatica Ercolina: allestire una squadra competitiva senza investimenti e riducendo i costi. Nonostante i mugugni della tifoseria, più che legittimi in alcuni casi, il “Professore” Galliani nella prima parte di questo calciomercato ha operato ferocemente nella riduzione degli ingaggi (fonte primaria dei costi del Milan: circa 160 milioni annui), cercando al contempo di rinnovare una squadra logora e dall’età media elevata.
Gli addii di Seedorf (36 anni), Nesta (36), Inzaghi (39), Zambrotta (35), Oddo (36), Roma (38), Van Bommel (35), Gattuso (34) hanno liberato risorse per circa 19 milioni di euro (netti) all’anno.
A questo risparmio bisogna inoltre aggiungere i 3 milioni di euro di riduzione per Flamini (28), i 500 mila euro dell’ingaggio di Maxi Lopez (non riscattato) e i 1,5 milioni di Aquilani (anch’egli non riscattato).
I nuovi arrivi dal canto loro peseranno meno sul bilancio rispetto ai loro predecessori: Montolivo (27) si ferma a 2,5 milioni di euro, Muntari, classe ’84,(considerando già la riduzione per l’infortunio) 1,3, Traorè (27) circa 1 milione di euro annuo, Mexes (30), invece, prenderà ben 4 milioni di euro, Strasser, classe ’90, (rientrato dal prestito) circa 300 mila euro, a cui si aggiungeranno quelli di Gabriel (acquistato per soli 500mila euro) e di Acerbi, che non sono ancora stati resi noti.
A fine giugno, quindi, il bilancio dell’Austerity rossonera conta una riduzione degli ingaggi netti di circa 15 milioni, cifra importante, che potrebbe però essere intaccata dall‘aumento monstre richiesto da Thiago Silva: da 4 a 7,5 milioni di euro. Ecco perchè nelle prossime settimane tornerà sicuramente d’attualità la telenovela PSG-Thiago.
Rimane, inoltre, il tema sempre caldo del terzino sinistro: Taiwo (27), che da tempo non rientra nei piani del Mister, con un ingaggio di poco meno di due milioni di euro è in cima alla lista dei partenti. Discorso diverso per Mesbah (28), che nonostante non abbia convinto del tutto, rimane un ottima alternativa visto l’ingaggio irrisorio (circa 300 mila euro annui). Il favorito per la fascia rimane, quindi, Didac Vilà (23), già rossonero per intero, che han ben figurato in Spagna con l’Espanyol (e con uno stipendio basso), sempre che non arrivi qualche offerta “interessante” che permetta alle esangui casse rossonere di respirare.
Infine, in questo primo mese di calciomercato, c’è stata una serie di rinnovi di comproprietà e di prestiti riguardanti i giovani: Verdi, Romagnoli, Comi, Calvano, Fossati e Valoti. Con due cessioni a titolo definitivo: Darmian e Adiyiah.
Unica, grande, pecca è stata la cessione definitiva del talento classe ’92 di Merkel, sacrificato per ottenere la seconda metà di El Shaarawy. Mossa che addirittura potrebbe essere sconfessata nelle prossime ore se l’italo egiziano dovesse veramente fare posto in squadra al ritorno di Kakà.
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Calciomercato Milan: austerity e ringiovanimento