I 10 motivi per cui Thiago Silva al PSG mi fa incazzare (ancora piu’ di prima)

Canale Milan

di Alfredo De Vuono per Fantagazzetta

Era il 12 giugno, più d’un mese fa. La trattativa che avrebbe poi successivamente portato Thiago Silva, insieme ad Ibrahimovic, alla corte parigina di Leonardo e Ancelotti ancora era poco più che un’indiscrezione, che poi si dissolse – seppur temporaneamente, visti gli esiti – in una bolla di sapone.

Ero stanco ed arrabbiato. La trattativa attraversava ore sempre più incandescenti dal punto di vista mediatico, ed il sottoscritto, sempre sufficientemente speranzoso ma impaurito dalla prospettiva che prendeva corpo, decideva di scrivere questo pezzo. 

Oggi, nel giorno della presentazione di Ibrahimovic e Verratti a Parigi, ed in attesa di vedere anche Thiago Silva bardato blu notte, li ripropongo. Non é un caso, infatti, che siano ancora, tremendamente, attuali.

Alcuni di essi, per assurdo, ora che l’affare è ufficiale, anzi, hanno addirittura assunto significati più intensi. Per questo li ripubblico in versione originale, e senza aggiungervi neanche una virgola.

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#1) Perché vedere Ancelotti, Leonardo e Thiago Silva tutti insieme al PSG fa male non solo al calcio italiano, ma soprattutto al Milan. Per l’Italia, che si ritrova a vedere tre protagonisti del suo calcio che pasteggiano a baguette e champagne, invece di rifocillarsi con pizza e spumante. Per il Milan, perché tre pezzi di storia, recente o meno, così vicini ma così lontani, tutto contemporaneamente, brucia quanto un cerino nelle mutande.

#2) Perché se Berlusconi avesse assecondato Galliani, a gennaio, nel cedere Pato, e non avesse seguito i proclami d’amour della sua candida figlioletta, oggi Thiago Silva non sarebbe lì. E, soprattutto, Tevez sarebbe a Milano. E, forse, il Milan avrebbe vinto lo scudetto. E magari la Concordia non sarebbe naufragata. Ed il terremoto non ci sarebbe stato.

E…Vabbè, coi se e coi ma non si va da nessuna parte. Mai.

#3) Perché fa rodere ciò che fa rima con mulo, e non poco, vedere gli sceicchi che derubano l’anima del nostro calcio. E magari rapissero solo quella. Questi portatori malati di petroldollari si portano via anche tutti i più bravi. E’ proprio vero che il danaro non fa la felicità. Ma le grandi squadre, evidentemente, le fa eccome. 

Meno male che c’è il Barcellona ad alimentare il sogno che si può far fronte ai soldi col talento e coi giovani. Peccato che il Barcellona quest’anno non abbia vinto nulla.

#4) Perché ogni tanto, per ricollegarmi al motivo #3, mi chiedo: ma se tutti quanti, domattina, rottamassimo le nostre auto tradizionali, e comprassimo solo ed esclusivamente auto ibide,riducendo non solo l’inquinamento per un buon 70%, ma soprattutto gettando sul lastrico Mansour,  Al Khelaifi, e come diamine si chiamano ?

#5) Perchè in una squadra due Thiago sono troppi. E soprattutto rischiano di mandare in confusione Ancelotti quando gli urla dalla panchina. Che a quel punto sarebbe obbligato a comunicare con loro via #sopracciglioaccigliato.

#6) Perché poi ci lamentiamo che il calcio italiano è una pizzeria e non un ristorante…Che non possiamo competere con le altre squadre….Che però siamo stati Campioni del Mondo nell’ ’82 e nel 2006…

#7) Perché una cosa è vendere Ibrahimovic. Di cui non si è mai innamorato e non si innamorerà nessuno. Un’altra è vendere Thiago Silva. E Pirlo. E Kakà. E Shevchenko. Ovvero le persone, prima che i calciatori, migliori che il Milan abbia avuto in rosa nell’ultimo decennio. Mai una dichiarazione fuori luogo, mai un urlo, uno strepitìo, una frase grossa. Mai una pagina di gossip, mai una storia coi trans, mai storie di droga, mai una foto di Corona, mai una notte in discoteca, mai un ritardo agli allenamenti. Mai una smorfia di cattiveria, solo dei soavi sorrisi. Per tutti.

Sono sempre i migliori che se ne vanno. Anzi. Sono sempre i migliori che vengono venduti.

#8) Perché l’ultimo difensore brasiliano con la completezza, la tenacia, l’intelligenza, l’elegan#za e la forza fisica di Thiago Silva….Non esiste.

#9) Perché poi quelli bravi si ostinano a chiamarla famiglia rossonera. Non so nella vostra, ma nella mia, di famiglia, se anche fossimo dei morti di fame, e venisse uno sceicco ed offrisse a mio padre 50 milioni di euro per portarmi via, lui gli farebbe prima lo shampoo, poi lo accompagnerebbe alla porta a pedate nelle natiche reali, ed infine venderebbe la sua auto tradizionale per comprarne una ibrida. E se dovessi esser io a chiedegli d’andar via con lui, mi darebbe un paio di ceffoni. E poi mi spiegherebbe il perché.

#10) Perché sarà anche vero che i giocatori vanno e le squadre restano, ma le squadre che restano senza campioni non vanno da nessuna parte.

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