Diamo fiducia ad Allegri, per lui inizierà una nuova sfida

Canale Milan

di Danilo Vitrò

Con l’addio di Ibrahimovic il Milan di Allegri 20122013 sarà costretto a voltare pagina in tutti i sensi, soprattutto a livello tattico. Con la presenza di Ibrahimovic si sa è come avere in mano un’arma a doppio taglio, il rischio è quello che ogni squadra può diventare estremamente forte ma nello stesso tempo anche estremamente prevedibile li davanti, in un certo senso lo era anche quel Barcellona, sconfitto dall’Inter di Mourinho con un Messi quasi oscurato, proprio per dar spazio alle giocate individuali dello svedese. Stesso discorso per il Milan, volente o nolente bisogna guardare questa cessione come un bicchiere mezzo pieno, ok si perdono 30 goal stagionali e tanti assist, ma nello stesso tempo si toglie un punto di riferimento all’avversario che in molti casi rendeva questo Milan lento, macchinoso nei movimenti e assai prevedibile.

Ora Allegri avrà più libertà di lavorare, apportando delle modifiche a livello tattico, potrà essere più libero di esprimere la propria filosofia di gioco, come ai tempi di Sassuolo e Cagliari dove aveva ottenuto degli ottimi risultati, grazie ad un buon gioco. Un nuovo Milan che, in attesa di innesti, dovrà imparare a camminare da solo. Per fare i suoi primi passi dovrà incominciare a privarsi delle giocate individuali, per puntare più sulla coralità dell’organico, ma anche sulla imprevedibilità nei pressi dell’area di rigore, si dovrà arrivare al goal con più fraseggi palla a terra e con gli inserimenti senza palla di Nocerino, che gli hanno permesso, nella passata stagione, di essere il centrocampista più proficuo della Serie A.

Niente più Milan catapulta ovvero quello fatto da lanci lunghi lenti e prevedibili dalla difesa verso l’attacco, bisognerà migliorare sulle palle inattive, cercando di inventare qualche schema per arrivare con più concretezza al goal. El Shaarawy e Pato (condizioni fisiche permettendo) saranno il nostro futuro, dovranno ereditare dallo svedese l’incisività e la personalità nell’essere goleador, ci sarà spazio anche per la fondamentale fantasia tattica di Cassano e per le magie di Boateng, il tutto supportato da un ottimo Montolivo post europeo. La cosa che preoccupa maggiormente è la difesa, il reparto in cui la maggior parte delle volte se è ben solido si vincono i campionati, dopo aver perso Thiago Silva colui che la gestiva interamente dettando i tempi e i movimenti, bisognerà dare fiducia ad Acerbi, una scommessa che potremmo vincere contando nella sua passione per i colori rossoneri. Il Milan tante volte nella sua gloriosa storia ha avuto il suo anno zero e nel bene o nel male ha sempre saputo voltare pagina e il tifoso, quello vero, questo lo sa.

Il nuovo Milan oltre all’aspetto tattico, dovrà cambiare la sua mentalità che in questi due anni, con la presenza di Ibra, in certi casi lo ha reso pigro e condizionato. Ora che non ci sarà più colui che molto spesso ti risolveva la partita da solo, si dovrà prendere spunto dallo spirito agonistico della Juventus targata Antonio Conte che aldilà delle polemiche sul famoso goal di Muntari , aldilà del nostro suicidio casalingo contro la Fiorentina, vinse il campionato meritatamente con sacrificio e spirito di squadra. Ok. loro hanno avuto più tempo nel preparare le partite, arrivando con leggero vantaggio per quanto riguarda la condizione fisica, ma sono arrivati alla vittoria credendoci fino alla fine e recuperando 8 punti ad un Milan che nello sprint finale arrivò acciaccato dagli infortuni e senza fiato . La Juve di Conte aveva dimostrato un qualcosa in più, dalla fame nel cercare la vittoria, ad una grande organizzazione a livello tattico.

Per rivoluzionare questo Milan, tutti noi dovremo dare fiducia ad Allegri che in molti casi, in questi 2 anni, ha saputo preparare delle grandi partite chiave anche senza il supporto di Ibra. La società dovrà facilitargli il compito facendo i giusti acquisti, senza più commettere lo stesso errore del dopo Kakà, dove si pensò più allo scudetto del bilancio che a quello da vincere sul campo. Vendere Robinho potrebbe rivelarsi un errore perché pur facendo errori madornali sotto porta, il brasiliano ha sempre dato il suo qualche metro più indietro sia nel saltare l’uomo e sia nel creare superiorità tenendo palla e alzando la squadra, in una rosa senza punti di riferimento, potrebbe risultare un elemento importante nel costruire le azioni di gioco. Una nuova sfida ci attenderà, con la fiducia e il supporto di tutti supereremo gli ostacoli, come abbiamo sempre fatto, col diavolo in fondo al cuor. Restiamo fiduciosi. Restiamo uniti. Restiamo Allegri.

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