Milan Night
Primi allenamenti, prime prove di trasmissione, prime gare: gli indizi di ordine tattico sono stati raccolti e prendono le mosse dal recente passato. I mezzi d’informazione tradizionali ci dipingono una squadra ancorata ad un solo modulo, noi, che tradizionali non siamo, da tempo tentiamo di sensibilizzare la visione della squadra circa la sostanza, non accontentandoci delle etichette, ricercando “i principi” che la muovono.
Portare sostanza tecnica e tattica, le caratteristiche positive del 4.3.1.2… i suoi perché: in attacco, l’estrema varietà che declina la terna offensiva -invisibile solo a chi osserva le gare attraverso gli occhi del commentatore- risponde alla volontà: 1 di togliere riferimenti ai difensori -non solo alla difesa avversaria, attenzione-; 2 di disorientare per poi affondare la profondità con inserimenti sia della mezza-punta che delle mezzali che, a loro volta, sono deputate a ricercare l’ampiezza col movimento senza palla; 3 di assecondare il naturale istinto delle punte senza costruirgli gabbie attorno.
Le regole del centrocampo a tre fondano il loro principio anche sulle caratteristiche dei giocatori: senza palleggiatori naturali, il centrocampo a rombo offre la miglior scelta per mantenere il possesso della palla; offrendo ai giocatori il vantaggio di avere uno scaglionamento che lo favorisce, guadagnandone in ritmo ed imprevedibilità; anche gli automatismi difensivi risultano più semplici perché assecondano lo scaglionamento stesso e sono meno “meccanici”.
Se la difesa a quattro è qualcosa che va aldilà del semplice diktat societario ed è preferito da tanti -me compreso-, anche per la semplice ragione che con “la 3” si finisce sempre per difendere a cinque, non sottovalutiamo come la linea attuale sia funzionale per coprire tutta l’ampiezza difensiva e, nel nostro caso in particolare, non solleciti quei giocatori che in rosa sono fra i più carenti nei movimenti difensivi: i laterali; non solo, per mancanza di un regista classico e di un centrale di un certo tipo, “la 4” garantisce una fluidità nell’uscita che “la 3” non possiede.
Fissare i punti base prima di partire, in mancanza dei giocatori effettivi le prime mosse van prese dall’esperienza: se il 4.3.3. ha mostrato tutti i limiti dei nostri attaccanti a supportare il centrocampo dal 1° minuto -Lazio, Londra 1°tempo, per esempio-, sappiamo che mantenere le punte larghe è qualcosa che viene proposto sempre in gara, con differente minutaggio, a seconda dell’avversario: quasi uno scaglionamento “ad invito”, per far uscire l’avversaria, effettuato quando il Milan passa in vantaggio.
Il modulo di 4.3.2.1. è stato impiegato con un buon impatto tecnico e tattico non solo nelle gare contro Arsenal e Barcellona: per gli attaccanti a sostegno il riferimento interno da mantenere in campo -la mezza-posizione-, e non esterno -in ampiezza di 4.3.3.-, ha avuto una doppia positiva valenza: quella di infastidire la zona per il loro controllo e disturbare l‘uscita centrale; anche qui, “l’invito” per l’avversario è farlo stare in campo diversamente, e nel caso di una difesa a tre -come col tridente-, costringere un laterale ad abbassarsi… il tutto è funzionale alla squadra ed alle caratteristiche -agilità, mobilità, estro-, dei nostri attaccanti e a vantaggio del centrocampo che resta in parità di numero con più facilità.
La partecipazione delle punte nel legare la squadra in transizione negativa resta fondamentale: la prateria che si forma col rombo quando la mezza-punta non prende parte alla riconquista è la stessa che mantiene scoperto il suo specchio -il centromediano-, quando gli attaccanti esterni nel 4.3.3. si disinteressano dell’azione a palla persa. Non si sta parlando del risultato, è chiaro, ma a Londra, col medesimo modulo, il secondo tempo pareva un’altra partita.
I giocatori determinano la vera differenza, non un modulo che se mai li informa: date le cessioni, tenere una base su riferimenti più raccolti al centro può essere una soluzione da riproporre; disponendo di attaccanti rapidi e tecnici, che si prestano a rispondere alla funzionalità della mezza-punta, poter trovare ampiezza su un movimento a ventaglio differente dal rombo, mantenendo allo stesso modo sugli allarmi i difensori sia sulla presa della profondità che dell’ampiezza, una valida soluzione che il modulo di 4.3.2.1. potrebbe offrire.
A Bari, a Gelsenkirchen son venuti a galla concetti tattici e d’interpretazione del modo di stare in campo evidenti, gioco-forza relativamente organici ma strutturali, riconducibili ad un equilibrio di una squadra da creare, oggi dimezzata e nel pieno della preparazione; il Milan è qualcosa di più di un cantiere e qualcosa di meno che una squadra pronta: ad oggi è un emmental con troppi buchi e… una scommessa, stimolante e rischiosa allo stesso tempo.
Anfry
Post Originale:
Milan 2012-13: prime ipotesi