Milan Night

Ed è proprio in prospettiva europea che leggo l’acquisto di Lucio; in quella nostrana l’acquisizione di Isla ed Asamoah. Forza e duttilità per dare una scelta in più alla guida tecnica ed un elemento di esperienza, abituato a dovere reggere l’impatto col calcio europeo d’alto livello.
Non basterà naturalmente alla Juventus per creare un divario tecnico tale da poter dormire sonni tranquilli in Italia e assorbire al meglio “il fattore Europa”, che tante energie fisiche e mentali richiede in sacrificio sull’ara di un blasone da costruire.
La gente bianconera dopo anni di inferno e purgatorio è felice ma, nella sua parte più equilibrata, sa che l’acquisizione di un calciatore di livello internazionale è lo snodo tecnico su cui poggeranno le fortune della squadra di quest’anno: da metà maggio le voci si inseguono, si sprecano gli incastri possibili e, gioco-forza, i paragoni con società che dispongono di una più disinvolta capacità persuasiva… leggi alla voce ingaggio.
Giovinco è quel quid differente che deve affermarsi in una grande piazza, ma è attraverso un giocatore di più ampio respiro offensivo che la Juventus potrà reinnestare quella dose di qualità che la sua storia le richiede di presentare in attacco; attraverso di esso potrà disporre di un maggiore impatto offensivo e, a cascata, risolvere quei “nuovi problemi” che le deriveranno da una stagione diversa.
Serve un risolutore per “non essere costretti a correre sempre per 90’”: in breve è la questione da risolvere; nelle sacche di riflusso atletico che la squadra ha avuto naturalmente nella scorsa annata si sono annidate le principali difficoltà nel districare le gare contro Bologna, Chievo, Genoa, ad esempio… squadre atleticamente preparate a mettercene per tutti i 90’, a prescindere dalle coppe internazionali.

Costruita una base tecnica che identifica la Juventus nella qualità di Andrea Pirlo, nella capacità di Vidal e Marchisio di alternarsi ora al suo fianco ora come guastatori offensivi, ora come scudieri, è nella duttilità di De Ceglie e Pepe e Vucinic che trova sfogo ed equilibrio allo stesso tempo.
Archiviate le cattive esperienze di Elia ed Estigarribia, Isla rappresenta la continuità Contiana nell’intendere l’interpretazione delle fasce, la duttilità che chiede ad alcuni suoi centrocampisti, chiamati a giocare sia al centro che lateralmente -Giaccherini, Padoin l’anno scorso-; in Asamoah si trova un’iniezione di forza e passo che serviva ad una mediana contata e non straordinariamente “pesante”.
“E’ la Juve la squadra da battere”; personalmente credo che, aldilà del numero di gare utili e dello scudetto conquistato, quale sia la dimensione della Juve lo scopriremo più in là, quando il sorteggio di Champions League avrà chiamato a reagire ai primi impegni ed ostacoli, non solo calcistici ma anche… emotivi.
Trascinata dal peso del numero dei suoi tifosi, che fanno declinare piattaforme mediatiche terze su sfumature di Agnelliana matrice che paiono ispirarsi al trio Nesti-Castellotti-Costa anni ‘80, la rivale è già stata tacitamente designata dai media ed è attesa: la Roma targata Zeman sarà all’altezza di reggere lo scontro? Si vedrà… con buona pace di Inter e Milan, attestate già da buona parte dei media per un confronto di minor pregio; l’Italia Sportiva vuole questo… o almeno così ci stanno raccontando.
Anfry
Un caro saluto agli amici del Milan Night a cui auguro buone vacanze: alla prossima stagione!
Gli appuntamenti con “Le Rivali” continueranno nelle sole giornate del venerdì fino al 17 di agosto.
Post Originale:
Le nostre rivali: la Juventus